CAPITOLO 61

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Aprendo la porta di casa, vengo subito accolta dalla puzza di fritto.
Mia mamma appare sul ciglio con un mestolo in mano <ci ho provato, ma voi lo sapete quanto io sia impedita>.
Nonostante la situazione, inizio a ridere per la sua espressione afflitta e sconcertata.
<Faccio una doccia veloce e vengo a darti una mano>.
<Eh si, anche perché se volete mettere qualcosa nello stomaco di buono, ti tocca> si aggiunge alla mia risata.
-
Jack intuisce l'attacco di ira di Josh e così ci lascia da soli. Andiamo in camera mia, ed entrambi cerchiamo dei vestiti da mettere dopo la doccia.
<Ti porterò in un altro posto dopo cena> cerco di far finta di niente.
Lui non mi risponde così continuo <mia mamma è sempre stata impedita in cucina, per ciò vado ad aiutarla, perché non vieni anche tu?>.
Niente, Josh non mi risponde e continua a rovistare tra i suoi vestiti con fare arrabbiato mentre non mi degna di uno sguardo. Faccio il giro del letto e mi poggio al davanzale della finestra.
Forse è arrivato il momento di parlarne.
<Era Steven> quasi sussurro il suo nome, come se Steven potesse sentirmi. Ogni volta che dico il suo nome provo a far finta che non mi importi, che non possa farmi male anche solo nominarlo, ed invece di continuo, puntualmente la voce mi trema.
<Era il mio ex quello della palestra> ripeto.
Josh mi guarda e aggrotta le sopracciglia. Questa nuova espressione che ha in faccia non riesco a decifrarla <secondo te non l'avevo capito? Davvero credi che non ho riconosciuto lo sguardo che solitamente usi con me? Lo hai guardato nello stesso modo>. È arrabbiato e furioso, ma ora posso dirlo con certezza HA FRAINTESO TUTTO.
<Josh non è così, non dire cazzate>.
Si avvicina lentamente a me, con fare da duro, la sua espressione cambia ad ogni mia parola.
<Alex non mentire> dice soltanto una volta ad un centimetro della mia faccia. <È un tuo ex, avete vissuto delle cose assieme e lo posso capire. Ma non dirmi di accettare il modo in cui l'hai guardato, perché quello non posso farlo>.
Josh è sempre stato molto geloso e forse per ciò ha fatto un grosso equivoco.
<Ci siamo lasciati tanto tempo fa ormai..> inizio col dire.
Abbasso la testa, perché non riuscirei a guardarlo negli occhi mentre gli parlo di lui.
<Avevo quindici anni e lui diciassette. È sempre stato dolce e premuroso. Mi ha letteralmente corteggiata facendomi la corte un sacco di volte>.
Alzo la testa solo per vedere se mi stesse ascoltando, e quando ne ho la conferma continuo <mi ha chiesto di uscire tante volte e dopo l'ultima pazzia che aveva fatto per me, gli ho detto di si. Da lì le nostre emozioni e quindi la nostra storia sono stato sempre in salita. Fin quando però, la sua gelosia ha iniziato ad essere morbosa> la voce ora inizia a tremarmi come sempre, e devo fare delle pause per sembrare stabile <se ne approfittava della mia età, della mia cotta nei suoi confronti e del fatto che non avessi una famiglia stabile attorno>. Lo sento vicino a me, segno che si è avvicinato, ed io gliene sono immensamente grata. <È iniziato tutto una sera, io e le mie amiche avevamo deciso di andare al pub qui vicino, ci saremmo divertite come delle normali quindicenni anche perché prima non ero così ribelle, anzi ero molto tranquilla e taciturna. Quando l'ho detto a Steven, inizialmente ha provato a raggirarmi con delle parole, dicendo di stare con lui che ci saremmo divertiti di più a casa sua da soli, ho acconsentito e da lì è sempre stato peggio. Non mi faceva mai uscire, solo per andare a scuola o a casa sua e quando andavo da Jade tornavo sempre con un occhio nero>.
Inizio a piangere a singhiozzi e a stare male al pensiero di certi ricordi.
<Vieni qui> mi dice dispiaciuto aprendo le braccia. Non faccio un passo in avanti, è lui ad avvicinarsi al davanzale ed ha unire i nostri corpi. Si poggia con il mento sulla mia testa e passa lentamente una mano sulla mia schiena con movimenti circolari.
<Non ho mai avuto il coraggio di denunciarlo, solo Jade e Jack sanno di Steven. Non sono mai riuscita a far qualcosa contro di lui. Ed ho sbagliato, ho fatto un errore gigantesco, chissà a quante ragazze sta facendo la stessa cosa> continuo a piangere, fino a vedere tutto appannato.
<Basta adesso, non ci pensare, per favore mi fa male vederti così> mi stringe ancora di più.
<Per questo ero così scettica all'inizio con te, sul fatto che ero ancora vergine e tutte le altre cose, credevo che non l'avrei mai superata.. ed invece con te è cambiato tutto>. Sbotto in un pianto pieno di sofferenza, pentimento e afflizione.
Josh mi prende in braccio a mo di sposa e mi poggia sul letto, ed io accovacciata in posizione fetale rimango immobile.
<Alexis mi dispiace aver pensato male. Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare da sola e mi dispiace per tutto ciò che ti ho fatto passare. Ora sei la donna più forte e perseverante che io conosca e nessuno e dico nessuno riuscirà a toccarti con un solo dito, anche perché ci sarò sempre io con te>.
Inizio a metabolizzare e quindi a capire che ora sono una donna diversa, sono cresciuta e ai tipi come Steven ora li posso sparare in fronte senza nessun rimpianto. Mi metto seduta sul letto e asciugo le lacrime <a me dispiace non avertelo detto prima>.
Mi da un bacio sulla tempia e fa per alzarsi, ma lo faccio cadere su di me.
Prima mi lamento sentendo il suo peso addosso e poi scoppio a ridere <hai chiuso la porta a chiave?> gli chiedo.
<Alexis non ci pensare proprio, ci sono tuo fratello e tua madre oltre quella porta>.
<Sshh> lo zittisco baciandolo, provando a fargli pensare ad altro. Con gesti veloci mi metto a cavalcioni su di lui.
<Smettila, lo sai che non riesco a resistere se fai così>.
Mi spiego su di lui e inizio a baciargli il collo, lo sento irrigidirsi e subito dopo mi dice <va a chiudere quella maledetta porta e torna subito qua>.
Rido, missione compiuta.
Farò l'amore con Josh, nella mia vecchia cameretta, dove fino a qualche mese fa costudivo la mia fragilità e la mia purezza.
-
Un ora dopo.
Sono appena scesa dopo una lunga doccia. Jack e Josh sono andati a fare un giro ed io vado ad aiutare mia mamma , magari riesco anche a parlarci.
<Cosa volevi friggere?> domando ridendo.
<Volevo fare le patatine fritte, se la memoria non m'inganna, ne vai matta>.
Sorrido <già>.
<Però non ho quelle congelate, perciò devo tagliarle a triscioline> continua.
<Perfetto>.
<E aggiungerei anche le cosce di pollo per tuo fratello, non sia mai che va in gelosia>.
Rido ancora, quasi imbarazzata da questi discorsi con lei.
<Iniziamo?> mi chiede non vedendo nessuna mossa fatta da me.
<Iniziamo> ripeto ridendo ancora come un ebete.
<Quindi cosa mi racconti?> inizia subito con le classiche domande da mamma.
<A New York lavoro sempre, io e Jade abbiamo scelto un impiego che ci tiene attive tante ore al giorno, ma nonostante ciò siamo felici e ci piace ciò che facciamo> confesso senza troppi indizi.
<Ah si Jade, lei sta bene? Come l'ha presa quando ha saputo di sua madre?>.
Per un attimo smetto di tagliere le patate e inizio a scrutare mia madre <non ho capito>.
<Quando ha scoperto della malattia. Credevo tornasse per assisterla>.
Poggio il coltello sul marmo e chiedo ancora una volta di essere più specifica.
<È malata Alex. Credevo lo sapessi, sei sicura che Jade non te l'abbia nascosto?>.
<Mamma conosco Jade da una vita e so per certo che mi avrebbe detto di sua madre se lo sapesse>.
<Un mesetto fa, gli è stato diagnosticato un neoplasma> anche lei smette di fare quello che stava facendo e mi guarda.
<Mamma non scherzare> sento gli occhi pizzicarmi di nuovo.
<Oh Alexis so quanto tu tenga a quella donna e per ciò non ti mentirai mai>.
Abbraccio forte mia mamma, e una sola lacrima mi riga il viso <andrò a trovarla domattina> gli dico dopo essermi staccata da lei.
Mia madre annuisce mi accarezza una guancia <sarà felice di vederti>.
Stiro le labbra provando a ridere e asciugo la lacrima.
Ora cosa dovrei fare con Jade? Dovrei tenerglielo nascosto oppure no?!
Nel frattempo chiamo Josh al telefono, ma niente, non risponde, così provo con Jack. Mi avevano avvertita che sarebbero andati a farsi un giro, ma non sono più tornatati. Neanche Jack risponde, ma sorvolo, ci riproverò più tardi, continuerò a cucinare con mia mamma.
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Bussano alla porta e convinta che fossero Josh e Jack vado ad aprire, invece no, è mio padre che è appena tornato dall'ufficio. In realtà non ho nemmeno chiesto perché non hanno ferie dato che capodanno è stato due giorni fa.
<Ciao> mi viene a salutare con un bacio.
Non abituata a tutto ciò, sorrido e lo aiuto con la ventiquattro ore di quoio.
<Forse è ora che la cambi questa> gli faccio segno mentre la metto al suo posto <è vecchia ormai> sorrido di nuovo.
<Nah, ha il suo vissuto> scherza.
Inizia a togliersi la giacca e mi domanda di mamma e fa altre domande generiche, infine mi chiede di Jack e Josh, così mi viene in mente di chiamarli di nuovo.
Niente telefono spento entrambi, stanno tramando qualcosa, me lo sento, non è da Josh avere il telefono spento, soprattutto ora che è lontano dalla sua città.
Neanche il tempo di far pensieri brutti che mamma mi chiama per tornare in cucina con lei <il pollo, forse è cotto>.
<Arrivoo> grido dal salone.
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Mentre stavamo per metterci a tavola, suona il campanello, finalmente sono tornati, penso.
Ed infatti appena apro la porta Josh mi viene a dare un bacio a stampo.
<Dove siete finiti? Sono due ore che provo a chiamarvi> non gli do nemmeno il tempo di staccarsi che inizio la predica.
Josh si guarda l'orologio <non ci abbiamo fatto caso baby, stai calma>.
Guardo Jack, che è in silenzio e da le spalle alle scale. <Tutto ok?> gli chiedo.
I due si guardano, ma non parlano.
<Non avrete mica distrutto l'Audi?> è l'unica cosa che mi viene in mente che possano aver fatto di grave.
<Non è successo niente Alex, finiscila> Josh mi da un altro bacio sulla tempia <vado a lavarmi le mani e torno> dice.
Rimaniamo solo io e mio fratello <cosa avete fatto?> assottiglio gli occhi.
<Te lo ha già detto lui>.
Jack mi sta mentendo, e quindi anche Josh.
<Jack..> non mi lascia finire che anche lui mi bacia la fronte.
<La smettete di baciarmi tutti quanti?!> strillo sotto lo sguardo divertito di Jack.
<So che avete fatto qualcosa, non mi sapete mentire> divento di nuovo seria.
<Io sto morendo di fame> Jack smette di sembrare un cane bastonato e torna ad essere più sereno alla vista di mamma.
<È pronto, cosa fate davanti alla porta?!>.
<Arriviamo> diciamo insieme io e lui.
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Il resto della serata è una cena tranquilla, una cena di famiglia, ed il mio ragazzo.
È una cosa fantastica essere tutti così uniti e spensierati, se solo non fosse per il comportamento strano dei due ragazzi seduti di fronte a me.

SPAZIO AUTRICE:
Perdonatemi se il capitolo è più corto degli altri, ma è un capitolo di transito, perciò buona lettura..
Spero come sempre che vi stia piacendo! Un bacio😘🎀

Oltre ogni promessaWhere stories live. Discover now