CAPITOLO 4.

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Esco dal bagno e decido di indossare un vestito nero che arriva sopra al ginocchio e delle scarpe nere col tacco.

Mi metto un rossetto rosso scuro e poco mascara. Mi arriccio i capelli e sono pronta.

«Sono pronta», dico entrando in cucina.

«Meno male! Vittorio non viene, deve studiare. Quant'è secchione!», mi risponde Jacopo cercando le chiavi di casa nella cesta sopra il mobile.

«Alla prossima festa verrà!», gli dico ridendo.

«Wow! Sei bellissima!», esclama con il sorriso sulle labbra, quasi balbettando.

«Uhm, grazie mille», gli rispondo.

«Sei tutto rossa. Sono poche le ragazze che arrossiscono ai complimenti, sai?», mi dice con una voce dolce.

«Se mi dici così finirò per diventare ancora più rossa! Dai andiamo». Lo prendo per un braccio e lo trascino fuori casa.

Arriviamo davanti alla macchina e saliamo.

«Rebecca, parlando di cose serie...». Fa una pausa e poi continua: «Le persone che sto per presentarti sono poco affidabili. Quindi ti prego, stammi vicina».

Perché si preoccupa così tanto per me?!

«Va bene, "papà"», gli rispondo guardandolo e sorridendo.

«"Papà" non lo posso sentire. Chiamami Jack».

«Va bene, Jack, e tu chiamami Rebi».

Dopo un breve tragitto arriviamo a destinazione. È un bel locale, ma è troppo affollato, quindi mi tengo stretta a Jack per paura di perdermi.

JACOPO

Ho paura che stasera succeda qualcosa a Rebecca.

Conosco i miei "amici", se così posso chiamarli, e so di cosa sono capaci.

Perché mi preoccupo così tanto per lei?!

Mentre camminiamo verso il nostro tavolo, Rebecca si tiene stretta al mio braccio come una bambina che ha paura di perdersi.

È così bella, cazzo.

Poi con quel vestito che risalta tutte le sue forme mi fa impazzire.

Non mi accorgo neanche che siamo arrivati al nostro tavolo, quando una voce fin troppo familiare interrompe i miei pensieri.

«Ciao, Jack», mi saluta Lorenzo.

«Ciao, Lollo», ricambio il saluto.

Saluto gli altri al tavolo, e Rebecca è sempre aggrappata al mio braccio.

«Ehi, Jacopo. E questa bellissima ragazza con te chi è? Una tua nuova puttanella?», chiede Lorenzo leccandosi un labbro.

Rebecca emettere un sussulto (lo sento nonostante la musica alta) e stringe ancora di più il mio braccio.

«No, Lorenzo. È la mia nuova coinquilina. E non è una puttana. Lasciala stare», rispondo con tono acido.

Come si permette a offendere Rebecca?!

REBECCA

Appena arriviamo al nostro tavolo, vedo quattro ragazzi e due ragazze. Le ragazze indossano degli abiti succinti. Sono più nude che vestite. E hanno chili di trucco in faccia, sembrano finte.

I ragazzi invece hanno piercing e tatuaggi. Sono tutti molto belli, ma solo uno di loro cattura la mia attenzione.

È il ragazzo che ha salutato per primo Jacopo. Credo che si chiami Lorenzo. È biondo, con gli occhi blu del mare; è alto quanto Jacopo.

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