Lover of mine

Beginne am Anfang
                                    


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-Auh- dico, cadendo dall'altalena. -La sabbia mi è appena entrata nel costume- piagnucolo. E' una sensazione che odio.
-Ti sei fatta male?- Shawn tende le mani verso di me e mi aiuta a rialzarmi. La temperatura è calda ed io, per evitare di scottarmi, continuo a saltellare da un'ombra all'altra, cercando i punti freschi.
-E' fastidio più che altro, adesso dovrà bagnarmi per togliere tutti granelli- faccio qualche passo indietro e mi getto in acqua. Il mio corpo si infrange sullo specchio cristallino, provando un senso di sollievo quando il fresco si impossessa di me. –Okay adesso credo di essere a posto-
-Vorrei sottolineare che tutto questo è successo perché volevi una foto con lui sull'altalena- dice Andrew, tenendo in alto il cellulare.
-E' venuta bene vero?-
-Siete entrambi fotogenici, i vostri figli saranno fortunati-
-Facciamo che lo ripeti tra una decina d'anni- mi fa un cenno con la mano, allontanandosi un po'. –Allora, quando mi farai ascoltare una canzone?-
-Mai-
-Cosa?-
-Hai sentito bene, anzi, devo tornare a lavoro, quindi tu resta qui-
-Aspettaaaa- lo afferro per un braccio, tirandolo indietro. –Non è giusto, quando è stato di Illuminate non conoscevo sì e no quattro tracce-
-Appunto, voglio che questo sia una sorpresa anche per te. Sai già In my Blood, Lost in Japan, Youth...e basta credo-
-Sì basta, perché qualcuno non mi canta più canzoni!-
-Quando ascolterai l'album capirai, fidati di me. Sto cercando di fare un lavoro un po' più personale questa volta, quindi cerca di avere pazienza. Comunque vada, lo sentirai prima della mezzanotte-
-Grazie per questa gentile concessione-
-Ehi- mi dà un colpetto sotto il mento, sorridendo. –Non essere così negativa, magari potresti avere una sorpresa quando meno te lo aspetti-
-Tipo?-
-Mi fai tornare a comporre?- gonfio le guance. Una volta era davvero più facile farsi dire le cose.
-Daaaiii-
-Tu aspetta, qualcosa salterà fuori-
-E' una promessa?-
-E'...qualcosa- lo guardo con un sopracciglio alzato, e lui scoppia a ridere. –Torno in sala, tu rimani pure qui-
-Oh grazie per avermi dato il permesso-
-Non fare l'orso delle caverne- si avvicina e mi dà un bacio sulla fronte. –Ti amo-
-Ti amo anch'io- lo osservo correre sulla sabbia e ritornare a casa, mentre io rimango con i piedi nell'acqua, ad osservare quella grande distesa azzurra di fronte a me. –Che ti va di fare?-
-Come sapevi che ero qui?- mi domanda Brian, stupito.
-Perché tu ci sei sempre, semplice- mi stringo nelle spalle, voltandomi verso di lui.
-Era una critica?-
-No tutt'altro, sai che ti voglio bene- annuisce e si allontana. Ritorno ad osservare l'oceano e, qualche secondo dopo, una spinta fortissima mi fa perdere l'equilibrio e finire nell'acqua. –BRIAN!-
-Mi hai chiesto che cosa volevo fare ed io ti ho risposto-
-Sei un uomo morto-
-Prima devi prendermi- inizia a correre. Sospiro e, a quel punto, lo inseguo.
I miei piedi affondano nella sabbia e, di tanto in tanto, rischio di cadere, non mi è mai piaciuto correre su questo tipo di superficie.
Non ci metto molto a raggiungerlo, sono sempre stata abbastanza veloce quindi, per atterrarlo, gli salto addosso.
Cadiamo entrambi per terra, la sua faccia, in particolar modo, è a contatto con i granelli.
-Tana per Brian!-
-Credo che tu mi abbia rotto qualcosa-
-Nah non penso-
-Se conosco qualche nozione fisica, e credo di sì, un corpo alla stessa velocità del tuo può fare davvero tanti danni quando si schianta contro un altro-
-Senti dolore da qualche parte in particolare?-
-Potresti alzarti? Vorrei evitare di vedere il tuo ragazzo in preda ad una crisi di gelosia delle sue-
-Ah già vero scusa- mi rimetto in piedi e gli tendo una mano. Brian si tira su, pulendosi dalla sabbia in eccesso.
-Adesso, per colpa tua, dovrò stare minimo un'ora in acqua per far andare via tutti i granelli-
-Beh io ho metà dell'Oceano nelle orecchie, quindi direi che siamo pari-
-Voglio andarmi a fare le treccine-
-Questo non promette nulla di buono-
-Mi accompagni?-
-Fammi liberare di tutta la sabbia e poi scendiamo in città-


✨✨✨✨✨✨

-Beh dai, almeno un paio te ne hanno fatte-
-Sì una decina, non mi coprono nemmeno metà testa!-
-Hai idea della quantità di capelli che ti ritrovi? Ci sarebbero volute ore- osservo la nuova acconciatura, chiedendomi se, una volta tornata, alla Columbia mi faranno storie. Dopo il casino con il professore il decano mi tiene sott'occhio, una sensazione parecchio sgradevole e totalmente ingiusta: non è stata colpa mia, sono la vittima in tutta questa storia ma, ovviamente, la prima domanda che mi hanno posto è stata 'com'eri vestita?'
-Avevi da fare per caso?-
-No, ma magari la signora sì- sbuffo, riponendo il cellulare nella tasca. –Stai bene, non ti preoccupare-
-Tanto, anche se stessi male, cosa molto probabile, non me lo diresti-
-Dubiti della mia parola?-
-No, semplicemente del fatto che, per determinate cose, non saresti del tutto sincero-
-Posso dirti una cosa in modo molto disinteressato?-
-Dimmi-
-Pensi troppo, decisamente troppo, non...non farti tutti questi problemi, rilassati-
-Ci provo sempre a staccare il cervello, ma è una cosa più forte di me-
-Shawn ci chiede dove siamo, è quasi ora di pranzo- esordisce. –Pensavo che gli avessi detto che scendevamo in città-
-E come potevo? Mi hanno vietato l'ingresso in sala d'incisione, è già tanto che non mi facciano girare per casa con i tappi nelle orecchie-
-In realtà lo avevano proposto, però ho sottolineato che il tuo equilibrio è già abbastanza precario così-
-Non voglio sapere più niente- esclamo a quel punto, scuotendo le mani in aria. –Ed ora andiamo, su-
-A piedi? Ma sei pazza per caso?-
-Un po' di moto non ci farà male, abbiamo mangiato tanto in questi mesi-
-Insalate, abbiamo mangiato tante insalate, e verdure-
-Certo che ti lamenti sempre- inizio a camminare. Il ragazzo rimane fermo per un po', giusto il tempo che io mi sia allontanata, per poi raggiungermi correndo.
-Non è assolutamente vero-
-Non hai fatto altro da New York a qui, e lo stai facendo di nuovo adesso-
-Non è stato un periodo facile, con l'università intendo. Non tutti siamo dei geni come te-
-Io non sono un genio, te lo posso assicurare, e neanche io prendo sempre il massimo dei voti-
-Soltanto perché il professore ce l'aveva con te l'ultima volta-
-Okay aspetta- prendo il cellulare ed inizio a cercare tra i vari file che ho sul computer. –Ecco, tieni-
-Che cos'è?-
-La mia pagella del primo semestre del terzo anno-
-Dici sul serio?- corruga la fronte. –Ma non è possibile, sono troppo bassi-
-Lo so, mia madre me lo ha rinfacciato sempre-
-Credevo che fossi la prima della classe-
-Lo ero, ma quell'anno ho scoperto l'emotività, e questo è stato il risultato. Era il periodo in cui le cose con Will andavano male, Pyper era morta da poco, ed io non capivo come riuscire a stare a galla in tutto questo senza rischiare di affogare-
-Non lo sapevo, cioè sapevo di tutta la storia di Pyper perché Shawn non sa mantenere un segreto, ma non questo-
-Tutti falliamo nella nostra vita, non siamo delle macchine, non siamo perfetti, quello che fa la differenza è come e quando ci rialziamo-
-Posso chiederti una cosa?-
-Sì certo dimmi-
-Come hai fatto a superare la morte di Pyper e tutto quello che ha comportato? Come fai ad essere normale, ad essere...insomma, come sei?-
-Non ho superato la morte di Pyper- dico, storcendo la bocca. –E non l'ho neanche accettato, mi sono semplicemente resa conto che non potevo continuare a rileggere quel capitolo all'infinito, era l'ora di pensare a quello successivo; per quel che riguarda il suicidio, mi sembrava la cosa da fare in quel preciso momento, non vedo via d'uscita ma, sicuramente, adesso non è un'opzione che prenderei in considerazione-
-Ne parli come se fosse la cosa più normale del mondo-
-Ingigantire il problema più di quanto già non sia non cancellerà quel che ho fatto, non migliorerà la situazione, tenderà soltanto a far ritornare a galla quei ricordi che, sicuramente, preferirei che rimanessero sepolti o, quantomeno, nel dimenticatoio-
-Comunque invidio la tua forza, dico sul serio, non so se sarei riuscito a sopportare la metà di quel che è successo a te-
-Secondo me ti sottovaluti un po' troppo: non sono intelligente quanto te, non sono forte quanto te...sono una persona normalissima, te lo posso assicurare. E tu sei un amico straordinario, sia per me che per Shawn- 

Blue sky|| Shawn Mendes(#Wattys2019)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt