Author's space

81 6 3
                                    

È finita!
Epistulae ha raggiunto la fine. Una fine triste, non mi sono affatto sorpresa di me stessa. Non che io sia una persona triste ma è il periodo che mi rende così quindi tutto ciò che creo è triste di conseguenza.
Pensavate che non avrei dato nessuna opinione riguardo la storia e invece la do.
Questa storia l'ho creata come un esperimento. Non c'è un capitolo scritto uguale al precedente. Ho voluto provare vari modi di narrare, con alcuni mi sono trovata male e con altri sono riuscita un pochino meglio.
Per scrivere i capitoli finali ho riletto tutta la storia e quanto mi sono annoiata? Tantissimo. Premetto che a me non piace mai (e se potessi lo sottolineerei altri miliardi di volte), mai quello che faccio, per cui se fossi stata una semplice lettrice non sarei andata oltre il secondo capitolo, però quello che volevo dire era un'altra cosa; mi sono annoiata perché ci ho visto troppo di me in ogni parte del racconto ed in ogni personaggio. Harry, Clary, Niall, Diana, ognuno di loro ha qualcosa del mio carattere e ha riflettuto alcune mie emozioni, paura, gioia, tristezza, malinconia oppure i miei desideri o ancora, le mie esperienze di vita. In ogni parola che ho scritto c'è un pezzettino del mio essere e porcaccia la miseria mi sono annoiata ma mi sono soprattutto spaventata, sono una persona sensibile e praticamente mi sono sbattuta in faccia la mia stessa realtà.
Rileggendo la storia inoltre ho pensato di poterla riscrivere, però prenderei ispirazione da una cosa già pronta e non mi va o magari un giorno lo farò anche, il punto è che mi sono accorta di non essere riuscita a prendere una direzione unica da dare al racconto, mi spiego.
Quando ho iniziato a scrivere Epistulae non ho pensato ad una trama precisa. Avevo chiari i personaggi, il luogo, il periodo storico e perfino quanti capitoli avrei scritto (ne ho scritti pure troppi forse) ma non sapevo cosa avrei raccontato, per cui ho deciso di farmi trasportare da ciò che avveniva ai personaggi, certo, li ho fatti reagire io alle situazioni ma è stato come se loro stessi mi chiedevano di controllarmi o di esplodere.
In più, ho usato alcuni capitoli come valvola di sfogo, cioè, semplicemente, ho trascritto pensieri che facevo su alcuni avvenimenti della mia vita e li ho utilizzati per la storia, non che ci sia qualcosa di anormale però dal mio punto di vista non l'ho trovata per niente una cosa originale. Avrei voluto riuscire a creare dei personaggi che non c'entrassero niente e per niente con me, probabilmente non è una cosa che riesce facile, non a me almeno.
Tutto ciò può sembrare assurdo e credo di essere un po' pazza, ecco perché non pretendo di essere compresa. Vi ho dato più o meno un'idea di come ho vissuto io la storia di Epistulae, come mi sentivo in fase di scrittura e cosa mi ha lasciato.
Finisco col dire che posso essere fiera dei piccoli traguardi che ho raggiunto con questa storia, le letture, i voti, i commenti, mi hanno sempre spronata a continuare e a provare a fare di meglio.
Ringrazio tantissimo chiunque abbia seguito questa storia e sia arrivato fino a qui per leggere i miei mille e tanti altri grazie.

Epistulæ →narryWhere stories live. Discover now