CAPITOLO 17

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«Non ho voglia di fare Matematica la prima ora», sbuffo vicino a Jacopo.

«Io non ho proprio voglia di entrare là dentro», dice lui indicando la scuola.

Già, neanche io ne ho voglia.

Per fortuna è venerdì. Non sarei riuscita a sopportare un giorno di più.

«Ma buongiorno, obesa del mio cuore». Una voce interrompe i miei pensieri.

Chi mi ha dato dell'obesa?!

«Obesa dove, scusa?!». Mi giro e incontro gli occhi caramello di Christian.

«Riccioli d'oro!», urlo ridendo.

«Sì, esatto, sono io. Stai meglio?», mi chiede ignorando Jacopo.

«Tutto risolto!», rispondo battendogli il cinque.

Jacopo mi cinge la vita con un braccio e con tono minaccioso dice: «Io sono Jacopo. Il suo fidanzato».

«Uhm. Io sono Christian», risponde l'altro sorridendo.

«Bene. Riccioli d'oro, ci sentiamo!». Interrompo quel silenzio imbarazzante che si è creato tra noi e saluto Christian.

«Arrivederci, obesa del mio cuore». Mi saluta con un cenno della mano e si unisce ai suoi amici.

«E tutta questa confidenza? Non gli è bastato il tuo pugno?! Ne vuole anche uno mio, per caso?!», sbraita Jacopo gesticolando.

«Stiamo dando spettacolo, abbassa la voce», rispondo cercando di stare calma.

«Che vuole ancora da te quel coglione?!». È arrabbiato.

«Non chiamarlo "coglione"! Non lo conosci neanche!», urlo più forte di lui.

«Perché, tu sì?». Fa una risatina ironica.

«Abbastanza da sapere che è una persona splendida!». Perché sto difendendo Riccioli d'oro?

Ieri, in qualche modo, mi ha risollevata con quell'abbraccio, e questo è il minimo che possa fare.

Guardo Jacopo. Sembra sorpreso.

Non conosce Christian, quindi non può dire nulla su di lui!

La campanella suona e, senza degnare Jacopo di uno sguardo, me ne vado in classe.

Matematica alla prima ora. Chi ha fatto questo orario?! Sarebbe da sopprimere.

La professoressa sta spiegando, ma io sto scarabocchiando il foglio che ho sul banco.

«Gaetani! Mi sta ascoltando?!», urla quell'isterica della professoressa, che mi fa sobbalzare.

«Ovvio, prof. Sto prendendo pure appunti», replico con ironia.

«Non mi prenda in giro, Gaetani!», sbraita ancora più forte.

Ma perché grida?! È in menopausa?!

«Fino a prova contraria ci sento ancora bene, quindi è inutile che lei urli in quel modo». Le parole mi sono uscite di bocca senza volerlo.

«Fuori di qui!», tuona lei aprendomi la porta.

«Grazie di cuore. Non aspettavo altro!». Esco e sbatto la porta alle mie spalle.

In questo momento potrei picchiare qualcuno!

Mi siedo per terra, incrocio le gambe e appoggio la testa al muro.

«Bene bene bene! Gaetani fuori in corridoio!». Una voce da oca mi fa girare la testa.

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