All-in. Fine della partita.

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tw: in questo capitolo è presente una scena sessuale. non è una scena di abuso, ne di pratiche particolari, ma è una scena sessuale tossica di persone profondamente egoiste e con problemi di narcisismo che, a mio avviso, potrebbe risultare disturbante (per me lo è). Nel caso siate sensibili al tema, vi consiglierei di andare direttamente al capitolo successivo, poichè la scena in sè non è importante ai fini della trama principale.

(chiedo scusa per lo "spoiler", ma preferisco che nessuno si senta male)


Taehyung chiuse gli occhi, trattenne il fiato e le lacrime; ascoltava il pianto della ragazzina, le parole arrabbiate di Seokjin, lo sentì promettere vendetta, lo sentì rassicurare la sorella in modo dolce, poi lì sentì entrare in casa e tornò il silenzio. Taehyung riaprì gli occhi e si girò verso Jungkook, osservando il suo sguardo serio: «Come hai fatto?» chiese, senza emozioni, con voce tremante.

«Ho minacciato lo stupido Canadese, è stato un gioco da ragazzi convincerlo a saltare addosso a quel poveraccio».

Taehyung si sentì la testa girare: «Perché lo hai fatto?»

«Per te».

«Per me?»

«Per te». Jungkook sollevò la mano e gli accarezzò i capelli dolcemente, portandogli una ciocca dietro l'orecchio. «So che la tua risposta era stata fatta per prendermi in giro, non voglio pretendere il tuo corpo, né altro», sorrise ironico, quasi sapesse che non c'era modo al mondo di averlo, quasi avesse perso ogni speranza, «ma ho pensato che ti stessi annoiando davvero, e volevo renderti felice».

Taehyung si fece sfuggire una lacrima, Jungkook gliela asciugò con il pollice. «Vuoi dire che Seokjin e Jimin stavano assieme e...»

«No, Seokjin è innamorato di quel ragazzo che lavora qui, Elizabeth è innamorata di Jimin».

Taehyung boccheggiò stupito: «Come hai fatto a scoprirlo?»

Jungkook sorrise: «Non ti ricordi?» si morse il labbro inferiore, distolse lo sguardo un istante, preso dalla tristezza «Posso fare tutto per te, ti comprerei la Torre Eiffel se la vol-»

Taehyung lo prese per il colletto della camicia e lo tirò a sé, facendo scontrare le loro labbra con foga, come se si tenesse dentro la voglia di baciarlo da una vita – forse era così, forse non si era mai accorto. Il giovane modello francese si era sempre tenuto alla larga dall'amore, da qualcosa che potesse travolgerlo, che potesse dargli qualcosa da perdere, aveva chiuso ogni relazione prima che potesse far capire all'altro come renderlo felice, come renderlo schiavo del bisogno di avere una persona al suo fianco. Eppure, era arrivato Jungkook, lo aveva trattato come un cane, lo aveva usato, ci aveva giocato, e lui si era innamorato lo stesso, e non del bravo ragazzo, né dell'idea della loro storia: Jungkook lo aveva capito e lo amava per quello che era: uno stronzo, manipolatore, senza cuore. Taehyung amava solo sé stesso, amava godere della vita, dei piaceri del cibo, della moda, dei soldi, dell'alcool, della droga e del sesso. Taehyung calpestava chiunque, solo per avere una piacevole serata, e Jungkook aveva fatto soffrire quattro persone solo per non farlo annoiare.

«Hai vinto, Kook».

Jungkook sentiva di aver ricevuto tutto, a quel mondo: Taehyung lo stava baciando, aveva pianto per un suo gesto e, proprio in quell'istante, gli era salito addosso, mettendosi a cavalcioni su di lui, strusciando il suo corpo con lentezza, ansimandogli sulle labbra.

Il principe di Monaco gli morse il labbro inferiore, gli strinse i glutei e lo spinse ancora di più verso la sua erezione già dura: «Sei eccitato?» chiese. Taehyung annuì e mugugnò in assenso. «Perché? Cosa ti ha fatto eccitare?»

I tre Pretendenti - {Namjin}Where stories live. Discover now