CAPITOLO 66

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L'ansia sta per assalirmi ricordandomi che tutti dipendono da ciò che sto per dire o fare, se qualcosa dovrebbe andare male avrò sulla coscienza le vite di tanti ragazzi nonché miei amici. La sicurezza che avevo prima si è trasformata in paura.
<Sembra la casa di un film horror> ironizza Tom.
In effetti è una villetta su una collina, non c'è niente attorno, un paio di lampioni e il verde dell'erba che ricopre l'intera area sottostante.
Qualche luce si intravede da dietro le tende, segno che qualcuno potrebbe essere ancora lì dentro.
Sono ferma nello stesso punto da qualche istante, eppure ancora non riesco nè a muovermi nè a decidere cosa fare.
<Hai dimenticato questo> Josh mi porge un passamontagna.
Lo guardo a lungo e lui si accorge subito che c'è qualcosa che non va. Si avvicina guardandosi intorno. Sono tutti intenti a fare qualcosa quindi nessuno ci osserva.
<Cosa succede?> mi chiede <qualcosa non va?> fa ancora un passo vicino a me.
<Mi è salita l'ansia, sono bloccata, non riesco a muovermi> ammetto a bassa voce guardandogli le mani.
Fa ancora un passo nella mi direzione ed ora sento il suo caldo respiro in questa gelida serata. Mi sposta i capelli in dietro e mi mette il passamontagna, sta attento a lasciare solo gli occhi scoperti e mi sistema ancora una volta i capelli fuori posto <non devo mica ricordarti io quanto sei forte vero?>.
Mi scioglie il cuore ed io magicamente mi sento molto meglio <se dovessi fallire?>.
<Falliremo insieme..> unisce la sua frase alla mia <ma non accadrà, non fallirai mai. Sei una forza della natura, nulla è impossibile per te, per noi> mi porge la mano <andiamo, ci sono io> ed io l'afferro.
Mi arriva un spallata e di colpo lascio la mano <quando avete finito di fare i piccioncini andiamo? Se volevo guardare amoreggiare qualcuno, sarei andato al cinema o a teatro, non in un villa dove potrebbe esserci un cecchino>.
Josh lo guarda male, ma non gli risponde.
<Andiamo> urlo per attirare l'attenzione degli altri. Carter mi porge le glock e un fucile, li afferro, li sistemo e iniziamo a camminare velocemente.
<Io, Tom, Josh, David e Bryan andiamo di qua> indico una porta secondaria <gli altri vanno a fare il giro, fra cinque minuti ci troviamo tutti nel salone>.
Cole e gli altri acconsentono.
Josh nel frattempo da una spallata alla porta che si apre subito.
Alla fine del lungo e buio corridoio che abbiamo appena fatto, arriviamo direttamente nell'atrio della casa.
Ci sono tantissime porte, ci guardiamo attorno assicurandoci che sia vuota, ed effettivamente lo è.. ma le luci accese non mi convincono.
<Che facciamo?> chiede Bryan.
<Aspettiamo gli altri, sicuramente usciranno da una di queste porte>.
Una affianco all'altra ho contato dieci porte che vuol dire? Ci sono dieci uscite diverse oppure ci sono anche delle stanze camuffate?.
Sentiamo dei rumori provenire da una delle tante uscite e quando ci avviciniamo alzando le armi, Cole esce con la mani in altro <siamo noi>.
Sospiro di sollievo <come avevo pensato> . Continuiamo a guardarci in torno, c'è un arco in cemento che porta alla sala giorno e le scale a chiocciola sicuramente portano alle camere da letto.
<Ci dividiamo?> chiede Josh.
<David , Stephan e Tom voglio che aprite le porte una ad una>. Si avviano subito. La prima è una piccola camera, senza finestre, con solo un lettino e un armadietto.
Guardo d'istinto prima Josh, poi Cole ma faccio subito cenno a Tom di continuare.
Nel frattempo ordino a Jade ed Ian di perquisire la stanza. I ragazzi aprono altre porte, dove ci sono sei camere e due bagni oltre le uscite.
<Forse sono già stato qui> dice Patrick guardandosi intorno.
Ci giriamo tutti verso di lui chiedendo silenziosamente spiegazioni.
<Cioè non ne sono sicuro. Ma le pareti verdi mi ricordano qualcosa. Anche l'arco in cemento ha un'aria familiare ma non riesco a ricordare>.
<Bhe provaci> dice Bryan con in aria scocciata.
<Ci sto già provando> continua stringendo le labbra e assottigliando gli occhi, guardando un punto fisso davanti a lui <il clan, il capo, un uomo spavaldo che ci dice cosa fare, una ragazza spaventata, ma nulla.. è tutto così sfocato, come se fossi stato drogato e non ricordassi bene tutto ciò>.
<Io e Jade perquisiamo le camere, assieme a Patrick. Gli altri controllano tutto il piano di sotto. State attenti, potrebbe esserci ancora qualcuno>.
<Fai attenzione> dice Josh prima di andare poi si guarda i suoi amici <cioè fate, fate attenzione > e se ne va con la testa bassa.
Sorrido, ma mi mordo il labbro inferiore per non farlo vedere. Come se con il passamontagna potesse vedersi qualcosa.
-
Camere perquisite, ci dirigiamo dagli altri con delle buste in mano. Abbiamo raccolto ciò che ci sembrava potesse servire per delle nuove indagini.
<Qui nulla> mi dice subito Cole.
<Saliamo> continuo a muovere il capo come per confermare ciò che sto pensando. È una cazzo di villa, non si lascia incustodita una villa, ci sarà qualcuno o qualcosa a nostra disposizione.
<Trovate un ufficio ci saranno delle telecamere, voglio tutti i registratori> dico non riferendomi a qualcuno di preciso, ma comunque vedo David e Stephan muoversi.
<Io, Tom, Josh, Cole, Jade e Chad> li indico uno a uno con tono autorietario <troviamo un ufficio. Gli altri perquisiscono tutti i centimetri che rimangono>.
La prima porta che apriamo non è un ufficio, ma meglio.. una stanza solo per le telecamere esterne, interne e di tutta la zona che circonda la collina.
<Le prendo io> mi precede Jade.
Ora che ci faccio caso c'è tanto casino in questa camera. Caos ovunque, carte, penne, e addirittura qualche cassetta a terra.
Mi piego a prenderne una e la metto nel grande sacco che sta riempiendo anche la mia amica <sono stati qui non poco tempo fa e cercavano di togliere tracce > dico a bassa voce, ma in modo che tutti nella stanza mi sentissero.
Alzo la voce d'un tratto <ma sì certo>. Guardo Josh come se dovesse leggermi nel pensiero e poi chiedo a Tom e Chad di riunire tutti.
<Saranno fuggiti da poco. Non potevano lasciare una villa incustodita. Quindi se stiamo attenti e siamo fortunati riusciamo ancora a trovare qualche verme nascosto>.
<La villa è enorme, dividiamoci> mi consiglia Cole
<No, non sappiamo quanti sono e non possiamo essere in minoranza>.
Quando sono tutti di fronte a me, parlo decisa è abbastanza velocemente <occhi aperti e fate attenzione ci sarà ancora qualcuno in questa casa>.
Tutti caricano le proprie armi ed iniziano a seguirmi mentre continuo a ripetermi che è la mia serata fortunata.
-
È un po' che giriamo per la casa, senza trovare niente o nessuno, ammetto di non essere ancora così sicura della mia opinione.
Ma mente stavo per cedere e mollarle la presa, si sente un rumore provenire dalle nostre spalle. Come un vetro che si frantuma, un bicchiere o uno specchio non lo so. Tutti guardiamo le nostre spalle e ci dirigiamo verso il bagno, è li che si scaturisce il suono.
<Cazzo avevi ragione> dice Patrick essendo il primo arrivato lì. Lo vedo puntate una lampadina al soffitto, dove ora si trova un buco che prima non c'era.
<Bryan fammi salire sulle spalle> chiede a lui essendo quello con la muscolatura più grossa.
<Sta attento> gli grido contro fino a quando non si vede più.
<Chad, Cole, Tom e David> cercate un altra botola o qualche uscita per il terrazzo>.
Annuiscono e se ne vanno correndo, così come il resto del gruppo.
<Gli altri con me>.
Ammetto di essere leggermente spaventata, ma ho dei grandi figli di puttana al mio fianco e sono sicura che non li lasceranno scappare, questa è la nostra serata mi ripeto entusiasta.
<Ti voglio vicino a me ogni istante, non provare ad allontanarti, nemmeno per due centimetri> sento bisbigliarmi nell'orecchio da Josh mentre sfondiamo le porte una ad una.
<Trovata. È dietro al ripostiglio c'è una porta di ferro. Aspettiamo i comandi> mi dice Cole dagli auricolari che abbiamo tutti collegati.
<Arriviamo, non vi muovete senza di noi.
Patrick mi senti, dove sei?>.
Patrick non mi risponde, però iniziamo a correre verso gli altri.
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Dopo la porta c'è una scala che porta direttamente al tetto ed infine, un terrazzo enorme.
<Non ci divideremo, però ognuno prenderà la propria direzione..> faccio una pausa <cosa più importante dobbiamo trovare Patrick>.
Saliamo gli ultimi scalini di corsa mentre Josh e Bryan mi fanno da scudo.
Abbiamo le armi cariche e sono più che sicura che dovremmo usarle, ma allo stesso momento sono felice, abbiamo una pista dobbiamo solo catturarli e capire chi sono.
<Eccoli> mi indica il gruppetto di Chad e gli altri, compreso Patrik.
Ci riuniamo di nuovo <è impossibile che si siano buttati giù, sono troppi metri d'altezza, ed a meno che non ci sia una scala esterna sono ancora qui. Stiamo attenti, guardiamoci le spalle a vicenda, non sappiamo nemmeno quanti sono>.
Continuo a dettare regole sperando che cambi qualcosa, fino a quando non mi viene un 'idea <buonasera ragazzi e ragazze se c'è n'è qualcuna presente > grido per farmi sentire da chiunque ci sia.
<so che siete qui nascosti da qualche parte, quindi fatemi sapere che mi state sentendo> faccio una pausa aspettando una risposta ma niente <ok, siete timidi> continuo a girare intorno al grande terrazzo. Non ricevendo risposta li istigo ancora mirando la porta di acciaio non troppo lontano da me, facendo rimbombare il suono.
<Grandissimi figli di puttana, mettiamo caso che il terrazzo è di all'incirca cinquecento mq e facendo un ipotesi che anche voi state camminando come noi, prima di incontrarci passerà poco meno di quindici minuti.
Perciò, fatevi avanti, ho qualche domanda da farvi. Non fateci girare a vuoto, sennò finirò per arrabbiarmi> .
Nemmeno il tempo di finire che sentiamo uno sparo che non proviene dal nostro gruppo.
<era una glock, probabilmente non hanno tante munizioni> mi dice Bryan all'orecchio, ed io annuisco.
<per chi lavorate?> chiedo.
Do l'ordine a Josh di sparare nella direzione dello sparo, ed esegue.
<perché c'è l'avete con noi?>. Glielo faccio ripetere.
<Quanto vi pagano per rischiare la vita così?>. Ancora uno sparo.
<Che stai facendo? Vuoi giocare?> mi chiede Cole infastidito, ma io non rispondo gli metto solo l'indice davanti alla bocca , zittendolo.
<Ora vi propongo una cosa e francamente fossi in voi accetterei. Un posto nel nostro team, uno stipendio vantaggioso, metterete le vostre vite e quelle dei vostri familiari in salvo e nessuno si farà male. Altrimenti, stasera la metà di voi verrà ferita, se non giustiziata del tutto. L'altra metà sarà massacrata a botte fino a quando nemmeno i propri cari riusciranno a riconoscervi. Sto per far sparare di nuovo i miei ragazzi quindi prendete una decisione fra.. 3.. 2.. 1..>.
<Ammetto di essere colpito> mi risponde la voce di un ragazzo <mi avevano detto che avessi le palle, ma hai già preso il posto degli altri due coglioni?>.
Sento il fiato di Josh farsi più corto, segno che si sta arrabbiando.
<sto per ordinare di sparare ancora, ed il diametro del terrazzo è quasi terminato> l'avviso.
Prima ancora che potessimo farlo, ci sparano loro.
<ci hai mancati, a quanto pare non siete dei bravi cecchini, fossi in voi ci penserei due volte prima di iniziare uno scontro>.
Ordino di continuare con gli spari, in modo che sappiano che ci stiamo avvicinando.
Ancora prima che cessassero i nostri spari, anche i loro si uniscono.
Proviamo a nasconderci tutti, chi dietro alla canna fumaria, chi dietro i vari muretti.
<Non siete nessuno> grida ancora quel ragazzo.
<continuano ad essere solo glock, ma questo non vuol dire che non abbiano abbastanza colpi> mi ricorda Bryan.
<Hai ragione> grido <non siamo nessuno, e voglio solo sapere cosa volete da noi. Perché quest'alleanza, cosa vi spinge a volerci morti?>.
<Il potere. New York sarà del mio capo, non del vostro>.
Iniziamo ad attaccarli noi, ora che abbiamo capito da dove vengono i colpi.
<Allora> parlo al mio gruppo <dobbiamo cercare di raggiungerli, metà dovranno fare il giro largo ed arrivare a loro, noi vi copriremo le spalle tranquilli>.
Bryan si alza <voglio andare io di là>.
<No, tu mi servi da scudo, rimani>.
<Voglio prenderlo io, andrò io dall'altra parte. Con me verranno Chad, Cole, Ian, Stephan e Tom> decide Bryan. Non glielo nego, ha scelto una bella squadra, possono farcela.
<Ho notato un muro più alto degli altri da quella parte, potrebbero tornare al piano di sotto> gli faccio notare, indicandogli il punto.
<tranquilla. Copriteci>.
Torniamo a sparare all impazzata provando a non fargli notare i ragazzi che li raggiungono mentre avanziamo lentamente.
<siamo troppo esposti>grida Josh nella mia direzione.
<Non lasceremo da soli metà del gruppo> rispondo decisa impugnando la mia AK-47.
<Secondo voi, il vostro capo cosa farà quando uno di voi sarà ferito e non potrete più stare nel clan? Vi curerà le ferite? Vi farà la minestrina e vi cambierà le garze?. Ve lo dico io, vi lascerà morire su questo terrazzo dissanguati>.
<stai zitta figlia di puttana> grida per poi tornare a sparare con più prepotenza.
Ci nascondiamo, carichiamo le armi ed aspettiamo un segnale.
<Bryan?> parlo nell auricolare.
<ci siamo quasi, sparate>risponde.
Così, iniziamo il fuoco di copertura fin quando non sentiamo imprecare ad alta voce.
<Sono tre persone, li abbiamo presi> mi dice Bryan.
Per un attimo mi fermo, guardo il cielo blu sopra di noi e butto un sospiro di sollievo, ce l'ho fatta.
Li raggiungiamo e gli porgo delle manette.
<Tian> dice Patrick guardando il ragazzo <lo conosco, era uno dei nostri amici>.
Si avvicina Tom <si è vero, mi ricordo di te>.
<Siete dei traditori> gli grida lui contro.
<E gli altri? Non vi dicono nulla?>
<Zen e Tao> continua Tom <non mi ricordo di questo posto, ma di loro si. Sono loro che ci dicevano sempre cosa fare, dove andare..>
<Bene bene> rispondo <perquisiteli così li portiamo da Marcus e Matthew>.
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Felice, appagata, soddisfatta.. mi sento in tanti modi. Mentre carico nel furgone i grandi sacchi riempiti sperando di trovare altre prove, penso a quanto sono stata fortunata stasera.
<Scusa per averti sottovalutata> Bryan mi prende i sacchi dalle mani, per metterli a posto lui stesso.
<Grazie a te per non avermi abbandonata stasera>.
Finiamo per sorriderci e spintonarci.

Oltre ogni promessaWhere stories live. Discover now