CAPITOLO 63

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Quattro giorni dopo:
<Qualsiasi cosa fammi un cenno e capisco subito che c'è qualcosa che non va, ok?>.
La signora Carol annuisce e gli sorrido.
Stiamo prendendo l'areo per il ritorno ed è la sua prima volta. Sono riuscita a convincerla finalmente, ci è voluto un po', ma sono contenta che abbia accettato. Non sono del tutto felice, anzi. Mi manca tantissimo Josh, ma ero con la mia famiglia e tutto finalmente era come ho sempre sognato.
Sono sempre stata attaccata alla parola FAMIGLIA. Credevo che appunto in famiglia sarebbe stato tutto più bello. Anche se la mia non era il massimo e non è mai stata dolce come lo è ora. Sono cresciuta con Jade e sua mamma che venivano prima dei miei genitori. La signora Carol era la mia famiglia e la mia dimora, assieme a Jade e Jack.
Tante volte piangevo vedendo Carol così presente e amorevole mentre la mia era perennemente assente. Era brutto parlare con lei del fidanzatino o della cotta e non con mia madre. Ma ora tutto ciò sembra cambiato, finalmente mia madre ha iniziato a fare la mamma e tutto è più solido.
Spero che non finisca tutto ciò, perché ho intenzione di venirli a trovare di nuovo appena possibile e magari porterò Jack con me.
<Come stai?>.
<Se me lo chiedi di nuovo inizio a stare male> ironizza Carol.
Sono preoccupata per lei, nonostante il suo dottore di fiducia gli abbia detto che può fare questo viaggio, io mi sento agitatissima. Se dovesse succedergli qualcosa la colpa è mia.
-

Atterrate a New York quattro ore dopo, mi sento meno ansiosa, la signora al mio fianco sta bene e tutto sta procedendo secondo i piani. Jade non ha che sua madre sta venendo qui ed è terribilmente in colpa che non sia venuta con me a Boston per vedere come stava.
Mando un messaggio a Josh mandandogli la posizione per fargli capire che sono appena arrivata e quando sono sul taxi con le valige in mano chiamo Jade.
<Puoi andare a prendere del pane?> gli dico non avendo trovato una scusa più plausibile e ora che ci penso questa è troppo banale, ma deve continuare a reggere.
<Sei arrivata?>.
<Si> ah già, non gli avevo detto nemmeno questo.
<Comunque ci sarà del pane, ho fatto la spesa due giorni fa>.
<No Jade, ho visto una ricetta e mi serve tanto pane, forse cinque> esagero dandomi uno schiaffo sul fronte.
<Hai intenzione di chiamare il team per mangiare a casa nostra? Sennò mi sembra esagerato>.
Ha ragione <dai J, fai come ti ho detto, ti prometto che ne rimarrai felice>.
<Va bene, vado al negozio e ne prendo davvero cinque?>. L'immagino alzare gli occhi al cielo e rido da sola <no, ne va bene anche uno>. Stacco la chiamata ridendo, sapendo che avrebbe imprecato.
<Non sei mai stata una grandissima bugiarda> mi dice Carol per poi tornare a ridere insieme.
-
Dal viale ho notato che manca la macchina di Jade ed infatti aprendo la porta ho la conferma della sua assenza.
L'odore di casa, l'odore del mio presente. Perché ogni casa ha un profumo tutto suo? Chiudo gli occhi appena davanti la porta e subito mi viene in mente ciò che sono qui. L'Alexis che ha piato per sei giorni a Boston per ogni minima cosa, è rimasta li. Qui sono forte, a tratti senza pietà.
Ritorno alla realtà e faccio accomodare Carol mentre porto le valigie nella cabina armadio.
<Tutto bene?> grido dalla parte opposta della stanza.
<Si Alex> stai in silenzio per un po' e poi ricomincia <sono orgogliosa di entrambe. È una casa stupenda ed è ordinatissima>.
La ringrazio e gli faccio fare un giro della piccola casa.
<Molto, molto carina> ripete una volta vista interamente <mi ero immaginata una specie di bunker seppellito da vestiti e cibo stazzatura qua e là> rido non dandogli torto,  Jade è davvero tanto disordinata.
Nel frattempo la serratura della porta fa qualche rumore, segno che si sta aprendo.
Guardo Carol che è già con le lacrime agli occhi e lentamente si avvicina alla porta.
Entra Jade con una baguette in mano e appena vede sua madre sbarra la bocca <non ci posso credere> si strofina gli occhi.
Butta il pane a terra e fa un gridolino di gioia. Gli salta addosso, quasi facendola cadere e nel frattempo mi viene da ridere e piangere nello stesso momento.
<La mia baguette> dico ironizzando il loro abbraccio asciugandomi una lacrima.
Che bello essere felici, che bello sentirsi amati, che bello amare.
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Dato che ci sono alcune cosa di cui entrambe devono parlare, ho deciso di lasciargli l'intero pomeriggio da sole mentre stasera la porterò da sua sorella. Nel frattempo sto andando da Josh, che mi è mancato troppo e non vedo l'ora di abbracciarlo.
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"Sono sotto casa" gli ho scritto un messaggio. Resto per qualche secondo a guardare la casetta del primo piano. La nostra casa nel Bronx.. si perché ormai è il nostro posto nel mondo. Apro la porta che trovo già socchiusa, non è da Josh! Magari una sorpresa..
<Josh?> lo chiamo leggermente spaventata.
Sento qualcuno che ansima, una voce sofraffiatata, ma è un uomo non una donna.. e non è nemmeno Josh. Allora, Josh non mi sta tradendo con nessuna, almeno che non abbia finto e ora si scopre gay.
Rimango immobile per due secondi, ma un grido che proviene dalla stanza mi destabilizza. Sta succedendo qualcosa, ma se non è Josh è giusto che mi faccia trovare qui?.

Oltre ogni promessaحيث تعيش القصص. اكتشف الآن