Quel punto del presente in cui passato e futuro si incontrano

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Se non vi da fastidio la musica durante la lettura, vi consiglio "Turning Page - Sleeping At Last" per questo capitolo :)

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Namjoon e Seokjin non avevano mai creduto al destino, all'essere legati indissolubilmente a qualcun altro ancor prima di incontrarlo, né avevano mai creduto alla possibilità di poter vivere più vite, al rincontrare persone che in altre epoche erano state importanti, con altro aspetto, con altri nomi, con altri ruoli. Non ci avevano mai creduto, ma lì, immobili, separati dalla strada buia alle due di notte, illuminati dalla luce fredda dei lampioni, mentre trattenevano il respiro e si fissavano spaventati da tutto ciò che provavano, era difficile non sentire il passato e il futuro ripiegarsi sul loro presente. Tutto – ogni emozione provata, ogni parola detta, ogni respiro fatto ed ogni azione compiuta – sembrava essere collassato in quel punto della strada sulle colline, davanti al cancello dei Kim, solo per permettere loro di guardarsi in quel modo.

Seokjin aveva fatto in fretta a vestirsi, a mettersi addosso i primi pantaloni trovati, un paio di scarpe da ginnastica, un vecchio maglione chiaro troppo grande, che usava per stare in casa, ma che si era ritrovato davanti, per poi scendere di corsa all'ingresso di casa, provando a far piano per non essere visto; aveva aperto la porta, aveva percorso nella notte il vicolo nel proprio giardino privato, in discesa, seguendo le luci dei faretti piantati nel terreno, fino ad arrivare al cancello. Seokjin si era ritrovato in anticipo fuori da casa sua, sulla strada, con il cuore a mille ogni volta che due fari spuntavano nell'oscurità, riprendendo a respirare quando l'automobile passava oltre senza fermarsi; stava esattamente davanti al cancello pedonale – a fianco alla piccola luce che illuminava il citofono e che gli illuminava solo una parte del volto – e le mani le teneva dietro la schiena, nascoste, con le dita intorno alle sbarre di ferro fredde, stringendole tanto forti per l'ansia da far diventare le nocche bianche, quando il pick-up di Namjoon spuntò da dietro la curva, lentamente, sgasando appena per far scivolare le gomme gli ultimi metri, parcheggiando proprio dall'altra parte della strada, nel piccolo spiazzale che dava sullo strapiombo – uno spiazzale tanto piccolo da farci stare solo un paio di macchine. Seokjin lo guardò spegnere il motore, vide il suo volto illuminarsi appena le luci interne dell'autoveicolo si accesero, lo osservò spostare qualcosa dal sedile al suo fianco a quelli posteriori; poi scese, vestito come al solito con una semplice maglietta nera e il giubbotto di jeans lasciato aperto. Namjoon si chiuse la portiera alle spalle senza immaginare di trovare Seokjin ad aspettarlo, già pronto ad estrarre il telefono dalla tasca per chiamarlo, per scoprire se era davvero ancora sveglio, se aveva voglia di vederlo alle due di notte.

Ma Seokjin era lì, illuminato per metà, appoggiato al cancello, dall'altra parte della strada. Namjoon si bloccò sul posto, si dimenticò di respirare per un paio di secondi, ricambiando semplicemente quello sguardo serio che poteva vedere solo in parte, e si rese conto che mai in vita sua avrebbe potuto tenere fede a quella promessa che gli aveva fatto qualche giorno prima, non se Seokjin avesse continuato a guardarlo in quel modo.

Entrambi avevano sempre pensato che l'anima gemella non esistesse, ma era davvero difficile continuare a farlo in quel momento. (Perché nulla continuava ad avere senso, ma entrambi continuavano a volersi come se non ci fosse altra scelta).

Namjoon non si mosse, Seokjin fece lo stesso, ma il diciassettenne fece un profondo respiro, e disse: «Sei in ritardo, avevi detto mezz'ora». Non dovette neppure urlare, tanto il silenzio notturno che aleggiava intorno a quel punto – il bubolare di un gufo in lontananza accompagnava le sue parole, altrimenti, per davvero, sarebbe sembrata una magia.

«Mi aspetti da tanto?» chiese Namjoon che, effettivamente, sapeva di essere arrivato con un quarto d'ora di ritardo rispetto la promessa fatta al telefono su due piedi, sebbene avesse un buon motivo che, però, non voleva ancora rivelargli.

I tre Pretendenti - {Namjin}Where stories live. Discover now