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Era seduta sul divano, perfezionando l'autocontrollo. I suoi muscoli pelvici si contrassero e lei li tenne fermi. Era nella decima settimana di gravidanza e lo stimolo di andare al bagno era aumentato. Stava facendo gli esercizi di Kegel. Il suo utero stava premendo sulla sua vescica e facendo quegli esercizi, avrebbe ottenuto un miglior controllo. I suoi muscoli pelvici si sarebbero anche estesi durante il parto e gli esercizi di Kegel l'aiutava a mantenerli forti. Le donne incinte dovevano fare quegli esercizi ed Eira seguiva l'esempio.

Klaus era seduto sulla sedia accanto al divano, a guardarla. Non voleva che si sedette accanto a lei e quindi era seduto sulla sedia, a fissarla con un' espressione leggermente da cucciolo. Era incuriosito da quello che stava facendo. Sembrava concentrata e non gli parlava.

Eira avvertì il suo sguardo e sospirò. Smise di fare il suo esercizio e lo guardò," La smetti di fissarmi? Mi stai distraendo."

Klaus ruotò gli occhi, " Tesoro, sei l'unica cosa che vale la pena guardare in questa casa. è ovvio che ti fisso."

Eira si alzò dal divano e Klaus si alzò velocemente dalla sedia. Seguì i suoi passi, seguendola come un'anima persa alla ricerca del suo creatore. Lei era il suo creatore, la luce che lo conduceva attraverso l'oscurità.

Eira andò in cucina e Klaus si appoggiò contro la soglia. Rovistò tra i cassetti, cercando qualcosa che però non riusciva a trovare.

"Che cosa stai cercando?" Klaus chiese.

"Voglio delle olive," Eira disse, sembrando confusa. Non le piacevano nemmeno le olive, ma le voleva. Le voglie della gravidanza.

Klaus entrò in cucina, aprendo il frigorifero e tirò fuori un vasetto di olive verdi. Glielo porse e lei lo guardò .

"L'hai messo ieri nel frigo, quando hai aperto il vasetto," Klaus sorrise, divertito che si fosse dimenticata così facilmente.

"Oh, " Eira disse e gli prese il vasetto." Beh, non me lo ricordavo."

Era un altro effetto collaterale della gravidanza. Si chiamava 'cervello da gravidanza'. La mente era dispersiva e si dimenticava facilmente. Eira aveva avuto una grandissima confusione in testa per tutta la settimana.

Eira appoggiò il vasetto di olive sul bancone e poi lo guardò. Aveva ancora quel sorriso divertito in volto e lei appoggiò le mani sui fianchi.

"E non mi guardare con quella faccia. Quella faccia mi rende scontrosa perché so che un commento provocatorio sta per uscire fuori dalla tua bocca," Eira sbuffò.

Il sorriso divertito di Klaus si trasformò in uno di pura ammirazione," Ma sei carina quando sei scontrosa. Il tuo naso si arriccia come se l'aria è sgradevole."

Il malumore di Eira sparì. Era un fuoco ardente che si era appena spento. Sorrise e le sue guance diventarono rosse, un rossore apparve per il suo commento. Era felice ora.

Klaus fece un passo verso di lei e le prese lentamente la mano, intrecciandola con la sua. Lei sorrise ancora di più e lo guardò.

Lo baciò sulla guancia, un bacio lungo. Klaus chiuse gli occhi al  tocco delle sue labbra sulla sua pelle. Inspirò, inalando la sensazione del suo tocco.

Non aveva lasciato che Klaus la baciasse per una settimana perché Elijah non era ritornato e pensava che Klaus dovesse essere punito in qualche modo. Quel modo era lei. E aveva funzionato. Non si era mai pentito di nulla nella sua vita come si era pentito di aver pugnalato Elijah.

Klaus veniva torturato. Era tormentato, non potendola baciare. Non ne poteva sopportare un altro minuto, ma doveva. Era la sua forma di tortura ed era il tipo peggiore.

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Il cielo era blu senza nessuna nuvola in vista. Le nuvole avevano deciso di perseguitare un'altra città. Il sole era luminoso e brillante, accecando tutto nel suo cammino. Era una giornata soleggiata a New Orleans, ma nessuno all'interno lo sapeva a meno che guardassero fuori dalla finestra.

Al bar di Rousseau's, Camille stava lavorando. In un completo tutto nero, Damon si sedette al bancone. Camille si avvicinò a lui e appoggiò sul tavolo un bicchiere insieme a una bottiglia di bourbon. Era stato lì molto spesso e lei sapeva che cosa voleva.

"Grazie, Camille," Damon sorrise." Dovresti sapere che l'alcol è la strada per il mio cuore."

Damon non aveva bisogno di guardare il suo cartellino per sapere chi fosse. Era l'amichetta di Marcel e Klaus aveva detto a Damon che stavano usando la debolezza di Marcel per Camille per scoprire tutti i suoi segreti. Damon conosceva Camille anche per le molte volte che era andato al bar.

"Me la caverò benissimo senza il tuo cuore. Sicuramente non ho bisogno dei problemi che ti porti dietro," Camille scosse la testa al suo tentativo di flirtare.

"Mi ferisci, Cami," Damon appoggiò una mano sul suo cuore non morto, sarcasticamente.

"Usi sempre così tanto sarcasmo, Damon," Camille scosse leggermente la testa.

"Beh, chi è che ha bisogno della serietà, in ogni caso?" Damon chiese.

Camille mostrò un piccolo sorriso," Non so, tipo la maggior parte della popolazione adulta. Te sei l'eccezione, però."

Damon sorrise e poi sospirò. Bevve un sorso di bourbon e poi lo appoggiò. Guardò Camille, con i sensi di colpa," Senti, Cami.... potrei avere un ulteriore motivo per essere qui oggi."

Camille stava pulendo il bancone con un panno e lo guardò, incerta," Qual è il motivo?"

"Ho bisogno che tu mi racconti del tuo fidanzato, Marcel," Damon rispose.

Lo guardò sorpresa," Come fai a sapere di Marcel?"

Damon fece spallucce," Non è importante."

Damon si sporse sul bancone e la soggiogò," Mi dirai tutto su Marcel e mi informerai di tutti i suoi movimenti."

" Porterà qualcuno al festival stasera. Un ragazza a cui sta facendo da mentore. A quanto pare sta attraversando un periodo difficile. Si ribella contro l'autorità, ha problemi di rabbia, cose così. Immagino che con la mia laurea in psicologia, abbia pensato che avrei potuto aiutarla, ma ho detto di no," Camille disse monotono e poi lo guardò confusa.

La soggiogò di nuovo, " Gli dirai di si, Cami."

"Gli dirò di si," ripeté monotono.

"Come fai a farlo?" Camille chiese, leggermente spaventata e confusa.

" è un trucco da vampiri. è forte, uh?" Damon rispose e Camille si spaventò ancora di più.

Lui sospirò e la soggiogò di nuovo," Ti dimenticherai di tutto ciò che ti ho detto. Non ti ricorderai di niente a meno che non mi vedrai di nuovo."

Bella Addormentata - Klaus MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora