Every time he smiles I let him in again

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-Shawn, Rose, svegliatevi, dobbiamo partire su- sento il mio corpo scuotermi e, quando apro gli occhi, riconosco Andrew, anche nell'oscurità.
-Gertie, chi ti ha dato il permesso di entrare in camera mia nel cuore della notte?- il ragazzo poggia le mani sul materasso e si mette seduto, lasciando ricadere me, che stavo poggiata sul suo petto.
-Avevate entrambi il cellulare spento e avete staccato il telefono dell'albergo, non avevo altro modo. La prossima volta, andate a dormire prima, che cosa viene fatto fino a tarda notte?-
-Secondo te?- a quel punto gonfia le guance e assottiglia le labbra.
-Okay, vi lascio il tempo di sistemarvi, ma tra quindici minuti vi voglio nella hall-
-Va bene va bene- l'uomo esce e si richiude la porta alle spalle. Mi massaggio il ponte del naso e sospiro. –Lo odio-
-Anche io. Perché farci andare con il tour bus, quando possiamo tranquillamente prendere un aereo?-
-Perché stiamo parlando di Andrew, lui adora complicare la vita delle persone lo sai, come quando, settimana scorsa, ci ha fatto prendere la nave per spostarci. Dio, sa benissimo quanto soffra il mal di mare-
-Non sei andata due volte in crociera con tua madre e tutto il resto della combriccola?-
-Sì, infatti il giorno di navigazione, quando dobbiamo stare tutto il tempo a bordo, sto quasi sempre uno schifo-
-Meglio sbrigarci, non voglio trovarmelo un'altra volta in camera-
-Per il futuro, dovunque andremo, ricorda di dire alla reception di non dargli mai più la chiave della nostra camera-
-Hai perfettamente ragione! Pensa se ci avesse visto mentre...beh hai capito, no?-
-Sì, e non sarei riuscita più a guardarlo in faccia-
-In teoria era lui quello che si sarebbe dovuto vergognare- scuoto la testa ed indosso un vecchio paio di leggins. Mi stiracchio e mi stropiccio le palpebre, assonnata.
-Shawn?-
-Dimmi piccoletta-
-Mi daresti una delle tue felpe? Sono grandi e comode, e ho proprio bisogno di sembrare una barbona oggi-
-Tieni, però ehi, lasciale quando ritorni a New York, ne hai tantissime a casa- mi lancia un suo maglione grigio, che indosso senza pensarci due volte.
-Sì okay hai ragione, ma mica profumano come te, sanno del nostro ammorbidente- si avvicina a grandi falcate verso di me, prende il mio viso tra le mani e mi stampa un bacio sulle labbra.
-Sei l'esserino più dolce che esista, lo sai vero?-
-Wow, non pensavo che avresti mai detto una cosa del genere riferita a me-
-Andiamo dai- raggiungiamo i ragazzi nella hall, sperando che Andrew si sia calmato e che nessuno faccia battute.
E li troviamo lì, seduti, inermi, con i volti chini sul cellulare.
-Ehi che succede?- domando. Non si saranno mica arrabbiati per il ritardo, vero?
-C'è stato un attentato a Manchester, al concerto di Ariana Grande, ancora non sono riusciti a stabilire con certezza il numero delle vittime-
-Che cosa? Come è possibile? I concerti sono i luoghi più sicuri al mondo, a meno che...- lascio la frase in sospeso, sentendo un forte dolore al petto. Non ero lì, però sono la prima che scappa e stravede per andare a sentire il suo cantante preferito, e posso solo immaginare quanto dolore si provi in un momento simile.
-Pare che un tizio si sia fatto esplodere davanti ad una delle entrate. Gli addetti alla sicurezza non avevano capito di cosa si trattasse, e quindi le ragazzine presenti lì dentro hanno iniziato a correre e a scappare- una sensazione di nausea mi attanaglia lo stomaco. Shawn, accanto a me, mi abbraccia e, insieme, iniziamo a piangere.
-Chi è che mi chiama a quest'ora?- estrae il cellulare dalla tasca, che mostra la scritta 'mamma' sul display. –Dimmi, è successo qualcosa?-
-Si sa già il numero delle vittime?- Andrew scuote la testa.
Non so spiegare nemmeno io come mi sento in questo momento, o come si sentono gli altri, mentre usciamo per salire sul pullman. Shawn ha un concerto dopodomani, o domani, non ricordo bene in questo momento, quindi cosa farà adesso? Si esibirà oppure no?
Mi siedo e fisso il vuoto. Non c'è mai stato così tanto silenzio prima d'ora, l'unica voce che si sente è quella di Shawn che parla con Karen.
-Ci penserò, parlerò con gli altri e ti farò sapere, buonanotte- riattacca e mi affianca. Le sue labbra si posano sulla mia tempie, delicata e calde. –Mamma vuole che torni immediatamente a casa e cancelli le altre tappe del tour-
-Comprensibili, ma devi decidere tu Shawn, solo ed esclusivamente tu- Andrew alza le mani e prende posto di fronte a noi. Si passa le mani sul volto, sul punto di piangere. –E' davvero assurdo che succeda una cosa del genere-
-Esci contenta, sicura che vivrai una delle notti più belle di tutta la tua vita, in cui finalmente vedrai il tuo idolo, e non torni a casa. Non riesco a concepirlo-
-Potevi esserci tu- mormora Shawn. –Potevi esserci tu sotto quel palco. Poteva essere un mio concerto, o uno di Ed Sheeran, o di qualsiasi altro artista che segui. Sei stata al suo poco prima di venire qui-
-Mi stanno venendo i brividi- mi accuccio al suo fianco. Il ragazzo mi circonda con le sue braccia e mi stringe a sé.
-Il ventiquattro dovrei esibirmi, mi manca già il respiro-
-Shawn te l'ho detto: se tu ritieni che sia meglio cancellare le rimanenti date del tour europeo, non farò niente per ostacolarti, non importa di quanto andremo sotto, voglio soltanto che tu sia sereno, visto anche lo stato d'animo con cui stai affrontando le tappe ultimamente-
-Non devi farlo- mi volto verso Shawn, che si sta mangiando le pellicine delle unghie. –Vorrebbe dire arrendersi, e non dobbiamo farlo. Già molte persone sono spaventate all'idea di viaggiare, visto i precedenti attentati, adesso non possono toglierci anche la musica, non possono portarci via la nostra giovinezza, perché è di questo che si parla. Gli attentati, le sparatorie nelle scuole...non dobbiamo accettarlo e non possiamo più rimanere spettatori impassibili davanti ad uno spettacolo del genere, è giunto il momento di far sentire anche la nostra voce- mi alzo in piedi e mi posiziono in modo che tutti mi possano vedere. –La musica è da sempre qualcosa che unisci le persone, persone che, senza di essa, non avrebbero niente in comune. E' arrivato il momento di fermare questa ondata continua di paura e di odio. Loro hanno cambiato il nostro modo di vedere il mondo, ma possiamo farlo anche noi-
-E' così che hai vinto le elezioni alla Columbia?-
-Sono seria Brian. Se Shawn annullerà le tappe del tour, farà soltanto il loro gioco- a quel punto mi rivolgo direttamente al ragazzo, assottigliando le labbra. –Amore so che, probabilmente, da questo momento in poi, potresti avere ancora più ansia di prima, però non puoi arrenderti così- alza lo sguardo, gli occhi sono ancora rossi, il labbro morso, e non da me, e le dita che tremano.
-Tu pensi che sia davvero la cosa da fare?-
-Ne sono sicura Shawn, non bisogna mai fermarsi davanti alla violenza-
-Sono in preda a tantissime emozioni in questo momento, se devo essere sincero- passa una mano alla base del collo, sospirando.
-Prendi la chitarra, credo che sta sera scriveremo una canzone-
-Cosa?-
-You can't take my youth away, this soul of mine will never break, as long as I wake up today, you can't take my youth away- ci guardiamo negli occhi e lui si alza di scatto, rischiando di cadere sul suo migliore amico.
-Tu metti le parole, io ho già la musica in testa-
-Quindi è così che è nata Stitches-
-E Hold on, e Like this Brian, non te lo dimenticare-
-Vi state dimenticando Lights on- aggiunge, a quel punto, il ragazzo. –Non avrà dato un contributo scritto per buttare giù la canzone, ma l'ha dato in un altro modo- gli do uno schiaffo sulla fronte, e lui geme per il dolore. –Okay, credo di essermelo meritato-
-Andiamo Rose, prima che lo riempia di botte-
-Gli animi ragazzi, nessuno dei due deve dimostrare la propria virilità, potete stare tranquilli-

Blue sky|| Shawn Mendes(#Wattys2019)Where stories live. Discover now