I had loved you since we were eighteen

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-Com'era il film ieri sera?- Shawn sventola un muffin sotto il mio naso. Sospiro e allungo una mano, arrendevole.
-Molto bello, potevi venire-
-Sai che non mi piacciono i film sui supereroi-
-E quelli non ti piacciono, Fast & Furious non sai manco cosa sia...cosa c'è che non va in te?-
-Non lo so, ma ora mangia- scrollo le spalle, e do un morso al dolce che tengo in mano.
-Dico sul serio Mendes, devi farti una cultura. Oggi facciamo la maratona-
-C'è la mia festa, lo hai dimenticato?-
-Ah già vero- mi massaggio il ponte del naso. –E' che, da quando ci conosciamo, hai festeggiato soltanto una volta, quando hai compiuto sedici anni, tutte le altre...-
-Ero in tour, lo so. Ma, adesso, sono a Toronto, ho più soldi e posso, finalmente, bere-
-Ma non in America, lì devi avere ventuno anni-
-Grazie per ricordarmelo sempre Rose-
-Ehi! Non è colpa mia se, essendo famoso, non puoi nemmeno permetterti un ID falso, visto che su Wikipedia c'è spiattellato che sei del novantotto-
-Almeno io dimostro la mia età. Sbaglio o a te, a prescindere, danno ancora sedici anni?-
-Questo è un colpo basso, ma so benissimo che, tra un decennio o due, non sarà più un problema, anzi, ringrazierò il mio faccino da bambolina di porcellana-
-Una bambolina di porcellana con il naso a patata- sghignazza.
-Ti lancerei la ciabatta, se solo le utilizzassi-
-Cammini sempre scalza, non importa dove ti trovi-
-Mi rilassa, che ci posso fare-
-Sì ma un conto è d'estate, che poi ti lavi prima di andare a dormire, però d'inverno non voglio i tuoi sudici calzini a letto-
-Nemmeno io voglio un sudicio canadese che, spesso, è troppo stanco per lavarsi, eppure dormo ancora con te-
-Questo non è...- lo guardo con un sopracciglio alzato, e lui sbuffa. –Sono troppo stanco per lavarmi dopo il concerto-
-Lo so, lo sento. Almeno fatti una ceretta alle ascelle, con i peli si puzza di più-
-Sono sicuro che si tratti soltanto di una credenza popolare-
-No Mendes, si tratta di dati di fatto, perciò sta zitto- a quel punto mi alzo e mi siedo su di lui, rannicchiandomi più che posso.
-Ignori l'utilizzo delle sedie adesso?-
-Tu sei più comodo-
-Grazie, ammetto di essermi allenato per questo- avvolge le sue braccia intorno al mio colpo e mi dà un bacio sulla tempia. –Non senti la calma che regna sovrana in questo momento?-
-Shawn non cominciare- mi stacco da lui e lo guardo. Poggio lo mano sul suo collo e lo accarezzo, sospirando. –E' un passo troppo grande e troppo importante, ho solo vent'anni!-
-Va bene va bene va bene, non ne parliamo più- sbuffa. Vorrei evitare di farlo arrabbiare, per il semplice fatto che non ne capisco il motivo, che, alla fine, viviamo nelle stessa casa da un anno e mezzo ma che, comunque, la mia priorità sarà sempre lo studio.
-Shawn abbiamo tutta la vita davanti, perché correre?-
-Quindi tu sei convinta che passeremo tutta la vita insieme?-
-Sì, ci sono ottime probabilità direi...ovviamente se non mi fai esaurire prima, è stato un pochino difficile starti accanto nell'ultimo periodo ma ehi, io ti ho reso la vita un inferno un paio di volte, quindi non sono esattamente nella condizione di parlare-
-E' assurdo che io mi sconvolga ancora della quantità di parole che riesci a dire senza prendere fiato- si stropiccia gli occhi. Ieri sera, quando sono tornata dal cinema, già dormiva, avvolto tra le lenzuola, con un braccio che penzolava oltre il materasso. Aveva un'aria beata, tranquilla, un'espressione che non vedevo da molto tempo sul suo volto, quindi ho cercato di scivolare accanto a lui il più lentamente possibile, per non disturbarlo.
Credo che, comunque, mi abbia sentito, perché ha mormorato il mio nome subito dopo essersi girato, o forse è stato semplicemente un gesto volontario, chi può dirlo.
-Mi stai guardando in modo strano comunque-
-Non è vero-
-Sì, mi stai guardando...non lo so, non mi avevi mai guardato così prima d'ora, e stiamo insieme da quasi due anni-
-Penso solo di essere molto fortunato ad averti, tutto qui-
-Guarda che sono io quella fortunata Mendes, non tu. Sei, più che altro, un povero martire che ha deciso di avere a che fare con una bomba ad orologeria, sei davvero un pazzo-
-Ti amo Rose-
-Lo so, ti amo anche io, nonostante tu mi stia facendo mangiare un muffin-
-Non ti ho mica puntato una pistola alla tempia eh-
-Lo so, ma non avresti dovuto portarmelo-
-Rose, non ti dirò mai di non mangiare e non ti nasconderò mai il cibo, sai benissimo come la penso a riguardo. Devi toglierti questo pensiero dalla testa, non è salutare-
-Ho tutto sotto controllo Shawn-
-Sì, come io ho tutto sotto controllo con l'ansia, non prendiamoci in giro- gonfio le guance. Il ragazzo mi passa una mano tra i capelli e sorride. –Ehi, non ti stavo rimproverando-
-Lo so, anche perché non sei mio padre, sai com'è-
-Non metterti subito sulla difensiva Rose-
-Non sono...-
-Ti conosco abbastanza bene per saperlo, smettila di negarlo-
-Quello del cibo non è più un problema, voglio dimagrire soltanto per me stessa, te lo giuro. Fidati di me, ti prego-
-Okay okay, come vuoi tu. Ma se la cosa dovesse degenerare, interverrò, ci siamo capiti?-
-Se ti fa stare meglio-
-Sei ancora sulla difensiva-
-Smettila dai- a quel punto mi fa il solletico, ed io inizio a ridere, piegando la testa indietro. –No no no dai, lo sai lo soffro tantissimo-
-E' proprio questo il bello-
-Sei davvero saaaaadico- cerco di spostare le sue mani più che posso, ma non c'è verso che lui la finisca. –Giuro che ti uccido-
-Mi diverto troppo a farti i dispetti, sei così divertente quando ti arrabbi-
-Sai quanto è divertente tirarti un pugno in faccia?-
-Auh, perché devi essere violenta?- mi stringo nelle spalle. Alla fine sa che, per una cosa del genere, non gli farei mai del male. Lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, e l'unica cosa che voglio è che lui sia felice.
-Si chiama autodifesa Mendes-
-Se se se- inizia nuovamente a farmi il solletico, ed io a ridere. –Non parli più adesso eh?- a quel punto gli do un pizzicotto, e lui, finalmente, la smette. –Ahia!-
-Ti piace davvero tanto scherzar col fuoco, ed io ti ho fatto capire che rischia di bruciarti-
-L'ho capito abbastanza bene, grazie Greyson-
-Il piacere è tutto mio tesoro- gli faccio la linguaccia. Rimaniamo in silenzio a guarda il paesaggio di Toronto, la temperatura stranamente alta e i rumori della città. –Però devo ammettere che questa vista è davvero incredibile-
-I'm in Toronto and I've got this view...- batte le mani sulle cosce, canticchiando. –Everything means nothing if I can't have you-
-Hai ricominciato, te lo avevo detto che sarebbe successo-
-Sì, forse il terzo album arriverà prima del previsto-
-Era ora, sto aspettando impazientemente-
-Grazie mille per essere la mia fan numero uno, è una bellissima sensazione-
-Team Shawn as always- alzo le mani in aria facendo il segno di vittoria. Il ragazzo sorride, e mi stringe a lui, dandomi un bacio sul capo. –Ricordati che, comunque vada, io sarò sempre fiera di te-
-Grazie mille Rose. Ah e, al mio concerto a Toronto, ci sarà una bellissima sorpresa per te-
-Che? E di cosa si tratta?- raddrizzo la schiena e prendo il suo volto tra le mani, giocando con le sue guance. –Dimmelo dimmelo dimmelo dimmeloooooo-
-Non se ne parla minimamente. Tra l'altro si tratta di una sorpresa divisa in due ma, per la seconda, dovrai aspettare fino al tuo compleanno?-
-Eeeh? Ti rendi conto che io sono nata il primo maggio e che oggi è il sette di agosto?-
-La pazienza è la virtù dei forti- sguscia via da sotto di me e mi lascia così, mentre si dirige in cucina.
-Sei sleale Mendes-
-Mi gioco soltanto bene le mie carte- scuoto la testa. E' più furbo di quel che sembra.
-Posso almeno sapere di cosa si tratti?-
-Ah ah, non c'è storia, le mie labbra sono sigillate- sbuffo. Di solito riesco quasi sempre a scoprire le sue sorprese ma, questa volta, ho come l'impressione che mi darà del filo da torcere.
-Non puoi darmi neanche un piccolo indizio?-
-No-
-Andiamo Shawn!-
-Sapevo che non dovevo dirti niente, adesso mi romperai fino a quando non cederò-
-Quindi accadrà-
-No Greyson, te lo puoi scordare...arrenditi e fai prima- gonfio le guance e incrocio le braccia al petto. –Vedi, questo non succederebbe, se tu non avessi la mania di dover avere tutto sotto controllo continuamente-
-Io non ho la mania di tenere tutto sotto controllo- mi guarda con un sopracciglio alzato, ed io gonfio le guance. –Okay, magari...-
-Ogni volta che parto ti segni l'orario in cui ti chiamo e continui a tenere quello per tutto il periodo in cui sto fuori-
-Si chiama organizzazione-
-Si chiama malattia mentale-
-Smettila di elencare i miei difetti, lo sai che mi dà fastidio-
-Rose, ho detto solo una cosa, non essere sempre sulla difensiva-
-Io non sono sulla difensiva-
-Noooo, per niente. Amettilo, anche tu hai dei difetti-
-Sono la prima a trovarmeli, e lo sai-
-Sì e no. Cioè quelli che dici tu vanno bene, quegli degli altri no-
-Sbaglio, o stavamo parlando delle mie sorprese?-
-Sì, e tu non saprai niente, quindi non ci provare nemmeno-
-Okay, va bene- gli faccio un cenno con la mano e mi dirigo mogiamente verso l'amaca. Mi chiedo per quale motivo sia perennemente stanca per ora.
-Sei arrabbiata?-
-No, esausta-
-Ti sei svegliata un paio di minuti fa-
-Lo so, ma ho sempre sonno-
-Perché non ti fai le analisi del sangue? Secondo me è un calo di ferro, non dimenticarti che sei anemica-
-Lo so benissimo, si tratta sempre di me dopotutto-
-Potrebbero anche essere tutti quei farmaci che hai preso fino a qualche settimana fa, eri praticamente bombardata-
-Mi ricordo bene anche questo-
-Perché non ti vedo minimamente preoccupata?-
-Perché so benissimo che non è una cosa seria. E poi la mia testa è sempre piena di ansie, non ne voglio aggiungere altre-
-Credevo che, essendo in vacanza, diminuissero-
-E' così, poi mi sono ricordata che questo è il mio ultimo anno di college, e non so nemmeno io come ci sono arrivata. Devo seriamente iniziare a pensare al futuro-
-E' estate Rose, goditi quest'ultimo mese e mezzo, ci penserai non appena ricominceranno le lezioni-
-Mi mancherà la Columbia-
-Immagino, è stato il tuo regno negli ultimi due anni-
-Non è che io comandi sempre tutto e tutti, smettetela di farmi passare sempre per una despota-
-Un pochino lo sei, senza offesa ovviamente-
-No figurati, sei stato così dolce per ora, che posso sopportare qualche accezione negativa-
-Noto del sarcasmo nella tua affermazione-
-Noti bene, e non dirmi che mi ami-
-Devo andare un attimo dai ragazzi- rimette il cellulare in tasca e cerca velocemente le chiavi della macchina.
-A fare?-
-Che abbiamo detto riguardo alla gelosia?-
-Era solo per sapere, tu daresti di matto se uscissi senza dirti niente-
-Dobbiamo fare una cosa, non ti preoccupare-
-Okay- scrollo le spalle. Se non vuole dirmelo ci sarà un motivo, anche se spero che non si stia allontanando.
-Non...insisti?-
-No-
-Va bene...credo-
-Torni per pranzo?-
-Sì, non ti preoccupare- si avvicina e mi dà un bacio sulla fronte. –Ci vediamo più tardi-
-A più tardi- lo seguo con lo sguardo fino a quando non richiude la porta alle sue spalle. Alle volte è davvero difficile capirlo.
Sospiro e mi stropiccio gli occhi. Dopo il cinema io e Daisy siamo andate a bere qualcosa, col risultato che ho dovuto chiamare Shawn per venirci a prendere, non guido da brilla.
Poggio i piedi sul pavimento freddo, adoro camminare scalza, mi ricordo quanto mia madre odiasse che lo facessi, era un vizio che mi portavo dietro sin da quando ero piccola.
Ci ho messo mesi prima di abituarmi alla nuova casa di New York ed ora, qui dentro, mi sento come un'estranea. Niente di tutto ciò mi appartiene, niente ha un significato, quindi per quale motivo vuole che ci trasferiamo?
Prendo il cellulare e compongo il numero di Daisy. Lo porto all'orecchio e spero che risponda.
-Brutta stronza, mi hai svegliato-
-Vieni a farmi compagnia?-
-Dov'è il tuo fantastico e perfetto fidanzato?-
-E' uscito con gli amici-
-Oh-
-Mi ha detto che mi sta preparando una sorpresa, ma non vuole darmi nessun indizio-
-Sai che lo scopo essenziale di una sorpresa è proprio non sapere ciò di cui si tratti?-
-Sì ma mi viene l'ansia, io devo avere tutto sotto controllo-
-Rose, che cosa abbiamo detto a riguardo?-
-Che mi devo rilassare un po', lo so, lo so, però...-
-Non rispondermi che è una cosa che non puoi controllare, perché è così, devi solo metterci più impegno. Insomma, non sarebbe bello non avere tutti quei pensieri per la testa?-
-Sarebbe una meraviglia, a dir la verità, alle volte diventa tutto troppo pesante-
-Bisogna dire che, con te, diventa tutto abbastanza...-
-Lo so lo so, non prendo niente alla leggera, per me è ogni cosa è importante-
-Infatti. Sciogliti un pochino Rosie, è estate e la tua vita, per quanto so che la morte di Lucinda sia ancora recente, è pressoché perfetta. Ovviamente quel vuoto non lo colmerà mai nessuno, ne sono consapevole, però, per il resto va tutto alla perfezione-
-Sì, hai ragione. Sono sempre così impegnata a concentrarmi su ciò che c'è di negativo nella mia vita, che non mi accorgo di quanto ho di bello- mi volto verso di lei e sorrido. –Ti voglio bene Daisy-
-Lo so, te ne voglio anche io, ma ora non diventare troppo sentimentale, devi riuscire a mantenere un tuo equilibrio, per quanto possibile-
-E' più facile a dirsi che a farsi-
-Perché vivi di ansie da un paio di anni, non eri così quando eravamo più giovani-
-Quando eravamo più giovani pensavamo che avremmo conquistato il mondo, non avevamo tutte queste preoccupazioni che abbiamo adesso-
-Io non ne ho-
-Non ti credo-
-Hai mai notato che tutti pensano che io sia stupida soltanto perché sono bionda e studio moda-
-Nessuno lo pensa- mi guarda con un sopracciglio alzato
-Andiamo Rose, sai benissimo che è così, soprattutto se paragonata a te-
-Ho un'intelligenza normale-
-Non è vero, cinque punti sopra il normale-
-Non sei stupida Daisy, e chi non lo vede è soltanto perché è cieco e si basa soltanto su stupidi stereotipi-
-Lo pensi sul serio?-
-Ovvio- mi stropiccio gli occhi e mi stiracchio. –Ho un mal di testa che non ti dico, è come se avessi un martello pneumatico nel cervello-
-Perché lo usi troppo. Prendi un respiro profondo e rilassati, persino quando ti sbronzi riesci a rimanere focalizzata sui tuoi problemi-
-E' vero, devo avere qualcosa che non va-
-Non cominciare con questi discorsi, o entrerai in un loop infinito da cui non ne uscirai viva-
-La mia vita è un loop continuo da vent'anni a questa parte-
-Perché tu lo vuoi. Rilassati e basta, prendi le cose come vengono, non può sempre andare male-
-Non può sempre andare bene-
-Positività raggio di sole, devi solo essere positiva-
-Cercherò di fare il possibile, va bene?-
-Brava, ed ora andiamo a fare qualcosa-
-Daisy sono stanca, non dovevamo andare a bere ieri sera-
-E non approfittare di un Paese in cui l'età per bere è diciannove anni? Neanche morta-
-C'è il compleanno di Shawn questa sera che, sicuramente, ci sarà alcool a fiumi-
-Questa è musica per le mie orecchie- poggia le mani sulle mie guance ed inizia a muoverle su e giù.
-Ti stai divertendo?-
-Molto a dir la verità. Sarai anche dimagrita, ma il viso paffuto è rimasto-
-Mi sono arresa, è una battaglia persa-
-Stai benissimo così, non ti preoccupare, non andare in paranoia per niente-
-Vorrei che fosse così semplice, però prometto che ci proverò-
-Fortuna che, di solito, sei una di parola-
-Non capisco se sia una critica o...-
-E' un complimento Rose, non pensare che non ci sia niente di positivo in te, perché non è così. Sei una bella persona, fidati-
-Se lo dici tu, deve per forza essere così, non hai mai avuto troppi peli sulla lingua-
-A volte, però, mi sono sbagliata. Quando abbiamo litigato a dicembre e ad aprile...-
-Non ti preoccupare, è tutto passato. Ricordati che, qualsiasi cosa accada, resti sempre mia sorella- le sue labbra si curvano in un sorriso e, a quel punto, mi abbraccia. –Ti voglio bene Daisy-
-Ti voglio bene anche io Rose, ma ora basta stare a rimuginare su queste cose, è arrivata l'ora di andare, su-
-Andare dove?-
-A fare un po' di shopping! Toronto non avrà la Sunset Boulevard di Los Angeles o tutte le vie di New York che, adesso, non mi ricordo, però i suoi negozi non mi dispiacciono-
-Guarda che anche questa è una metropoli eh-
-Quando si parla di moda tu pensi a New York, a Parigi, a Milano, mica a Toronto!-
-Hai dimenticato Los Angeles, l'hai nominata prima-
-Hai mai sentito nominare la Los Angeles Fashion week per caso?-
-No...-
-Ecco appunto. Casa nostra è collegata agli attori, e alle modelle che credono di dover sfondare a Los Angeles e non a New York, ma non è proprio una delle città simbolo della moda-
-Su questo ne sai molto più di me, hai visto?- la ragazza assottiglia le labbra. Daisy non è stupida, è semplicemente fatta così. Per lei non è importante ostentare la sua intelligenza, ma lo è moltissimo, ci metterei la mano sul fuoco.
-E' quello che studio-
-E lo sai benissimo. Sai quanti miei colleghi non si ricordano niente delle materie una volta dati gli esami?-
-Rose vestiti, dai- poggia le mani sulle mie spalle e mi spinge verso camera mia. –Sei sempre lenta-
-Non è vero-
-Sììì, perché devi iniziare a parlare e a parlare e a parlare-
-Ti ricordi quando...-
-...quando facevamo tennis e ti chiamavano 'radio Rose', alle volte sembra che ti dimentichi che siamo cresciute insieme-
-Eravamo un bel gruppo-
-Rosebelle!-
-Vado vado-

Blue sky|| Shawn Mendes(#Wattys2019)Where stories live. Discover now