Rosso rabbia e la tua bocca

325 58 7
                                    

Namjoon aveva preso a pugni tanta gente, sul ring e fuori dal ring, ma mai come in quel momento sentiva la rabbia schiumargli fino alla bocca. Aveva guidato tra i boschi fino alla villa rischiando di fare un incidente ad ogni curva, perché non poteva più aspettare di vederlo, non ora che aveva scoperto cosa gli avesse fatto. Aveva parcheggiato al solito posto, era sceso senza neanche chiudersi la portiera alle spalle, aveva attraversato la strada senza guardare, accecato dalla rabbia, dalla voglia di vendetta che sentiva nel petto. Aveva aperto il cancello con il codice che sapeva bene, che nessuno si era immaginato di dover cambiare solo perché si era licenziato uno degli operai che bazzicavano giorno e notte la casa. Nessuno sapeva di Namjoon e Seokjin; nessuno immaginava che, in quell'istante, Namjoon stesse camminando per il vialetto con l'intenzione di trovarlo e fargliela pagare.

Gli alberi, i sassi, l'erba, persino i muri della casa – che ricordava benissimo essere gialli pallido – sembravano avere una nota di rosso, una sfumatura che rendeva tutto ira e furia. Namjoon camminava con passo pesante, ogni volta che i suoi piedi toccavano il selciato poteva sentire il suo corpo premere sul terreno sotto la ghiaia, sentiva l'odio che lo faceva sprofondare. Sibilava minacce a denti stretti, continuandosi a dire quanto lo avesse preso in giro, lo avesse usato, trattato peggio di un oggetto e poi distrutto solo perché poteva e voleva farlo.

Era notte ormai da ore, le luci esterne erano accese, la luna colpiva gli alberi, il vento sembrava spingerlo verso il retro della villa: la porta del retro, sempre aperta. Namjoon non si fece nessun problema a fare effrazione in casa dei Kim, camminò senza far piano, come se nulla potesse fermarlo, entrò nella cucina, arrivò al retro del salone, salì le scale, fece una strada che conosceva fin troppo bene; non incontrò nessuno e nessuno lo fermò dall'aprire la porta della camera di Kim Seokjin.

Seokjin si girò di scatto, seduto alla sua scrivania; lo vide, strabuzzò gli occhi e balbettò un debole: «Come...?»

Namjoon fece sbattere la porta dietro di lui e si incamminò verso il ragazzo che aveva amato con tutto il cuore, con gli occhi pieni d'odio e le braccia già in tensione. Seokjin si sollevò dalla sedia, si girò verso di lui e alzò le mani spaventato. Non fece in tempo a dire nulla, perché Namjoon lo prese per il colletto della camicia e lo allontanò dalla scrivania con uno strattone, spingendolo poi verso il muro e facendo battere la sua schiena sul freddo cemento. Seokjin mugugnò di dolore, chiuse gli occhi.

L'urlo di Namjoon riecheggiò per il corridoio, anche con la porta chiusa: «Perché!? Perché mi hai fatto questo!?»

Seokjin riaprì gli occhi, ma sebbene dovesse essere terrorizzato, la sua espressione era quella di qualcuno che vedeva un fantasma, un misto tra il confuso e lo speranzoso. E non aveva senso, avrebbe dovuto davvero avere paura. Qualsiasi cosa avesse risposto – questo era certo – sarebbe stata la cosa sbagliata e Namjoon – anche questo era più che sicuro – lo avrebbe preso a pugni.

Ma forse il fato li amava, quei due, perché Seokjin non fece in tempo a dire nulla che la porta della sua camera si aprì nuovamente ed Elizabeth fece il suo ingresso: «Lascia stare mio fratello!» urlò di rimando, correndo dai due e aggrappandosi al braccio muscoloso di Namjoon, intenzionata a fargli mollare la presa da Seokjin.

«Vattene! Non sono fatti tuoi!» le sibilò Namjoon senza togliere lo sguardo furioso dal volto di Seokjin – sentiva di provare ancor più rabbia ogni secondo, più lo guardava e più pensava a quanto fosse bello, a quanto si era innamorato dei suoi sorrisi falsi, a quanto ancora aveva voglia di baciarlo con tutto sé stesso, invece di volerlo uccidere. Seokjin rimaneva in silenzio, senza espressione, ricambiando lo sguardo senza dire nulla.

Elizabeth però non mollava la presa, cominciò a schiaffeggiarli la spalla senza nessun effetto, e cominciò a piangere disperata: «Sì invece! Non capisci! Lui pensa che lo hai tradito con Jimin!»

I tre Pretendenti - {Namjin}Where stories live. Discover now