CaptainAmerica (11) Nik-Hacker

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La vita? La vita non è mai facile, non posso ignorare gli sguardi della gente, le occhiatacce, i bisbigli

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La vita? La vita non è mai facile, non posso ignorare gli sguardi della gente, le occhiatacce, i bisbigli.
Sentivo fin troppo bene le loro parole. Ma le trovavo insensate, come era insensato l'odio della gente.
Chi sono io? Non lo sapremo mai veramente.
Sono nato nel momento sbagliato, mio padre dava la caccia al passato e mia madre non mi voleva. Passato l'astio iniziale, mamma e papà si erano lasciati, non che abbia ricordi di un periodo in cui fossero stati veramente insieme.
Sin da piccolo, venivo chiamato "lo straniero", metà russo, metà americano, troppo biondo, troppo caucasico.
Facevo avanti e indietro, una settimana da mamma, una da papà, fino ai 12 anni, quando papà non ha aperto la porta e io sono tornato dalla mamma. Non ho più saputo nulla di lui se non al telegiornale. Forse per lui era troppo difficile, forse preferiva l'adrenalina a me.
Al mio compleanno mi manda una lettera, tutti gli anni. Puntuale come la morte.
Forse troppo cinico, forse sono cattivo se dico che non lo voglio più vedere; lui pensa a fare l'eroe, non a fare il padre. E con quella sua unica lettera all'anno, mi arriva anche un pugno invisibile allo stomaco, che gli restituisco con un bel "vaffanculo" assestato, non rispondendogli mai.
Vorrei girasse lo sguardo dall'altra parte e mi dimenticasse una volta per tutte.

***

Sorrido beffardo, mentre Todd al mio fianco, ansima nervoso; -non puoi fare un pò più veloce?- mi chiede mentre guarda con ansia la porta dello studio.
-calmo ci sono quasi- dico cercando di trattenere una risata. Apro il server. -che materia?-
-scienze e fisica- e con una lentezza snervante pure per me, gli alzo le medie di entrambe le materie. Salvo e chiudo il server.
-grazie amico-
-50 dollari- dico guardandolo.
-ma tu sei matto-
Rido. -vedi lì- dico indicando un punto impreciso del muro. -c'è una telecamera, sta riprendendo, io posso dire che mi hai obbligato o posso cantellare la registrazione prima che se ne accorgano... 50 dollari, Todd, forza, non fare lo stronzo-
Lui guarda il punto che gli ho indicato. Leggo la sua indecisione sul volto.
-quaranta Rogers, non di più-
-andata, qua i soldi-
E usciamo dallo studio del preside, in quel tardo pomeriggio di scrutinio, entrambi contenti.
All'armadietto, Josie. Todd se ne va e prendo Josie per le spalle. Le passo 15 dollari.
-tutti tuoi Jo-
Lei scuote il capo. -ma come fai ad eludere la sicurezza?-
Rido e al suo orecchio sussurro; -non c'è nessuna sicurezza, me lo invento per far cagare addosso i miei clienti e farmi pagare-
Lei mi guarda a bocca aperta. -non so come fai... insomma, l'idea di appendere un manifesto "offre aiuto per medie", entrare nel registro del preside... e se ti beccano?-
Scuto il capo. -Josie, non preoccuparti, non sono così coglione per alzare le medie di 2 o 3 voti, il massimo è 0,5, così per le verifiche; ma così metto via un pò di soldi, quei nerd fissati farebbero di tutto per avere il voto spaccato e io do' solo una spintarella fisica ed emotiva, se sanno di poterlo fare lo fanno-
Lei scuote il capo contraria ma mettevia i suoi soldi e ce ne andiamo. Monto sulla bici e la faccio salire sul portapacchi. E' quasi il tramonto quando parto con Josie verso casa.
Abitiamo nello stesso isolato di quella piccola provincia di New York.
Slother Race, non è più di 30 case, un scuola elementare-media, un liceo, due ristoranti, 3 bar, un parco e due locali adebiti a "grandi magazzini". Per toccare il resto della civiltà  dovevi fare 30 chilometri in macchina.
Raggiungo casa di Josie, lei mi saluta e riparto verso casa a qualche casa di distanza, infondo alla strada. Metto la bici in garage ed entro. Mia madre è al pc, al lavoro, ma quando entro mi sorride.
-ciao amore mio, che hai combinato oggi?- mi chiede con un sorriso sarcastico sul viso.
-ho aiutato un mio compagno a salire di media- dico semplicemente.
Lei scuote il capo. -in cosa? In "come fregare il sistema, corso avanzato 2.0"?- dice mentre mi siedo.
Rido; -no, in "imbrogliamo e non facciamoci scoprire"-
Lei ridacchia. -mi sembra ottimo Nikki... che mangiamo per cena?-
-facciamo il chili di carne?-
Lei annuisce e si alza e io a ruota; friggiamo la carne, prepariamo il sugo e i fagioli poi lasciamo restringere il tutto.
-mamma...- inizio mentre guardo che compiti ho da fare. -te lo ricordi il giorni in cui papà se nè andato?- gli chiedo con l'amaro in bocca.
Lei mi accarezza i capelli. -sì che me lo ricordo Nickolas... era un giorno come un altro, ti ho accompagnato davanti al palazzo in cui abitava, ti ho salutato e sono corsa al lavoro. Circa mezz'ora dopo, mi hai chiamato. Quando sono arrivata eri in lacrime nella portineria- mi disse tristemente senza guardarmi. -la casualità è proprio che io e tuo padre litigavamo sempre sul fatto che ti avevo dato un cellulare a 12 anni.
Torno alle mie cose, con la consapevolezza sempre più forte che con mio padre, Steve Rogers, Captain America, non volevo proprio avere nulla a che fare.

parole: 860

che cosa pensa di Nickolas? è tanto arrabbiato ma penso che come scelta di persona sia azzeccata, Jeremy Irvine mi ricorda un sacco Chris Evan e contando che è giovane, biondo e carino e simpatico, questo completa il quadro. ho visto una sua intervista sul canale delle K4U ed è un boss, mitico... io ve lo consiglio e vi consiglio di andare a vedere, chi è interessato il mio nuovo lavoro, Gossip Girl 2.0...
intanto Lei è Josie

xoxo

    

Avengers - Immagina and OneShot (vol.1)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ