(S)he left me broken and weary

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-Tra quanto parte il prossimo aereo?- chiedo a Shawn, lasciando andare la testa sulla sua spalla.
-Due ore, questo viaggio è davvero infinito-
-I posti dell'altra parte del mondo sono belli e tutto il resto, ma la durata dei voli mi uccide-
-Beh, devi considerare anche il fuso orario, ci sono...-
-Ventuno ore di differenza con la West Coast e diciotto con la East Coast. In sintesi, sto per morire-
-Però ci siamo divertiti tantissimo- poggio il mento sulla mia testa ed io annuisco, stringendolo di più. –Tutto bene?-
-Sì certo, perché?-
-Ti sei accucciata forte forte, di solito lo fai quando c'è qualcosa che non va-
-Non posso mostrare affetto per il mio ragazzo? Non posso volerlo vicino?-
-Oh certo scusa, non era questo ciò che intendevo-
-Comunque sono contenta che la vacanza ci abbia aiutato ad appianare le nostre divergenze, ovviamente ci sono ancora dei problemi, ma una parte consistente è già passata-
-Era quello che speravo, la situazione a Toronto era un attimo precipitata-
-A proposito di Toronto, stavo pensando una cosa-
-Ossia?-
-Stella e Mike aspettano un bambino e, sicuramente, i suoi genitori vorranno stare vicino al piccolino, e magari loro due prenderanno la decisione di trasferirsi in Canada. A quel punto nonna Betsy ed io potremmo fare lo stesso, e se Daisy e Nate continueranno a New York, mi basterà prendere un aereo e in tre ore sarò da loro. Ovviamente non sto parlando di adesso, ma di un ipotetico futuro che parte da quando io finisco il college ed inizio a lavorare-
-Solo tu sei in grado di fare ragionamenti tanto contorti e tanto a lungo termine-
-Sì lo so, me ne rendo conto-
-Però non voglio che tu sia condizionata dalla discussione dell'altra volta, proviamo...proviamo solo a vivere il presente, senza preoccuparci troppo di ciò che succede dopo-
-Immaginare il futuro sa di rimpianto- mi guarda confuso, ed io ridacchio. –Cercando Alaska, cavolo, ti avrò detto mille volte di iniziare a leggerti quel libro-
-Giuro che lo farò...quando avrò un po' di tempo-
-E' come se si parlasse di me, capisci? Magari riesci a comprendermi meglio-
-Io ti comprendo già benissimo adesso, non ho bisogno che qualcun altro mi illumini su come comportarmi con Rosebelle Beatrice Greyson-
-Ogni occasione è buona per usare il mio nome per intero-
-Anche tu lo fai, di tanto in tanto-
-Soltanto quando sono arrabbiata-
-Lo so, infatti comincio a tremare, metti sempre su la voce da bambina de l'Esorcista ed io prego che non sia arrivata la mia ora-
-Ah ah, spiritoso- brontolo, ritornando con la testa appoggiata sul suo braccio. –Eppure funzioniamo-
-Già, è vero, siamo la coppia più stramba che esista, eppure tu sei fatta a posta per me ed io sono fatto a posta per te-
-Guarda che, alla fine, la perfezione sono semplicemente due imperfezioni che si incontrano-
-E questa da chi l'hai presa?-
-Questa è mia in realtà-
-Oh vero, a volte mi dimentico che sto con una scrittrice- -Quanto puoi essere stronzo?-
-Ma mi ami lo stesso-
-Questa tua affermazione è opinabile- borbotto. –Sono davvero stanca, ho bisogno di dormire-
-Sull'aereo puoi farlo-
-Non riesco a dormire bene sugli aerei, o sui pullman, o in macchina-
-E se ti concedo di sdraiarti completamente su di me?-
-Forse ci potrebbe essere una speranza, d'altronde sei il mio orsacchiotto preferito tu-
-Non ne avevo dubbi- mi passa una mano tra i capelli, e poi mi strizza una guancia. –Grazie per avere così tanta pazienza con me-
-Non ti preoccupare, ne hai avuta molta anche tu quando...beh, ne hai tutt'ora. Anche se ho fatto davvero dei passi da gigante da quando ero alla Constance ad ora, non posso negare che, quando ho paura di essere ferita, mi chiudo ancora a riccio e respingo le persone, spesso prima che succeda il fatto completo. Quando Lucinda è morta ti volevo accanto, poi ti mandavo via, volevo stare con te e poi non ti rispondevo al cellulare, ma tu non ti sei mai mosso dal mio fianco-
-Non volevo farlo-
-Non scherzo quando dico che, in più di un'occasione, tu mi hai salvata, in qualsiasi modo una persona possa essere salvata-
-Non mi ero mai reso conto di quante potesse essere bello sentirsi dire una cosa del genere-
-Non mi ero mai resa conto di quanto tu potessi farmi sentire bene, eppure eccoci qui-
Shawn
Osservo Rose dormire beatamente sdraiata su di me, con i piedi che sfiorano il finestrino e le labbra semi aperte.
-Guarda un po' tu, mi stai sbavando praticamente sul braccio, e la cosa assurda è che non mi dà per niente fastidio, non mi schifo nemmeno. Allora è questo ciò che chiamano amore, tu che riversi i tuoi fluidi corporei su di me ed io che rimango impassibile e, anzi, penso pure che tu sia bella- le sposto la frangetta da sopra la fronte, scoprendo la pelle candida. –Se tu fossi sveglia, a quest'ora, mi risponderesti 'ci scambiamo fluidi corporei ogni giorno da due anni', proprio come hai fatto la scorsa volta, e dio, sto iniziando a pensare con la tua testa, è davvero...è davvero estenuante- la ragazza si sposta appena, ed io ne approfitto per stringerla un po' di più.
Guardo il cellulare, Andrew mi ha mandato un messaggio ed io, grazie al wi-fi dell'aereo, gli rispondo che saremo a Portland nel giro di qualche ora.
Riporto la mia attenzione su di lei, è assurdo come sia potuta diventare importante all'improvviso, senza che io me ne rendessi conto.
E' cominciato tutto con un Meet&Great come tutti gli altri, ero pure scocciato quel giorno, diciamo che non tenevano conto del fatto che fossimo solo dei ragazzini, e poi avevo visto lei, con le punte bionde e la paura di sbagliare addosso come una seconda pelle. Si era avvicinata e mi aveva dato quel bigliettino, iniziando a giocare con i suoi bracciali, dio, ne aveva così tanti. Non che ora siano pochi ma, adesso, sono notevolmente diminuiti.
Abbiamo parlato moltissimo, la sicurezza l'ha dovuta trascinare fuori dalla sala, ma non dalla mia testa.
Il pilota annuncia che stiamo per atterrare, ed una hostess cerca di svegliare Rose per farla sedere in modo composto, però le faccio segno che ci avrei pensato io.
-Amore, amore svegliati dai- sbatte le palpebre, prima di aprire gli occhi.
-Ma che ora sono?- mormora, con la voce ancora impastata dal sonno.
-Le otto del mattino-
-Cavolo, sono davvero sfatta-
-Ah e stiamo per atterrare-
-Okay okay okay- si rimette seduta, e scuote la testa. –Mi sembra di essere fatta come una pigna-
-In realtà assomigli un po' ad una tossica-
-Beh non tutti abbiamo la fortuna di essere Shawn Mendes e di essere praticamente perfetti qualsiasi cosa facciamo-
-Smettila, sai benissimo che non è così-
-Non sei tu quello che ha detto che è sempre di bell'aspetto?-
-O mio dio, c'è qualcuno che non si ricorda di quell'intervista?-
-No, non credo- ride, ed inizia a pizzicare la mia mano. –E poi è vero, è praticamente impossibile per te non essere...perfetto-
-Magari, se smettessi di pensarmi come un essere celestiale, la storia dell'autostima e tutto il resto, prenderebbe una piega positiva-
-Intendi che smetterei di credere che sei troppo per me-
-Sì- gonfia le guance e si stropiccia gli occhi, voltandosi verso di me.
-Forse non hai tutti i torti-
-Lo so, non puoi confutare la mia tesi in alcun modo-
-Ho creato un mostro- prende il cellulare e per sbaglio apre la fotocamera interna. Storce la bocca, e lo ripone dentro la tasca. –Mi correggo, io sono un mostro-
-Finiscila-
-Dio, ma ho sempre questa faccia?-
-Di che cosa stavamo parlando fino ad un minuto fa?-
-Dettagli- mi fa un cenno con la mano.
L'hostess di prima ripassa, e le chiede di allacciare la cintura, sta iniziando la fase di atterraggio.
-Comunque hai dormito come un ghiro, alla faccia di quella che dice che non riesce a dormire sugli aerei-
-Ci credo, ero praticamente spaparanzata su di te. Probabilmente mi basta essere tra le tue braccia, per cadere nel mondo dei sogni, e questa frase fa davvero schifo-
-Andiamo Greyson, credevo che non fossi più quel genere di persona-
-Ed è così, però questo è troppo anche per me- fa la linguaccia e guarda fuori dal finestrino. La città si sta lentamente delineando sotto di noi, mentre io ancora evo capire che cavolo di ore siano. Troppi fusi orari in troppo poco tempo. –Non vedo l'ora di scendere, credo che stia per venirmi un attacco di claustrofobia-
-E' strano che tu sia così insofferente. Siamo andati in Australia a dicembre, in Giappone a febbraio e non hai battuto totalmente ciglio, senza contare che hai sempre viaggiato, a sette anni tua mamma ti ha portato a Disneyland a Parigi!-
-Sì lo so, infatti mi sto stupendo anche io, di solito ho una maggiore resistenza e non mi pesa prendere gli aerei, ma non lo so, è che non mi sento molto bene, sono stanca, spossata, mi viene da vomitare...-
-Ti sei ricordata di prendere la pillola, vero?-
-Perché, ogni volta che sto male, pensi sempre che io sia incinta?-
-Non lo so, è semplicemente la prima cosa che mi viene in mente-
-Ecco, cerca di cambiare questa cosa, perché ci sono altre trentamila malattie che posso avere-
-Con te diventa sempre un argomento delicato-
-Te lo ripeto, non saresti così tanto contento di avere un figlio a diciannove anni, se succedesse sul serio-
-Quindi, se dovesse succedere, abortiresti-
-Onestamente? Sì-
-Come fai ad essere tanto senza cuore alle volte?-
-Io senza cuore?!- le faccio cenno di abbassare il tono della voce, e lei si guarda intorno. –Partiamo dal presupposto che il corpo è mio e che decido io, oltre questo, siamo due ragazzini, pensi che saremmo in grado di crescere un bambino? Senza contare che io non ho alcuna intenzione di lasciare il college, e se rispondi che tengo di più all'università, giuro che ti tiro un pugno in faccia-
-Va bene, va bene, fine della storia, però ti misurerò la febbre appena arriveremo in albergo-
-Su questo hai ragione, forse sarà stato lo sbalzo di temperatura, o il fatto che tenevo i capelli sempre bagnati...-
-O sarà stato il viaggio, forse ti ha strapazzato un pochino-
-Non lo so Shawn, mi sento davvero sotto un treno in questo momento-
-Non ti preoccupare piccoletta, mi prendo io cura di te- mi guarda e sorride, e poggia la guancia sulla mia spalla.
-Ti amo tantissimo-
-Ti amo tantissimo anche io- l'aereo atterra e, dopo venti minuti, riusciamo a scendere.
Prediamo i nostri bagagli e ci dirigiamo verso l'uscita, dove troviamo Andrew ad aspettarci.
-Ma guarda, finalmente avete deciso di ritornare, stavo seriamente pensando di denunciare la vostra scomparsa-
-Ciao Gerty- ci abbracciamo, e lo stesso fa con Rose.
-Tu, però, hai davvero una brutta cera-
-Non mi sento molto bene a dir la verità, mi è persino venuto mal di testa adesso-
-Probabilmente sarà stato il viaggio, voglio dire, state venendo dalle Fiji- ci dirigiamo verso la macchina ed io mi metto dietro con Rose. Nel giro di cinque minuti sta già dormendo di nuovo, con il volto rosso come un peperone.
-Credo che abbia la febbre- le sfioro la fronte con la mano, scotta. –Rettifico, ne sono sicuro-
-Un'aspirina e passa tutto, non ti preoccupare-
-Sì lo so, è che prima vorrei capire che cosa l'ha scatenata-
-Rilassati...piuttosto, come è andata la vacanza?-
-Benissimo, siamo riusciti a risolvere molti dei nostri problemi, avevamo bisogno di stare un po' da soli-
-Ne ero sicuro. Siete sempre circondati da troppa gente e siete giovani, è naturale che ci siano dei momenti in cui dobbiate stare soltanto voi due-
-Ahi ahi ahi- la sento lamentarsi e scatto sull'attenti.
-Che hai Rose?-
-L'orecchio, mi fa tanto male- mi dice mentre è ancora in dormiveglia. Le alzo con cura la testa, facendo attenzione a non svegliarla, e noto immediatamente che il punto in questione è rosso, e anche parecchio gonfio.
-Rose, credo che tu abbia preso l'otite. Ti è entrata acqua per caso?-
-Abbiamo fatto un'immersione, senza contare tutte le volte che mi hai buttato a peso morto nell'Oceano, tu che dici?-
-Ops- Andrew mi guarda dallo specchietto retrovisore e sospira.
-Chiamo immediatamente un medico, farò in modo che sia già in albergo quando arriviamo-
-Che dolore- si lamenta la ragazza, rannicchiandosi sulle mie gambe. –Mi sento come se stesse andando a fuoco-
-Cerca di non appoggiarti, guarda il soffitto della macchina- fa come dico, gli occhi lucidi, sull'orlo di strabordare, deve farle davvero male.
-Non ti era già successo questo inverno?-
-Sì, ma ho preso un antibiotico e in un giorno mi era passato tutto, ma questa volta il dolore ha preso tutto l'orecchio-
-Andrew...-
-Ho raggiunto il limite massimo, non posso beccarmi un'altra multa, o questa volta mi ritirano la patente-
-E poi ti lamenti della mia di guida- guardo Rose mordersi le labbra e le afferro la mano, che lei stringe anche troppo forte. –Dio sto per morire, è arrivata la mia ora, me lo sento-
Rose
-Si tratta di un'otite al secondo stato con infiammazione dell'osso. Se avessi aspettato ancora qualche altro giorno, ti avremo dovuto ricoverare-
-No no no, basta ospedali- il dottore mi lancia un'ultima occhiata, prima di sedersi ed iniziare a scrivere qualcosa su un foglio.
-Ti prescrivo un antibiotico, del cortisone, delle pillole per proteggere lo stomaco e l'aerosol. Niente cuffie, niente acqua, niente aerei e cerca di tenere i capelli dietro l'orecchio, potrebbero portare dei microbi e, in questo momento, non hai difese-
-Fantastico- mormoro. –Ma il cortisone fa ingrassare!-
-Rose- mi riprende Shawn. –Ti pare il momento?-
-Sì-
-Può dare a me- si avvicina al medico e si fa dare la ricetta. Mi ritrovo a sorridere, non ha detto niente di che, nessuna delle sue sparate romantiche e, talvolta, melense, ma il modo in cui si è avvicinato deciso al medico per prendere le ricette dei miei farmaci è la dimostrazione d'amore migliore che potesse farmi. Shawn si preoccupa di me, lo ha sempre fatto e sempre lo farà, e questa è una cosa bellissima. 



Sbaaaam!

no raga non avete capito: sono sparita due mesi perché, tra l'estate e la tesi, credevo di no aver finito il capitolo e, invece, ne avevo preparati altri due. non ci sto più con la testa. 

anyway, nonostante stia ancora vomitando per il video di shawn e di camila che spero di dimenticare più che posso, ho deciso comunque di continuare la storia, nella vana speranza di scordare anche come la vita stia andando a rotoli. sistemo una cosa e si guasta un'altra, trovo una gioia e boom, ecco che vengo bastonata. 

detto questo, mi dispiace di essere sparita così tanto tempo, non erano passati due mesi tra un capitolo e l'altro, è che sono stata presa da un casino di cose. 

spero, comunque, che leggiate, commentiate e votiate la storia, vi adoro 3000. 

un bacio e a presto 

rose xx

Blue sky|| Shawn Mendes(#Wattys2019)Where stories live. Discover now