CAPITOLO 60

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Appena apro gli occhi vengo colta dal lilla delle pareti. Perché mi piaceva così tanto il lilla? Ora lo trovo al quanto brutto.
Do un occhiata al cellulare che sta sul comodino affianco al letto e ci sono già dei messaggi di Jade, ma li guarderò dopo.
Mi giro nelle direzione di Josh, che dorme beato accanto a me. Il materasso nuovo è risultato inutile dato che Josh è praticamente appiccicato a me e siamo entrambi sul mio lettino.
Lo accarezzo, gli do un bacio sulla guancia e decido di alzarmi. Devo parlare con Jack e poi mi manca state nel suo letto, merita la verità ed io non ho più voglia di mentirgli. Mi richiudo la porta alle spalle e corro in camera sua.
<Hei>lo muovo lentamente <hei>non mi calcola minimamente.
<Jack, ho fatto i pancake> gli dico alzando leggermente la voce.
Finalmente si gira nella mia direzione, ma quando mi vede a mani vuote mi spinge con un piede facendomi cadere con le natiche a terra per poi girarsi dall'altra parte, di nuovo.
Sentendo il mio lamentio, torna a guardarmi e quando non trattengo un sorriso, anche lui mi copia.
<Posso mettermi nel letto con te?>.
<No> mi dice con la voce impastata dal sonno.
<Ok> lo ignoro e faccio il giro del letto per poi mettermi sotto le coperte con lui.
<Ti devo parlare..>.
Fa finta di russare, così lo schiaffeggio per farlo svegliare.
<Dai dimmi, ti ascolto> dice con gli occhi ancora chiusi.
<Ieri, mamma e papà sono stati così..> non trovando una parola adatta, mi perdo a guardare il lampadario.
<Inaspettati!> continua lui al mio posto.
Lo guardo ed ora anche lui ha un occhio aperto nella mia direzione.
<Alex, tu devi metterti in testa che loro ti vogliono bene> si riferisce ai miei genitori.
<Non l'hanno mai dimostrato>.
<Sono sempre stati indaffarati con il lavoro> controbattere velocemente, come se fosse già pronto a questo discorso.
<Si? Però quando stavo fuori casa fino a mezzanotte nessuno che s'importava dove fossi>.
<Tranne me> dice arrabbiato.
<Si tranne te> ripeto. <Quando mi sono lasciata con Steven e stavo male, davvero male, non mi hanno mai chiesto il motivo>.
<Non può essere che sono cambiati?> Jack continua a difenderli.
<E sentiamo, perché sarebbero dovuti cambiare?> mi poggio alla spalliera rimanendo comunque sotto le coperte a braccia conserte.
<Perché gli sei mancata Alex. Perché sei stata via per tanti mesi e si sono resi conto di aver perso tempo quando eri qui. Non può essere?>
Rimango zitta a pensarci su. In effetti sarebbe una spiegazione plausibile se non stessimo parlando dei miei genitori.
Guardo l'orologio appeso al muro di fronte a lui e dice <comunque a breve sarà in cucina, dato che fra mezz'ora andrà a lavoro. Vai giù, prepara davvero i pancake e parlaci, lo scoprirai da sola>.
Ecco perché amo mio fratello, è capace di darmi consigli anche appena sveglio, con un occhio ancora chiuso e l'alito pesante.
Dovrei alzarmi e andare a parlare con mia mamma, come mi ha consigliato lui. Però forse ho bisogno di altro in questo momento,
parlare prima di tutto con lui, così come ho sempre fatto quando avevo qualche problema. Mi ha fatto capire che dovrei dirgli la verità, sul mio lavoro e sulla vita che svolgo a New York.
<Quindi sono mancata anche a te?>.
<No, non mi è mancato per niente averti nel letto con me. Non mi sono mancate le tue paranoie e non mi sei mancata perché non ti voglio bene>.
So che è tutto il contrario di ciò che ha detto, ed io mi sento sempre più in colpa.
<Devo parlarti di un altra cosa..>.
<Alex fammi dormire!> si lamenta ancora.
<Anch'io gareggio insieme a Josh> dico velocemente, come se fosse meno importante è più scontato detto così.
<Cosa?> si alza e si mette seduto anche lui come me.
<Gareggio anch'io con..>. Non mi lascia finire.
<Ho capito Alex, ho capito quello che hai detto!> inizia ad alzare la voce. <Rischi la vita, per soldi? Cosa cazzo ti dice il cervello, e non mi dire che lo fai per amore perché è peggio ancora> credo di non averlo mai visto così arrabbiato.
Si alza dal letto e comincia a fare avanti e indietro per la stanza.
<Jack, ascolta> gli vado vicino <ho deciso io di fare questa cosa. Potevo andarmene quando sono arrivata, mi hanno fatto decidere, non me lo hanno imposto. Sto bene in mezzo alle auto, ho nuovi amici, siamo una famiglia> cerco di spiegargli.
Mentre sta per controbattere, la porta si sbarra <cosa avete da gridare alle sette del mattino, venite qui>. Mia madre si butta a peso morto sul letto e ci invita a seguirla.
<Voglio sapere tutto> mi sussurra fra i denti con fare arrabbiato per poi seguire mamma.
<Ah, che belli i miei figlioletti riuniti> si mette in mezzo a noi per poi abbracciarci entrambi.
Quanto mi è mancata una mamma così negli anni. Una madre affettuosa che dimostri il suo affetto. Chiudo gli occhi godendomi il momento e le coccole che da tempo desideravo.
-
<Sei una pessima guida> Jack parla dopo minuti di silenzio.
<Non è vero, è la migliore guida che io abbia mai avuto> Josh mi stritola fra le sue braccia scherzosamente.
Voglio far vedere a Josh più posti possibili di Boston e per ciò gli farò vedere tutto ciò che ho vissuto qui. L'ho portato a Common Park, uno dei parchi più belli che ci sono qui.
<Uh mi ero dimenticata che non conoscessi il posto> dico imbarazzata. <Questo è da sempre il mio posto nel mondo. Qualsiasi cosa succedeva io scappavo qui. Pioveva, nevicava, c'era il sole, io stavo qui. Mi rilassa sedermi e godermi tutto ciò che accade intorno>.
<Dopo un litigio con mamma, ero io che dovevo cercarla per tutta la città, fin quando non ho capito che bastava venire qui per trovarla>.
Io e Jack ci guardiamo a lungo, sapendo entrambi che abbiamo un discorso da affrontare, Josh sembra afferrarlo e mi dice che avrebbe chiamato Chad, giusto per lasciarci soli.
<Ti devo delle spiegazioni>.
<No> dice lui iniziando a camminare di nuovo per il parco. <È la tua vita e le decisioni sono tue>.
<Nono> mi affretto a rispondergli <mi sono stancata di mentire ed ora che voglio raccontartelo lasciamelo fare>.
Così inizio a raccontargli di come Chad si è presentato a casa mia e di Jade appena arrivate, gli racconto di come ho conosciuto Josh e dei team rivali,  gli dico che ora sono riuniti grazie a me e che non sappiamo quanto questa situazione possa durare. Gli spiego che Marcus è come se fosse anche mio zio, mentre Matthew mi inquieta leggermente. Spiego di Cole, e di tutti gli altri ragazzi. Gli parlo della mia storia con Josh, di com'è iniziata e finita un infinità di volte, mentre ora sembra tutto perfetto. Gli dico tutto insomma, ma tralascio le missioni e il clan che vuole ucciderci.
<Ho sempre saputo che fossi una guerriera, una a cui piace combattere per avere le cose, ma non credevo fino a questo punto. Comunque sono orgoglioso di te e di ciò che stai facendo se realmente ti rende felice. Si vede da come ne parli che ti piace ciò che fai e sicuramente non sarò io a metterti i bastoni fra le ruote, sii solo prudente e fatti valere come stai già facendo>.
Non posso aggiungere nient'altro perché ha detto già tutto lui, posso solo abbracciarlo e stringerlo forte <sei il fratello migliore del mondo> gli dico stringendolo.
Da dietro sento un altra persona aggiungersi all'abbraccio, mi giro ed è Josh.
<Dai, perché vi siete staccati?> ride ricomponendo l'abbraccio a tre.

Mentre sciogliamo l'abbraccio passano due ragazze che fanno jogging <ti stai allenando?> mi chiede mio fratello cambiando discorso.
<No> alzo le spalle <non ho mai avuto tempo libero per farlo>.
<Ah si giusto, il team e le gare..> mi prende in giro.
<Jack, sai che non ne devi parlare con nessuno vero? Non è legale ciò che faccio> dico imbarazzata.
<Ho avuto un idea> cambia di nuovo discorso ignorandomi.
Gli faccio segno di continuare così lo fa.
<Andiamo alla vecchia palestra?>.
<Dove mi allenavi? Mh si, è una buona idea>.
Josh mi tocca la spalla un paio di volte con l'indice <vorrei partecipare anch'io al discorso>.
<Siccome ti devo far vedere quelle che erano le mie abitudini, i miei posti preferiti e tutto ciò che ha avuto un senso per me, ti porterò nella vecchia palestra di Jack>.
-
Dopo aver comprato delle tute adatte alla boxe, siamo venuti qui, dove tutto e tutti puzzano di sudore.
Non sono più abituata ad allenarmi, non facendolo da mesi, sto provando una fatica assurda.
Dopo vari allentamenti (secondo Jack semplici), mi chiede di salire sul ring con lui.
<Solo se vai piano, non sono più abituata a tutto ciò> dico asciugando i sudori dal fronte. Jack annuisce e mi aiuta a mettere i guantoni.
Josh si mette dietro le corde a fare il tifo per me.
<Josh sa che sono un personal trainer?> dice Jack vantandosi.
Scuoto la testa negando, non voglio parlare, voglio concentrarmi. Non credevo fosse così emozionante rifarlo dopo così tanto tempo.
Inizio a saltellare sul posto, schivando i pugni che stanno arrivando, ma inutilmente dato che mi arriva un pugno sullo zigomo.
<Cazzo, ti ho detto piano>.
Parlo al vento dato che mi arriva anche il secondo sulla guancia.
<Alex copri la faccia, hai le mani troppo larghe, non devi mai abbassare la guardia> mi sgrida Jack seriamente.
Copro il viso con i pugni davanti la faccia, miro il bersaglio e gli tiro un gancio sul fianco sinistro.
<Ecco, così mi piaci> dice soddisfatto.
Josh batte le mani per me, ma non mi distraggo.
<Sai perché Alexis ha iniziato a combattere?> chiede Jack a Josh.
Non sento la risposta di Josh, ma credo abbiamo scosso la testa.
Perché vuole raccontargli proprio questa cosa? Sa che non voglio che si sappia.
<Una volta è entrata qua piangendo mentre io stavo lavorando, era disperata perchè..>.
Non gli lascio finire la frase che gli tiro un pugno sul naso <mai abbassare la guardia e mai raccontare i fatti miei> ripeto le sue parole.
Solo dopo pochi secondi però mi avvicino a Jack <stai sanguinando, scusami>.
Si toglie i guantoni e si tocca il sangue che per qualche centimetro non tocca la bocca.
<Perdonami>continuo preoccupata.
<Smettila di frignare, non è mica la prima volta> dice <dammi il cambio> ora parla con Josh. Lui si mette i guantoni di mio fratello e si piazza di fronte a me <Mike Tyson, Joe Louis, ma manca la più forte.. Alexis Smith> mi prende in giro.
<Ma piantala> scherzo ridendo, cominciando nuovamente a saltellare.
<Hai appena fatto uscire del sangue dal naso di tuo fratello>
<Già> mi pavoneggio cercando di colpire anche lui, ma con scarsi risultati.
<Cosa stava per dire Jack?>.
Sapevo che non gli fosse sfuggito.
<Che è debole> ripeto il gancio destro, fin quando non lo sento lamentarsi.
<Mi hai fatto male> ironizza, ma è palese che non si è fatto niente.
Stiamo ancora lì per un po' a scherzare e parlare mentre ci alleniamo.
Josh con gesti veloci afferra le mie mani e con le sue gambe afferra le mie attorcigliandole per farmi cadere.
<Ma questa è la kick box> mi lamento per la posizione assurda <mi stai facendo male> grido.
Torna Jack con un fazzoletto che in origine non è rosso in mano <che romanticoni> ci prende in giro.
<Trovati una ragazza > gli dico liberandomi.

Un oretta dopo però decidiamo di andarcene.
La porta però si apre prima che l'afferrassi, e non posso credere ai miei occhi.
Steven in una tuta ginnica ed un borsone blu e nero varcano la porta. Sembra non avermi riconosciuta subito, ma quando lo fa, mi guarda con un espressione strana, prima di ghignare. Un brivido solitario percorre la mia schiena e gli occhi iniziano a pizzicare.
<Alex> mi richiama Josh intontito dalla situazione. <Andiamo?>.
Annuisco continuando a non muovere un muscolo per varcare l'uscita.
Jack mi prende di peso dai fianchi e sotto lo sguardo attento di Steven che si sposta per farmi passare, mi porta fuori. C'è stata come una connessione fra di noi che non sono riuscita a spezzare da subito, sicuramente non c'era niente di positivo, erano timore e paura ed è stato come rivivere quell'incubo.
Dopo quasi un anno l'ho rivisto. Credevo che mi stesse indifferente, ed invece eccola lì, l'ansia che mi viene a trovare ricordando lo sguardo che mi ha fatto poco fa e quindi tutto ciò che ho passato con lui. Sento la gola stringersi sempre di più, mentre inizio a tremare.
Prendo Josh dalla mano per cercare conforto, ma lui la toglie senza nemmeno guardarmi.
Ha frainteso, ha frainteso tutto.
Era una giornata perfetta e lui l'ha trasformata in quella più brutta.
Una volta in macchina il pensiero va di nuovo lì, credevo mi fosse passata e che mi stesse indifferente, invece mi trovo a tremare ogni volta che lo vedo, incapace di reagire.
Ancor una volta guardo Josh, ma continua a guardare fuori dal finestrino, mentre Jack ci riporta a casa, non so se me la sento di affrontare questo discorso con lui, ma forse dovrò farlo. Parlare di Steven non mi è mai piaciuto, sopratutto dopo ciò che è successo.

Oltre ogni promessaWhere stories live. Discover now