Appena entro mi tolgo la giacca e sento la porta chiudersi.

«Rebecca, come stai?». Sento Jacopo fare qualche passo e mi giro di scatto posando la giacca e il regalo in un punto qualsiasi della stanza.

«Come dovrei stare?», chiedo retorica.

«Non lo so, dimmelo tu», risponde venendo verso di me.

«Perché sei qui a perdere tempo con me e non sei da Melissa?».

Lo sento ridere e faccio appello a tutta la mia forza di volontà per non urlargli contro.

«Credi davvero che ci sia qualcosa tra me e lei?».

Mi blocca contro il muro, mettendo le sue braccia ai lati della mia testa.

«Mi sono stancata di essere presa in giro da te. Quella mattina te ne sei andato senza dirmi nulla e non ti sei fatto vivo per giorni! Poi quando hai deciso di dare segni di vita ti ho visto con Melissa e a quanto pare state passando molto tempo insieme». Mi blocco perché sento gli occhi bruciare a causa delle lacrime che sto trattenendo. «Sai cosa c'è? Non voglio più saperne di te. Esci completamente dalla mia vita, Jacopo Venturi». Finisco mordendomi forte il labbro.

Non avrei voluto pronunciare quelle parole.

Guardo la sua espressione e sembra che ciò che ho detto l'abbia ferito.

«È questo ciò che vuoi?», chiede fissandomi dritto negli occhi.

Le sue iridi azzurre sembrano scurirsi, sembrano scurirsi diventando blu.

«Sì». Mento sfacciatamente.

«Allora è ciò che avrai».

Detto questo mi lascia andare ed esco velocemente dalla stanza, diventata improvvisamente stretta.

Appena esco il volume della musica è aumentato e mi sento spaesata.

Un ragazzo mi passa davanti con un drink in mano e senza pensarci su glielo rubo dalle mani e mando giù il liquido alcolico.

«Ma cosa?!», sbraita il ragazzo.

«Scusami, ma ne avevo bisogno». Gli restituisco il bicchiere e vado in mezzo alla folla a cercare i miei amici. Guardo dappertutto, ma non li trovo.

«Ciao bellissima, vuoi ballare?». Un ragazzo già ubriaco mi afferra per i fianchi e inizia a muoversi a tempo della musica.

Puzza terribilmente di fumo e alcol.

«Lasciami!», urlo per sovrastare la musica, ma non mi ascolta.

Gli tiro una gomitata e finalmente mi lascia andare.

Mi faccio spazio tra le persone in pista, ma vado a sbattere contro qualcuno.

«Scusami!», urlo girandomi.

«Scusami te!», urla a sua volta la ragazza che ho davanti.

Quando realizzo chi è quasi mi viene un colpo.

«Alessia». Boccheggio.

«Non ti avevo riconosciuta!».

È vero, inizialmente non sapevo che era lei. È cambiata tanto dall'ultima volta! Ora ha i capelli corti e castani ed è dimagrita.

«Troppo brutta?», chiede ridendo imbarazzata.

«No, anzi! Sei bellissima». Sorrido sincera e lei ricambia con un piccolo sorriso.

«Come stai?», chiede uscendo dalla pista e portandomi in un angolo appartato.

«Bene e te?»

Non sto bene, ma non mi va di sovrastare una persona appena arrivata con i miei problemi.

Compagni di StanzaWhere stories live. Discover now