Sfide rivelatrici

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Jungkook aveva passato un'ora buona con una busta di piselli ghiacciata sulla faccia, portata da un domestico - senza che lui chiedesse assolutamente nulla – e accompagnata da "le scuse del signorino Kim". Il nipote del principe pensò che, dato che tanto gli dispiaceva, sarebbe anche potuto passare a fare le sue scuse di persona, ma ringraziò lo stesso, passando il resto del tempo sdraiato al letto, con i piselli appoggiati sulla guancia. Fortunatamente per lui il pugno di Kim Seokjin non era stato dato così forte – né con precisione alcuna – e con il ghiaccio sperò che forse non gli sarebbe uscito nessun livido – in realtà il livido gli uscì, ma gli bastò passarci del correttore sopra.

Quando la busta era ormai fredda, ma scongelata, decise di appoggiarla sul comodino; fece per alzarsi per andare in bagno – per vedere se il volto gli si era gonfiato – ma un bussare alla porta interruppe i suoi piani. Jungkook scese dal materasso della camera degli ospiti che gli era stata assegnata – una camera lussuosa standard con letto, bagno privato, armadio, scrivania, poltrone e tavolino – e si avviò alla porta, aprendola di scatto e sospirando appena notato chi ci fosse dietro di essa.

Assottigliò gli occhi: «E tu che vuoi?»

Taehyung lo guardava con aria strafottente, le mani nelle tasche dei pantaloni e l'espressione serena – forse fin troppo. «Volevo venire a vedere come stessi dopo la tua performance». Jungkook spalancò gli occhi e si picchiettò la guancia con la lingua – quella non colpita dal pugno di Jin. Taehyung abbozzò una risatina a fior di labbra: «Che c'è? Pensavi fosse un segreto?»

«Te lo ha detto...» si schiarì la voce con un colpo di tosse, incrociando le braccia al petto «lui?»

Tehyung scosse il capo guardandolo come se avesse detto un'idiozia: «Certo che no, io non l'ho più visto.» disse con tono ovvio, facendo un passo avanti per entrare nella sua stanza.

«Ehi!» esclamò il nemico di una vita bloccandogli la strada «Chi ti ha dato il permesso di entrare?»

Taehyung sollevò il sopracciglio e puntò gli occhi in quelli dell'altro, innervosito dal suo gesto: «Nessuno, me lo sto dando da solo.» concluse secco, appoggiando la mano sulla sua spalla e dandogli una spinta leggera; Jungkook si spostò di lato e lo lasciò passare, sospirando e chiudendo poi la porta della camera. «Me lo ha detto Jimin.» continuò a parlare Taehyung, guardandosi intorno e decidendo poi di sedersi al bordo del letto, in fondo.

«Jimin?» chiese il ventenne confuso, aggrottando la fronte e poi facendogli segno di alzarsi «E levati dal mio letto».

«Jimin.» ripeté l'altro senza dar ascolto alla sua richiesta, anzi, sporgendosi all'indietro e poggiando i gomiti sul materasso «Stavo camminando allegramente per il corridoio con l'intenzione di fare una passeggiata in giardino quando ho visto Jimin uscire dalla stanza di Seokjin.» cominciò a raccontare. Jungkook si avvicinò a lui, guardandolo dall'alto con aria seria e braccia incrociate. «Ovviamente ho pensato fosse davvero una cosa maleducata e da sfigati...» fece scoccare le labbra tra loro e puntò lo sguardo in quello di Jungkook «presentarsi da lui quando era palesemente in soggezione e ci aveva dato appuntamento per la cena». Jungkook distolse lo sguardo, leggermente in imbarazzo. «Ma, beh, sono andato da lui per chiedergli comunque come fosse andata, ma il ragazzino mi ha detto che era arrivato tardi...»

«Non sapevo si fosse presentato anche lui.» bofonchiò Jungkook per poi sollevare le spalle «Comunque questo non spiega come sapesse di quel che è successo».

«Oh, il piccoletto non voleva parlare, ma io ci ho girato un po' attorno e me l'ha detto quasi senza accorgersene.» ridacchiò della sua ingenuità, scuotendo il capo, poi riprese a parlare «Dice di avervi visto dalla finestra insieme a sua sorella, lui parlava, tu hai provato a baciarlo e lui ti ha dato un pugno in pieno viso».

I tre Pretendenti - {Namjin}Where stories live. Discover now