I'll make up for all of your tears

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-Ecco le vostre preziose cose, non avete idea di quanto sia stato imbarazzante dover chiamare tutti e accusarli praticamente di essere dei ladri- Daisy è oltraggiata quando torna a casa, e butta una sacca con la refurtiva sul tavolo della cucina.
-Ti rendi conto che, effettivamente, alcuni di loro lo sono stati veramente? Senza contare che non puoi pensare di avere veramente ragione dopo quel che è successo-
-Ho organizzato una o due feste, che sarà mai. Abbiamo la casa perfetta, i genitori a chilometri di distanza e voi mi fate fare vita di clausura!-
-Nessuno ti fa fare niente Daisy, ma sai benissimo che non voglio che si sappia dove abito, mi stupisco che non ci sia una fila di fan qui fuori-
-Ti sei sopravvalutato un po' troppo, non sei poi così tanto famoso alla fine-
-Sei sempre così gentile-
-E tu sempre così stronzo-
-Non ho detto niente-
-Non ce n'era bisogno. A proposito, quand'è che la tua altra fidanzata viene a trovarci?-
-Daisy-
-Sto solo dicendo le cose come stanno, se credi che non ti abbia tradito sei davvero troppo ingenua, e mi dispiace per te, perché vuol dire che sei in balìa di chiunque abbia a che fare con te-
-Non l'ho tradita-
-Sì certo, perché tu ed Hailey parlavate di fisica nucleare o cose del genere no?-
-Guarda che non siamo stupidi-
-Ah quindi adesso ti riferisci a voi due al plurale? Che carino, questo sì che è amore-
-Non t'importa di ferire me?- urlo, a quel punto, con le mani che già tremano per la rabbia. –Non t'importa che così tu mi stia facendo stare male?-
-Lo ha già fatto Shawn se è per questo, e tu hai deciso di perdonarlo lo stesso. Tra quel che ha fatto lui e quel che ha fatto Will non c'è alcuna differenza, te lo posso assicurare-
-Mi stai davvero paragonando a quello stronzo?!-
-Sì, siete fatti della stessa pasta-
-Mamma mia Daisy smettila, sei isterica da mesi ormai- esclama Brian, esasperato. –La loro storia è solo affar loro, non tuo, quindi smettila di intrometterti, non mi stupirei se avessi aiutato anche tu Nate e Will nel loro piano malvagio-
-Nate e Will hanno solo acceso una miccia, il resto lo ha fatto Shawn, quindi non darci colpe che non abbiamo, anche perché ti assicuro che io non ne sapevo niente di niente-
-Perché in questa casa non si fa altro che urlare?- borbotta Alex. –Perché, invece, non mangiamo? Sto morendo dalla fame-
-Sono d'accordo con lei- dico.
-Daisy ti ripeto ciò che ti ho detto qualche mese fa: se ti trovi tanto male qui, se non ti piace vivere sotto lo stesso tetto con uno come me, puoi sempre andartene, sono sicuro che Will riuscirà ad ospitare tutti-
-Okay ragazzi, time out. Non è necessario litigare né cacciare via nessun altro-
-Non mi hai nemmeno chiesto come sta Nate comunque-
-Non è la prima volta che cade dalla moto, quando eravamo ancora a Los Angeles accadeva praticamente ogni estate-
-Una gamba rotta, varie abrasioni e due costole incrinate, dovrà stare sulla sedia a rotelle per un po'-
-A che velocità andava?- mi viene spontaneo chiedere, viste le ferite riportate.
-E che ne so, mica gliel'ho chiesto-
-Va bene va bene ma calmati, sembra che tu abbia ficcato le dita nella presa e abbia preso la scossa-
-Hai sentito quel che ho detto prima? Ho dovuto chiamare tutti gli invitati chiedendo se avessero preso le tue cose, diventerò lo zimbello di tutta la Columbia!-
-Daisy, tu realizzi quel che è successo vero? Che qualcuno ha effettivamente rubato?-
-Magari erano ubriachi e si sono sbagliati, che ne sai-
-Sì certo, ed io sono la regina Elisabetta-
-Beh ammetterai che il tuo giudizio è un po' offuscato ultimamente-
-Basta-
-Ho fameeeee- piagnucola, a quel punto, Brian. –Dico sul serio, non potete smettere di litigare e aiutarmi a cucinare?-
-Ordina la pizza- gli suggerisce Shawn. –Anche perché, secondo me, ne avremo per le lunghe-
-Hai fatto una cazzata, fine, non succede niente, tutti possono sbagliare-
-Tutti tranne Rose, lei è praticamente perfetta-
-Ma se dico sempre il contrario-
-Non dovevi tornare con lui okay? Non so come tu faccia a fidarti ancora, però ti ferirà, e spero che ti ricorderai queste parole quando accadrà-

-Non ci posso credere che questo sarà il nostro ultimo esame- dico, guardando la Columbia che si staglia verso il cielo davanti ai miei occhi. –Tre anni passano in fretta-
-Quattro un po' di meno...comunque anche io sto provando questa sensazione dolceamara, si sta chiudendo un altro capitolo della nostra vita, ma non è come il liceo, questo è...-
-...è diverso lo so, perché adesso dobbiamo davvero crescere e diventare grandi- sento un peso gravare sul cuore. Sono davvero pronta ad un passo del genere? Per certi versi mi sento ancora poco più di una bambina.
-Non stai respirando più, vero?-
-No-
-L'ho notato, ma ora andiamo, su- stringe le dita intorno al mio gomito e, insieme, entriamo nell'edificio, cercando l'aula in cui si terrà il nostro ultimo esame.
Quando sono arrivata qui mi sentivo un pesce fuor d'acqua, ricordo che, durante la prima settimana, mi lamentavo con Shawn di sentirmi sola, e invece guarda dove sono arrivata. –Rose!-
-Non c'è bisogno di urlare-
-Oggi sembra che tu ti sia imbambolata-
-No, sono solo malinconica, tutto qui-
-Ragazze- borbotta.
-Oh certo, perché voi non avete sentimenti, l'avevo dimenticato-
-Non sto dicendo questo, solo che...-
-Vuoi davvero continuare un discorso del genere con me?-
-Voglio andare a fare l'esameeeee. Tu ti sei riposata in giro per il mondo per quasi un mese, io sono rimasto bloccato qui a New York-
-Potevi venire anche tu, nessuno te lo impediva-
-Sì certo, a fare il terzo incomodo-
-Ti posso assicurare che il rapporto tra me e Shawn è stato pressoché platonico in queste settimane-
-Vuoi proprio punirlo-
-Credo che stiate sottovalutando un po' tutti la gravità della cosa-
-Penso solo che, se hai deciso di perdonarlo, non abbia senso continuare a trattarlo tanto male-
-Non può tornare tutto alla normalità-
-Ma tu ci stai provando davvero, o ti stai semplicemente vendicando di Shawn?-
-Ci sto provando, te lo posso assicurare-
-Okay-
-Avevi qualche dubbio?-
-Vi ho conosciuto che già litigavate, quindi...-
-La nostra relazione è una di quelle che troveresti scritte nei libri, su questo puoi metterci la mano sul fuoco, il problema è che non ti viene sempre detto come vanno le cose sul lungo periodo, soltanto sul breve-
-Ma tu stai citando economia!- mette su un'espressione disgustata, come se lo avessi appena insultato.
-Solo un concetto, non ti preoccupare, è ancora tutto a posto- ci sediamo in aula, è pienissima e il vociare degli studenti è assordante. Mi chiedo che cosa avrebbe pensato mia madre sapendo che mi sto per laureare in anticipo e che Harvard mi ha finalmente dato il posto che mi spetta, quello che mi aveva tolto quando i miei voti erano scesi. Mi ero sempre premessa che avrei frequentato proprio quel college quando ero bambina e, adesso, sono un passo dal realizzare il mio sogno, nonostante sia consapevole che dovrò viaggiare tutti i giorni per fare la spola tra Cambridge e New York.
-Non te l'ho più chiesto, ma che ti ha detto il viscidone per la tesina?-
-Ha fatto un'altra battuta, solo che questa volta avevo il cellulare che registrava, quindi l'ho colto in calcio d'angolo-
-Ti prego dimmi che non lo hai ricattato-
-Per chi mi hai preso?-
-Per una che ne sarebbe capace-
-Comunque no, sono andata direttamente dalla rettrice e gliel'ho fatto ascoltare. Sospeso in men che non si dica-
-Non hai paura che si vendichi di te?-
-Non ero l'unica che si è lamentato, e ha ricevuto una ventina di ragazze prima di me, potrebbe essere stata chiunque-
-I miei complimenti Rosebelle Greyson, sei riuscita a sconfiggere il cattivo, sono davvero colpito- prendo i libri e i vari fogli con gli schemi e li dispongo sul tavolo, non sapendo bene da dove cominciare a ripassare. –Nate?-
-Sei molto sicuro di passare questo esame-
-In realtà sto morendo dall'ansia ma, se apro anche solo uno dei manuali, potrei andare in panico totale, e non sarebbe un bello spettacolo-
-E' ridotto davvero male e, da quel che ne so, è ancora in ospedale-
-Sei andata a trovarlo?-
-No- dico, scuotendo la testa. –Ovviamente mi dispiace per quel che gli è successo, deve sentire tanto dolore, però non mi sento di andare in ospedale, sedermi accanto a lui e parlare di tutto, sarebbe un qualcosa di falso, ed io non riesco proprio a fingere i sentimenti, per niente-
-Secondo me dovresti andare, anche solo per sapere come sta, giusto per ricordargli che sei superiore a lui e a Will. Vai con le ragazze, gli porti un vassoio di pasticcini, gli chiedi come sta e poi inventi che dobbiamo studiare per un progetto che dobbiamo realizzare prima della laurea, semplice-
-Ma tu sei un genio del male- rotea gli occhi al cielo, ridendo. –Sono seria, non hai del tutto torto riguardo a questa cosa-
-Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di offendermi-
-Ti voglio bene- mi mostra il terzo dito. I professori entrano finalmente in aula e, a quel punto, tutti si zittiscono. Quel che si percepisce adesso è un'ansia collettiva che, più o meno, sta soffocando tutti. –Credo di stare per morire-
-Tanto sappiamo entrambi che prenderai un altro cento-
-Oh lo spero, voglio concludere in bellezza se non ti dispiace-
-Sei consapevole di avere la media più alta di tutto il corso?-
-Ma non di tutta la scuola, io punto a quello-
-Tu sei pazza- roteo gli occhi al cielo. Il professore inizia a fare l'appello, le mie budella si contorcono. Perché devo essere sempre così in ansia?
Io e Luke aspettiamo il nostro turno, adesso neanche lui parla, ma si limita, come me, a battere i piedi ritmicamente a muovere le gambe.
La prima ad essere chiamata sono io, il cuore mi martella in petto come se si trattasse del primo esame, o forse è soltanto la consapevolezza che sta finendo un altro capitolo della mia vita, uno davvero importante e che dovrò crescere una volta per tutte.
Rispondo a tutte le domande con sicurezza, come se avessi il libro stampato in testa il che, a giudicare da quante volte l'ho ripetuto, è in parte vero.
La professoressa mi premia con il massimo, mi volto verso Luke, che rotea appena gli occhi, ancora un po' arrabbiato di non potersi laureare con la lode per via di un alcuni voti più bassi che ha preso al primo anno.
-Non vorrei dire 'te lo avevo detto' ma te lo avevo detto-
-Sei davvero odioso...comunque tocca a te-
-Lo so, augurami buona fortuna-
-Non ne hai bisogno, andrai benissimo fidati- incrocia le dita e scende le scale. Si siede davanti al professore e, dopo la prima domanda, inizia a parlare. Ne approfitto per avvertire tutti che l'esame è andato bene e che sto aspettando Luke per tornare a casa. Non posso credere che sia davvero finita, mi sento strana in questo momento.
Però, se penso che Harvard mi sta aspettando, inizio a fare il conto alla rovescia sin da ora.

Blue sky|| Shawn Mendes(#Wattys2019)Where stories live. Discover now