L'arrivo dei tre pretendenti

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«Non stai dicendo sul serio».

«Certo che sono serio, è una cosa disgustosa da fare».

«Da fare posso pure capirlo, ma da farsi fare non puoi dirmi di no!»

«Ma neanche, non va fatto e basta, è una cosa da poveracci».

«Te non stai bene con il cervello, fattelo dire».

«Sei tu che sei un pezzente, ecco la verità».

«La verità è che non te lo avranno mai fatto e ci giri intorno dicendo che non ti piace».

«Non l'ho mai fatto perché è ripugnante! Dio santo!»

«Visto che siamo qui in tre perché non chiediamo a lui?»

Taehyung e Jungkook si girarono di scatto verso Jimin, lui incassò il collo tra le spalle, spalancò gli occhi preso alla sprovvista e diventò rosso in volto: «Ehm, i-io n-non saprei.» balbettò in un primo momento «Penso che tutti e due abbiate le vostre ragioni, insomma...»

Jungkook si sporse in avanti, staccando la schiena dal sedile del suv nero che era passato a prenderli in aeroporto più di un'ora prima, fece un profondo respiro, guardò Jimin dritto negli occhi e disse: «Non essere imbarazzato Jimmy, non-»

«Ji-Jiimin».

«Fa lo stesso, non interrompere.» disse in un sospiro Jungkook, facendo roteare gli occhi infastidito «Dicevo... Siamo tra noi, puoi dire a questo depravato che ingoiare la sborra a fine pompino è una cosa disgustosa».

Taehyung scosse il capo sospirando – se all'inizio rideva ora la questione era diventata personale e non ci trovava più nulla di divertente – e fece scoccare la lingua al palato, guardando fuori dalla finestra. Jimin boccheggiò a vuoto, il suo volto diventò ancor più rosso sentendo la domanda detta in modo così esplicito, ma alla fine riuscì a rispondere con un diplomatico: «Non saprei, a me non dispiacerebbe penso».

Jungkook sollevò un sopracciglio, Taehyung spostò lo sguardo nuovamente sul canadese, Jimin abbassò lo sguardo e fece finta di guardare qualcosa sul proprio telefono. «Cioè fammi capire,» disse Jungkook con un accenno di sorriso sulle labbra, «non ti hanno mai fatto una pompa?». Jimin risollevò piano lo sguardo, osservò prima il volto di uno, poi l'altro, constatando che entrambi lo fissassero aspettando una risposta; poi scosse il capo. «Oddio, poverino».

Taehyung piegò la testa di lato e lo guardò dolcemente, come se fosse intenerito dalla sua inesperienza: «Che dolce, vuoi che te ne faccia uno io?»

Jungkook si girò verso l'amico – o meglio il nemico – d'infanzia e lo fulminò con lo sguardo: «Sei stupido? Stiamo andando a provarci con un altro tipo e gli proponi un pompino?»

Taehyung si girò lentamente verso il coetaneo, si allungò con il busto verso di lui fissandolo prepotentemente negli occhi, assottigliandoli: «Non fare il geloso».

«Smettila con questa storia!» urlò innervosito il nipote del principe di Monaco, ottenendo in risposta solo un'alzata di spalle.

Nessuno dei due, comunque, sentì il gentile rifiuto di Jimin alla offerta di un primo fellatio e, ancora, nessuno dei due sentì la sua voce sussurrare che, probabilmente, erano arrivati. Solo quando la macchina si fermò e l'autista scese dal suv tornarono entrambi al proprio finestrino per guardar fuori, incuriositi dal luogo, non risparmiandosi un botta e risposta di prime impressioni: «Carino»; «Già, il giardino sembra ben curato»; «Peccato la casa non si veda dal cancello»; «Sarà voluto per privacy»; «Sì, ma così gli altri non possono sapere com'è casa tua»; «Non tutti abitano in un castello, Jungkook»; «Ah già...»

Nel frattempo che i tre giovani pretendenti aspettavano – chi in ansia e chi proprio no – di raggiungere la casa per poter finalmente fare le presentazioni ufficiali, Kendall stava radunando tutta la famiglia all'ingresso, gridando – parlando ad alta voce – e battendo le mani – quello con più forza che mai – per richiamare ogni singolo componente – tranne Ruth che, ovviamente, era già tra le sue braccia, sull'orlo di una crisi di pianto per il dover indossare le piccole scarpette azzurre al posto dei suoi calzini antiscivolo di Frozen. «Mamma!» gridò – lei gridò davvero – Elizabeth scendendo giù dalle scale in un elegante, ma allo stesso tempo giovanile e sportivo, vestito Lacoste nero «Non fare l'isterica, siamo tutti pronti».

«Ah davvero? Perché davanti alla porta ci siamo solo io e Ruth, non mi pare che siate pronti.» ribatté la madre con aria severa, ma cambiando tono ed espressione appena la figlia la raggiunse «Come sei bella oggi tesoro».

«Io sono sempre bella.» rispose lei, alzando le spalle.

La voce del fratello, proveniente dal secondo piano e diretto verso le scale per raggiungerle, interruppe il momento madre figlia: «Sì, ma almeno non sembri un'insegna al neon oggi».

Un'altra voce maschile, più profonda, si unì al gruppo: «Evitate questi vostri classici battibecchi davanti ai nostri ospiti.» si palesò il padre dalla porta che dava ad uno dei tanti studi, ancora intendo ad annodarsi la camicia «Potrebbero pensare di trovarsi in una famiglia poco unita».

Seokjin e Namgoo raggiunsero Kendall, Ruth ed Elizabeth; i fratelli più grandi si guardarono con un sorriso finto sul volto, appositamente esagerato, quasi grottesco e si presero per mano. «No papi, vogliamo che sappiano quanto ci vogliamo bene vero?» disse Liz con una voce stridula e bambinesca, giocosa.

«Sì sorellina, ti voglio bene, stiamo insieme per sempre.» le tenne il gioco il maggiore.

«Non prendete in giro vostro padre.» li rimbeccò Kendall dando uno schiaffetto sul braccio di Seokjin «E tu», puntando gli occhi sull'unico figlio maschio, «fai finta di essere una persona garbata».

«Grazie mamma.» rispose mostrandole un enorme sorriso e posandosi una mano sul cuore «Che gran stima che hai di me».

Liz batté le mani tra di loro e si lasciò scappare una fragorosa risata: «La mamma ti ha dato del coglione».

Sebbene fossero ricchi – schifosamente ricchi – la famiglia Kim era una famiglia come tante: spesso litigavano, cenavano assieme, si volevano bene, si conoscevano profondamente e scherzavano amabilmente; ognuno di loro era diverso, ma tutti insieme sembravano completarsi e creare un quadro d'insieme armonico. Erano la classica famiglia che vorresti conoscere alle vacanze al mare e con le quali tenere i rapporti per il resto della vita, quella famiglia che fa sorridere guardandoli anche solo discutere, perché lo facevano con tanto sentimento da non sembrare neanche una discussione vera e propria. Erano, però, anche una famiglia di apparenze e, proprio per quello, i tre pretendenti appena scesi dal suv non riuscirono a vedere quel quadretto familiare tanto comune.

Quando Jimin, Taehyung e Jungkook misero finalmente piede sul suolo della magione Kim, a vari metri da loro, in fondo alle scale in salita, ad aspettarli vi era una famiglia altolocata, con posture eleganti, vestiti costosi, sguardi fieri e sorrisi gentili di circostanza, così come ci si aspettava; nessuna traccia di battibecchi e risate.

Kendall fece un passo avanti quando i tre ragazzi furono a pochi gradini dall'ingresso e, aprendo il braccio libero indicando la propria casa, disse con voce giovale: «Benvenuti a casa Kim».

Tre sguardi sconosciuti non si fermarono neanche un istante sull'arredamento dell'ingresso, posandosi tutti insieme sul volto di Kim Seokjin.

I tre Pretendenti - {Namjin}Where stories live. Discover now