CAPITOLO 18

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La Maserati scura sfreccia nelle strade del Bronx ma non mollo la presa.
Sembra di essere in quei film in cui il buono insegue il cattivo, non mi sembra vero quello che sto facendo. Ho una grandissima paura, potrebbe essere chiunque e potrebbe farmi quello che vuole. Non so nemmeno se si sia accorto che gli sto dietro da venti minuti circa.
Ho impresse le facce di Jade e Cole quando me ne sono andata, mi sento pessima e so di esserlo.
Chissà se gareggerà lei al mio posto oppure qualcun altro, sono così in pensiero per loro.

La macchina davanti a me accosta in un viale ed ho una fottutissima paura per le vicende che vengono dette quando si parla di questa zona.
Non c'è nessuno o almeno per il momento non si vedono.
Accosto anch'io con due macchine di distanza in modo da non restate sospetta e aspetto.
Mi viene subito in mente che nella macchina di Cole ci sono delle armi.. Cosa faccio? Meglio se le prendo no?!
Sicuramente non le userei mai su una persona, ma almeno mi sento più sicura, Cole ha detto che funziona.
Apro il cruscotto lentamente e recupero quella che ho usato oggi pomeriggio. La guardo un po' e sinceramente la paura aumenta. Sono sola in una macchina, in un posto che non conosco dove succedono tantissime cose bruttissime, con in mano una pistola che so maneggiare e non usare da meno di quarantotto ore. Cosa potrebbe succede ancora? Mi rispondo da sola TUTTO.
Il 'gioco' è appena cominciato.

Una figura tutta incappucciati scende dall'auto e sparisce dietro un muro.
Scendo anch'io e metto la sicura, mi posiziono l'arma dietro la cintura dei jeans e cammino.
A passo svelto faccio il suo stesso percorso, alzo il cappuccio della felpa e seguo lo sconosciuto in un vicolo buio con pochi lampioni che illuminano la stradina.
Mi nascondo di tanto in tanto per non farmi vedere e lui sembra non accorgersi della mia presenza.
Gira e lo perdo un altra volta. Mi appoggio con la testa al muro, stanca ed esausta di questa situazione.
Non gli correrò più dietro, anzi mi sono pentita anche di venire qua.
《Stupida. Stupida. Stupida》ripeto spattendo il pugno al muro. Le notte iniziano a bruciare, segno che mi sono graffiata, mancava solo questo.
Quando decido di tornare una voce inizia a parlarmi 《Perché mi segui?》.
Avrà qualcosa davanti al muso per camuffare la voce.
Deglutisco e non intendo girarmi, il cuore mi batte all'impazzata e penso che mi scoppierà da un momento all'altro.
《Perché non rispondi?》continua.
E anche volendo parlare le parole mi muoiono in gola.
《Ora sei anche diventata una statua?》.
Sentendo il suo tono arrogante non riesco a non rispondere, mi faccio coraggio e parlo.
《Sei tu quello dei mesaggi》vado dritta al punto senza giri di parole.
Sento la sua risata ed il nervoso inizia ad aumentare diventando rabbia.
《Certo che sono io》.
Vorrei girarmi e dargli un colpo dritto in testa, ma non ne sarei capace, quindi rimulgino qualcosa prima di far qualcosa e pentirmene due secondi dopo.
Mi giro lentamente per vedere chi è.
《Nessuno ha detto che puoi girarti》. Torno a dargli le spalle mentre lui continua a ridere.
《Camnina》mi dice ed io eseguo gli ordini impaurita più che mai.
E se dovesse accorgersi della pistola? Che ansia. E perché ha camuffato la voce? Cosa vuole farmi ora? Avrei anche delle domande da fargli..

《Svolta a desta e apri la prima posta che ti viene davanti》.
Faccio come mi dice, trovandoci in un condominio.
《Apri anche la prossima》.
Entriamo in un piccolo magazzino arredato malissimo, un divano color senape, le pareti sono marroni, è altri soprammobili e oggetti vari sono tutti di colori spenti. Però in compenso è tutto in ordine.
Se mi ha portata qua sperando di fare quello che abbiamo fatto la notte scorsa, non ha capito proprio nulla.
Mi passa davanti dandomi le spalle.
Io tolgo il cappuccio e in gesti rapidi prendo la piscola e caricandola.
Sentendo il rumore si ferma subito sul punto in cui era 《cosa stai facendo?》mi chiede. La sua voce non è più cattiva ma bensì tremolante.
Sento caldo, ho paura e rabbia contemporaneamente.
《Tu cosa mi hai fatto ieri notte?》inizio ad alzare il tono della voce mentre lui rimane girato di spalle.
《Cosa cazzo è successo ieri notte?》adesso urlo.
《Ti ho accompagnato a ca-casa, ma non è su-successo nie-niente》balbetta.
《Non ti credo》sento le lacrime che stanno per uscire, ma continuo a tenere la pistola ben salda tra le mani, dritte davanti al petto proprio come mi ha insegnato Cole.
《Voltati》dico a denti stretti.
Ora è lui che sta ai miei ordini e lentamente si gira. Come avevo percepito ha il volto coperto da un pezzo di stoffa in modo da non far vedere il volto.
Gli vado incontro a passo svelto e lui dalla paura cade a terra.
《Te lo giuro, non è successo niente. Volevo farti uno scherzo》.
《Voglio vedere chi sei》.
Lentamente da terra inizia a togliere il cappuccio ed ha anche un cappello.

Oltre ogni promessaΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα