Montagne russe nello stomaco

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«Allora dovremmo continuare quello che stavamo facendo l'ultima volta?»

Namjoon, a quella frase, ebbe l'impulso di buttarglisi addosso, di rimpossessarsi della sua bocca per fargli capire quanta voglia avesse di continuare ciò che avevano interrotto giorni prima. Fu un impulso breve, però, interrotto un istante prima che prendesse il sopravvento su di lui per dar spazio ad un'altra scintilla d'idea, ad un altro desiderio sopito che aveva già scorso in precedenza, ma che stava crescendo dentro di lui. Per quel desiderio disse: «L'ultima volta?», arricciò il naso e alzò la voce rendendola più acuta, «Quando ti sei preoccupato per me e hai cominciato a darmi tanti bacini su-»

«La smetti di essere così imbarazzante!?» lo interruppe l'altro mentre le guance si coloravano appena di un rosato acceso. Namjoon ridacchiò alla sua reazione, al broncio che fece un attimo dopo, al palese fastidio che apparse sul suo volto. Seokjin, che fino a quel momento teneva ancora i piedi incrociati dietro la schiena di Namjoon, chiuso tra le sue gambe, provò a staccarsi da quell'abbraccio sbuffando, ma Namjoon lo trattenne: poggiò le mani ben aperte sulla sua schiena spingendolo contro di sé, all'improvviso, veloce e con forza; i loro petti si scontrarono, le loro labbra non lo fecero di pochissimo, così come le punte dei loro nasi. Erano tanto vicini da non riuscire a guardarsi in volto, spostando lo sguardo da un occhio all'altro. «Sei tutto strano tu, prima spezzi il mood poi fai così...»

«Volevo prenderti un po' in giro.» gli rispose in un sussurro il ventenne, ridacchiando a labbra chiuse e sfiorandogli la punta del naso con la propria.

Seokjin si ritrasse quel poco che servì a venir meno a quel contatto – non un centimetro di più – e sbuffò facendo tremare le labbra: «Ti conviene tanto? Potresti stufarmi, sai?»

«A me sembra proprio che ti piaccia, invece.» gli rispose con aria di sfida, sollevando le sopracciglia.

«Non penso proprio tu sappia cosa mi pia-», si bloccò all'improvviso, appena Namjoon fece scendere le mani sul suo sedere e lo tirò a sé, facendo strusciare i loro bacini. Seokjin chiuse gli occhi, spalancò la bocca e si spinse più forte in avanti, spalmandosi sul suo corpo, aggrappandosi alle sue spalle, muovendosi con i fianchi per far strusciare le loro voglie tra loro, coperte dagli abiti. Le labbra del diciassettenne si posarono sulla guancia di Namjoon, in alto, vicino all'occhio, si chiusero in un bacio veloce, perso, dato ad occhi chiusi.

Namjoon sorrise silenzioso, tenne una mano sul suo sedere per aiutarlo a spingersi su di sé, l'altra la fece scivolare sulla sua schiena verso l'alto, fino ad arrivare al suo collo, ai suoi capelli: «Che dici? Lo so cosa ti piace?»

Seokjin continuò a baciargli il volto spostando le labbra verso il suo orecchio, veloce, gli morse il lobo e, solo allora, gli sussurrò: «Perché non stai zitto?». Namjoon ridacchiò a voce bassa, Seokjin lo seguì sorridendogli addosso, in silenzio, ma il suo tono scese ancora un attimo dopo, diventando roco, bisognoso di contatto, di essere toccato, di essere baciato, così che, in un lamento, chiese: «E perché», strusciò ancora il bacino su quello dell'altro, «non mi hai ancora spogliato e fatto tuo?»

Namjoon sembrò trasformarsi: si buttò su Seokjin che si ritrovò con la schiena al divano e la testa nuovamente sul cuscino, con il ventenne tra le gambe e la sua lingua in bocca, con il corpo massiccio del pugile intento a strusciarsi su di lui, le sue mani ovunque, incapaci di trovare un posto dove fermarsi perché volevano tutto, volevano toccare ogni cosa e subito. Namjoon gli mordeva le labbra, gli accarezzava le braccia, gli portava le gambe intorno ai fianchi, sentiva il cuore a mille, calore ovunque, una voglia immensa di prenderselo come gli aveva suggerito, senza aspettare neanche un altro istante. Namjoon si staccò dalla sua bocca e si sollevò, mettendosi in ginocchio; lo guardò in volto solo un istante, trovando nello sguardo del diciassettenne la stessa identica voglia che sentiva in corpo e tanto erano sulla stessa lunghezza d'onda che non dovettero dirsi nulla: Seokjin si cominciò a sbottonare la camicia, Namjoon si levò la maglia e la buttò a terra, passò alla cintura mentre l'altro ancora non aveva tolto il primo indumento. Fu un aiutarsi a vicenda intervallato dal non calcolarsi, per fare più veloce, finché nuovamente si trovarono uno sull'altro, entrambi in mutante, i loro abiti a terra, le loro pelli a contatto, scottanti. Petti che si strusciavano così come le loro erezioni coperte dall'intimo, gambe intorno ai fianchi, mani ovunque, dita intrecciate, quelle labbra che facevano impazzire Namjoon sul suo collo, sulla mascella, sulla sua bocca. Tutto era scottante eccitazione al sapore di baci e gemiti.

I tre Pretendenti - {Namjin}Where stories live. Discover now