OC' Heroes - Apnea (1)

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Speciale MADE IN ME, per ringraziarvi e per dirvi che questa volta dovrei essere tornata per davvero...

Primo capitolo di una nuova serie su...

Negli abissi della città eterna, giù, giù, dove nessun mortale era mai arrivato prima, vivono gli atlantidei

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Negli abissi della città eterna, giù, giù, dove nessun mortale era mai arrivato prima, vivono gli atlantidei...
Da anni il re, è Arthur Curry, figlio della regina Atlanna e di un civile Guardiano del Faro.
L'inizio del suo regno non era stato facile, guadagnarsi il rispetto del popolo di Atlantide, pur avendo il tridente leggendario, era stata un impresa ma con Meta al suo fianco era riuscito.
Ora Atlantide aveva un re legittimo anche se un po' folle.
Ma un giorno tutto cambiò e il regno di Atlantide non vide il nuovo giorno...

15 anni dopo...
(ora dovrebbe partire la musichina un po' rock che c'è in questo genere di film)

(ah eccola...)

Pov...

Al via scivolai in acqua, veloce e in tensione. L'impatto con essa fu terribile, come una botta e uno schiaffo, ma con la precisione di una tuffatrice.
Percepivo il mio corpo in fiamme, dividersi in migliaia di pezzi.
C'era solo l'acqua, il mio dolce inferno e il tempo l'unico limite.
Toccai il muretto, ed ero a metà, ma slittai indietro con tutta la spinta e la forza che avevo.
Avevo quasi la sensazione di non aver bisogno di dover muovere le gambe. E slittai fuori sedendomi sul muretto mentre la professoressa fischiava la mia vittoria.
-50"01, fantastico Lionel, un altro po' e superi le nuotatrici professioniste. Bravissima- sorrisi. -riposati, te lo meriti- disse lei dandomi una pacca sulla spalla.
Avvolgendomi nel telo blu, tolsi la cuffia mentre l'aria mi bruciava nei polmoni pieni di cloro.
Le mie compagne mi sorrisero entusiaste.
Sapevo cosa pensavano, che sarei stata la nuova arma segreta della Constance Billard per battere gli altri licei e salire in classifica.
Ma una parte di me, per quanto entusiasta si sentiva quasi usata mercificata, trasformata nello Shark che desideravano tutti tanto che diventassi.
Ma non ero mai stata brava ad accontentare gli altri o rimanere nelle aspettative. O anche solamente esser parte della massa.
Mi strinsi nel telo, infreddolita e mentre anche le altre uscivano dalla piscina, la coach fischiò ed eravamo tutte assordate e sull'attenti.
-domani ci sarà la gara di inizio campionato, voglio il meglio da ognuna di voi, perciò dritte a casa, fate una buona cena e subito a letto, vi voglio cariche-
Ci salutò e ci ritirammo tutte negli spogliatoi per la doccia.
Tolsi il costume bagnato e sempre stretta nel mio telo, presi il mio beauty e mi affrettai a trovare una doccia.
La sensazione dell'acqua sulla pelle era così piacevole, familiare, come cullarsi nel ventre materno. Immaginavo luoghi incantati, con grandi animali e luci fluorescenti.
Un palazzo reale ormai vuoto e diroccato, ricordi di un tempo lontano, ormai passato e distante...
-Isa...- disse qualcuno da molto, molto lontano. -Isa!- e aprendo gli occhi, Katia mi fissava.
-finisci l'acqua calda come al solito Isa?-
Sbuffo, alzo le sopracciglia e con un sorriso, alzai il terzo dito.
-smamma, te lo lascio tra 5 minuti- le dico tirando fuori il doccia schiuma.
Classico, mi perdo sempre nella doccia a fantasticare. Ma ora che ero lucida, misi il turbo ed esattamente 5 minuti più tardi, lasciai la doccia a Katia.
Mi vestì in fretta e attaccando il phon asciugai i ricci rossi voluminosi e lunghi che tanto mi distinguevano.
Al termine, salutai le mie compagne e me la svignai dalla scuola.
Nel parcheggio, la Hyundai Kona, lime di mia sorella.
-ciao Sarah- le dissi montando, vedendola intenta a sistemarsi il rossetto color corallo.
-ciao Ray- dice distaccata.
Con i suoi capelli neri, Sarah era il prototipo funzionante della figlia perfetta: prima del suo anno alla Constance, accettata ad Harvard e Yale, frequentava la Julliard per pianoforte e musica con grandi voti.
Eravamo talmente diverse da sopportarci a malapena.
-novità?- le chiedo cercando il suo sguardo.
Non so perché sono ancora in cerca della sua approvazione, quando a malapena si accorge che abitiamo sotto lo stesso tetto.
-Todd vorrebbe che accettassi la sua proposta di matrimonio... Ma non si può sposare un uomo che si chiama "Todd", perciò o cambia nome o aspetta che la nostra storia finisca-
Come al solito rimango basita dai suoi ragionamenti e mentre guardo fuori dal finestrino, ho quasi l'impressione che ci sia un uomo che mi sta guardando. Anzi ne sono sicura.
Ha un aspetto scuro e potente ed un fisico scolpito da sollevatore di automobili. Mi guarda fisso con uno sguardo cupo e duro e in quei suoi occhi gialli da rettile mi sembra quasi di riconoscerlo.
Tempo di battere le palpebre e l'uomo non c'è più...

Yeeee fatta il primo capitolo é andato, sto già scrivendo il secondo... Spero di riuscire a scrivere tanto e pubblicare spesso ma nel mentre ditemi cosa ne pensate...

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Avengers - Immagina and OneShot (vol.1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora