CAPITOLO 59

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La voce metallica annuncia un messaggio:
<Gli aerei diretti per Boston partiranno fra pochi minuti>.
Torno a guardare l'ora e controllo il telefono per l'ennesima volta. JOSH NON VERRÀ.
Combattuta fra il chiamarlo o meno, avanzo tra la folla di persone pronte per il check-in.
Me ne frego e compongo il numero.
Cazzo, lui mi ha procurato i biglietti, lui ha prenotato per due e proprio lui non si sta presentando.
LASCIARE UN MESSAGGIO ALLA SEGRETERIA: <Josh, non so cosa tu stia facendo di tanto importante, ma io sto per entrare, se non sei qui fra due secondi, credo che dopo sia troppo tardi. Non so se sei tu che ti stai facendo problemi, per la mia famiglia o per la situazione che ora c'è qui con Mike, ma è una settima e torneremo prima che succeda qualcosa. Ci tengo che tu venga con me, ti aspetterò fino all'ultimo secondo sappilo>.
Chiudo il telefono e avanzo ancora.
-
Niente, sono sull'aereo e Josh non è venuto.
Sono troppo dispiaciuta e non capisco il suo comportamento. È stato lui a procurare due biglietti. Se non si fosse trattato della mia famiglia, molto sicuramente sarei tornata indietro. Ma non li vedo da tempo, e ho promesso a mio fratello che l'avrei rivisto quanto prima.
Rammaricata mi siedo al mio posto, prendo le cuffiette, l'mp3  e chiudo gli occhi. Sarà un viaggio di quattro ore circa, quindi meglio farmi prendere il sonno da subito.
Sento toccarmi una spalla ripetutamente, così mi giro e quando lo vedo per poco non urlo.
<Quanto ti ho odiato> è la prima cosa che gli dico ridendo e andandogli incontro per abbracciarlo.
<In realtà sono qui da molto più tempo di te> mi da un bacio sui capelli e mi allontano.
<In che senso?> gli chiedo, ma poi ci penso su <Stronzo, mi hai fatto aspettare tre ore solo per farmi uno scherzo!>.
Inizia a ridere ed insieme ci sediamo di nuovo.

Tra risate, momenti di noia, fra litigi superflui per la scelta delle canzoni, arriviamo a Boston.
Già da subito, inizio a sentirmi a casa anche se non nego d'aver una leggera ansia.
All'aeroporto trovo mio fratello con un cartellone in mano "CERCO LA STRONZA DI MIA SORELLA, BENTORNATA".
Rido appena lo vedo, e poi gli salto in braccio. Quanto mi è mancato, dio mio.
<Mi sei mancata anche tu scimmietta>mi dice come se mi avesse letto nel pensiero e mi stringe ancora di più per quanto possibile.
Ci stacchiamo sentendo la presenza di una persona affianco a noi ed imbarazzata mi tocco il naso, mi sposto una ciocca dietro l'orecchio e lascio che i due si presentino da soli.
<Lui è ..>
<Il suo ragazzo, Josh, piacere>.
Mi giro nella sua direzione e lo guardo con tutto l'amore che mi esce dal profondo del cuore. È la prima volta che lo dice e mi ha riempito di gioia.
<Io sono stupito. Ma mi chiamo Jack. So quanta pazienza ci vuole per sopportarla> mi indica come se non fossi davanti a loro.
<Si caro, devi sapere che Jack farà di tutto per mettermi in imbarazzo, perciò buona fortuna ad entrambi> alzo gli occhi al cielo e finalmente ci dirigiamo a casa mia.
-
Ovviamente al suo interno non c'è nessuno, figurati se i miei genitori avrebbero aspettato il mio arrivo! Mio padre sarà in qualche bar mezzo ubriaco e mia madre con delle amiche a fare chissà cosa, chissà dove.
Non posso negare che mi sarebbe piaciuto averli visti subito e che una volta qui mi avessero aspettato e abbracciata. Mi sarebbe piaciuto che mi dicesso quanto gli sono mancata mentre mi stringevano e mi accarezzavano. Ma oltretutto non sono mai stati quel tipo di genitori e so che non accadrà mai, so che sono solo fantasie che io faccio sul contesto FAMIGLIA.
<sono rimasti bloccati a lavoro>la voce di mio fratello mi rimbomba in testa, perciò torno alla realtà. <Per questo non ci sono, hanno avuto un impegno entrambi> aggiunge mentendo, ma io non gli faccio intuire il mio dispiacere e gli sorrido <certo lo so> mento anch'io.
Porto Josh in quella che un tempo era camera mia <non è cambiato nulla> ne rimango meravigliata. Siccome non era in programma che tornassi, avevo pensato che avrebbero cambiato tutto e che le mie cose sarebbero sparite, invece no è tutto intatto. Le pareti sono dello stesso colore, le scrivania è al suo posto, il comodino lo stesso, così come l'armadio e il letto aveva perfino lo stesso piumone lilla, ma era stato lavato, profumava di lavanda.
<Spero di aver rimesso tutto in ordine, ci ho dato una ripulita dato che sapevo de vostro arrivo> Jack sbuca dietro di me e mi aiuta con le valige. <Ma ho pensato che dovremmo andare a prendere un materasso per Josh, a meno che non voglia dormire con me>.
Josh ride imbarazzo <hai la faccia di uno che russa, quindi preferirei dormire con tua sorella, se per te non è un problema>
<Vi aspetto giù, fate ciò che dovete e andremo a prendere un materasso> fa per  andarsene ma torna poco dopo <e si, delle volte russo>.
Ridiamo ancora per la stupidaggine di mio fratello e finalmente mi butto sul mio vecchio letto, stanca e angosciata.
<Non ti ho portata qui per tenere il broncio. Sono gli unici giorni in cui possiamo fare le cose che fanno le vere coppie senza che nessuno ci veda e ci giudichi. Posso tenerti per mano davanti a tutti e posso baciarti, possiamo andare a cena in qualsiasi posto senza fare chilometri inutili, e posso far vedere alle persone quanto ti amo> mi da un bacio sul naso sdraiandosi vicino a me <possiamo tutto qui, non mi far pentire di averti portata solo perché i tuoi non erano presenti al tuo arrivo, li conoscerò e avrò modo di presentarmi, sta tranquilla>.
<Josh, mi dispiace averti fatto pensare il contrario, ma sono felicissima di stare qua con te>
<Anch'io piccola> mi lascia un altro bacio, per poi alzarsi.
<Chiamo un attimo Chad>
<Tu riuscirai a goderti questa "vacanza"> mimo con le dita <senza chiamare Chad ogni minito? Perché nelle ultime quattro ore l'hai sentito almeno dieci volte> mi alzo dal letto anch'io e gli vado vicino.
<Volevo solo fargli sapere che siamo arrivati>.
<Glielo hai fatto sapere quando eravamo ancora alla stazione, ti ho visto, quindi dammi qui> gli porgo la mano e lui lascia il suo telefono all'interno <stronza, sono solo preoccupato> mi dice.
Gli lascio un altro bacio <sono sicura che se succederà qualcosa saremo i primi che verranno informati. Stai sereno> gli accarezzo la guancia.
<Va bene, però ora lo avviso che siamo tornati e lo richiamerò domattina, promesso>.
Roteo gli occhi al cielo <va bene>.
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Oltre ogni promessaWhere stories live. Discover now