Tarocchi, fratture e pizza

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Namjoon si mise la giacca di jeans che aveva appoggiato su una delle sedie dello sgabuzzino, si massaggiò il collo, poi lo fece scrocchiare spingendosi il mento da una parte e l'altra, stanco dalla giornata di lavoro, contento di aver visto finalmente arrivare il resto della squadra a dargli il cambio. Uscì dallo sgabuzzino, diede una pacca alle spalle di Hoseok e salutò tutti: «Vado ragazzi. A domani.» incamminandosi prima degli altri – che stavano perdendo tempo con quelli del turno successivo a chiacchierare su una partita di football, sport che a Namjoon non interessava.

Il ventenne si incamminò lungo il corridoio interno alla casa, dirigendosi verso un'uscita secondaria che utilizzavano per non passeggiare troppo nella parte più "vissuta" dagli abitanti della casa – l'ingresso principale era sicuramente una di quelle parti di casa da evitare. Tirò fuori un pacchetto di sigarette sgualcito, lo aprì ed estrasse una sigaretta spiegazzata; la osservò per un po', rigirandosela tra le dita, prima di decidere che andasse bene, non trovando pezzi rotti, e se la mise tra le labbra.

Camminò superando le porte che si susseguivano alla sua destra e alla sua sinistra, guardando dritto davanti a sé, pensando principalmente a cosa volesse mangiare quella sera – già affamato dopo la giornata di lavoro, anche se era solo pomeriggio – quando un lamento acuto lo bloccò all'istante. Namjoon aveva ancora un piede sollevato, intento a camminare, ma invece di riabbassarlo davanti all'altro lo fece tornare indietro, cominciando a camminare all'indietro fino ad arrivare ad una delle porte superate, fermandocisi davanti, in silenzio, in ascolto.

«Che male...» sussurrò una voce che aveva imparato a conoscere, il rumore dell'acqua corrente gli fece intendere che dietro quella porta ci fosse uno dei bagni – non ricordava ancora a memoria ogni singola stanza di quel posto. «Mi sa che si è rotta».

Namjoon assottigliò le labbra, indeciso sul da farsi, ma poi fece un leggero sospiro e poggiò i polpastrelli della mano sulla porta, aprendola lentamente – dato che era semplicemente accostata: Kim Seokjin guardava verso il basso, aveva la mano destra tenuta sotto l'acqua del rubinetto del lavandino, la sua fronte era crucciata e si mordeva il labbro inferiore con espressione dolorante e preoccupata. «Che hai fatto?» chiese Namjoon improvvisamente.

Seokjin ebbe un tremore dallo spavento, inghiottì l'aria portandosi la mano libera al petto mentre l'altra si spostò per qualche istante da sotto il getto d'acqua, ma ci ritornò immediatamente. «Cazzo, mi hai fatto venire un infarto».

Namjoon si poggiò con la spalla allo stipite della porta: «Che hai fatto?» ripeté, abbassando lo sguardo dal suo volto alla sua mano. Seokjin fece per rispondere, ma un vociare allegro proveniente dal corridoio fece volgere lo sguardo di entrambi all'esterno del bagno. Namjoon si affrettò ad entrare – togliendosi dalla soglia – e a chiudere la porta del bagno, poi entrambi rimasero ad aspettare che il gruppo di operai passasse: il vociare si alzò di volume finché non fu palese che fossero davanti alla porta, poi si abbassò nuovamente, in modo costante, fino a sparire del tutto.

«Guarda che non licenzierò chiunque scopra che ci rivolgiamo la parola, sai?» disse Seokjin lanciandogli un'occhiata divertita, sebbene l'espressione dolorante spegnesse un po' di quella strafottenza che, era ovvio, volesse attribuire al suo sguardo.

Un sorrisetto divertito spuntò sul volto di Namjoon, il ventenne si avvicinò al più giovane, senza rispondergli fino ad essere arrivato al suo fianco, osservando la sua mano: «Sì, hai ragione, ma sai...» fece un respiro veloce, dalle narici, prendendo tempo, poi girò il volto verso quello dell'altro, incrociando il suo sguardo «mi pare che noi più che parlare abbiamo pomicia-»

Seokjin alzò entrambe le mani – schizzando acqua sullo specchio – e cominciò a emettere una risatina alta e imbarazzata, distogliendo lo sguardo e portandolo di nuovo sull'acqua corrente: «Perché dici cose imbarazzanti!?» chiese, ironico «Ti pare il caso?»

I tre Pretendenti - {Namjin}Where stories live. Discover now