CAPITOLO 1

10.2K 165 31
                                    

Ho le valige pronte sul letto da questo pomeriggio, ma non smetterò di controllarle fino a quando non sarò sull'aereo.
Ebbene sì, finalmente cambio aria.. È un bel po' che cerco lavoro e quando io e Jade abbiamo sentito che suo zio ce ne offriva uno non abbiamo esitato ad accettare.
Jade è la mia migliore amica, ha diciotto anni, i capelli castani e gli occhi verdi. Caratterialmente è il mio opposto è sicura di sé, è un inguaribile romantica, si innamora anche solo con uno sguardo per poi sognare la sua vita e i suoi figli insieme al ragazzo che gli è semplicemente andato addosso mentre passeggiava ed oltre tutto ha sempre la risposta pronta..cosa che io non riesco a fare.
Domattina andremo a New York, non riesco a dormire.. è per la paura dell' aereo ma più di tutto è perché mi dispiace lasciare casa mia e la mia famiglia.
Mi alzo dal letto di camera mia per dare un ultima controllata alle valige che apparentemente sembrano apposto.
Recupero il telefono trovando un messaggio di Jade di mezz' ora fa "Non andare a dormire tardi, notte"..sì mi conosce abbastanza bene.
Imposto la sveglia, mi corico sul letto e lascio le palpebre chiuse aspettando il sonno.

LA MATTINA DOPO
La suoneria di Jonh Legend-all of me risuona nella stanza e proprio mentre sto per aprire un occhio la canzone finisce, sbuffo e torno a dormire. Solo alla seconda volta che sento le note della canzone capisco che è il mio telefono che squilla..
Mentre sto per prenderlo dal comodino cade a terra per la vibrazione e in quell' istante capisco che la giornata è cominciata con il piede storto. Mi siedo sul letto con ancora le palpebre chiuse e penso a chi potrebbe essere a chiamarmi.
Spalanco gli occhi 《merda, l'aereo》.
Recupero il telefono da terra e faccio il numero di Jade che risponde al primo squillo aggredendomi. "Ha ragione" mi riconosce la coscienza..
Sono così presa nel vestirmi e controllare nuovamente le valige che non sento una sola parola di quello che mi sta dicendo fino ad 《aprimi cogliona》e la chiamata termina.
Sto un secondo immobile e il campanello suona, sorrido perché so che è lei.
Dopo essere entrata ed avermi insultata per altri 10 minuti sono pronta per uscire di casa. Mentre sono davanti alla porta mi volto a guardare l'arredamento color panna del mio appartamento, non sto guardando i mobili, ma penso ancora una volta che questa casa mi mancherà un sacco. Mi mancheranno le risate con mio fratello e le urla con i miei genitori che oltretutto non hanno nemmeno salutato per l'ultima volta la propria figlia. So che ci rivedremo, ma non si sa quando e quindi potevano almeno dirmi ciao..
Siamo in macchina pronte per dirigerci all'aeroporto quando il telefono di Jade inizia a suonare.
《Mi sta chiamando di nuovo. Tel'avevo detto di svegliarti presto》mi accusa lei.
《Scusami ero così agitata che non riuscivo a prendere sonno》. Ruota gli occhi al cielo, risponde al telefono, grida per 5 minuti circa e termina la chiamata. Non le chiedo nemmeno chi era, cosa voleva o cosa le aveva detto, ho bisogno di altri dieci minuti di sonno per vedere se la mattina potesse ricominciare con il piede giusto.

Siamo sull'aereo, ho preso posto vicino al finestrino. Prendo le cuffiette, le attacco al telefono, metto la riproduzione casuale e vengo subito assorta dai miei pensieri.
Oh che sbadata! Io sono Alexis, ho 17 anni, ho i capelli castani lunghi fino a sotto la schiena e gli occhi dello stesso colore. Ho la carnagione chiara e sono alta poco meno di un metro e sessanta e non ho un fisico da fotomodella ma a me va bene così.
Torno alla realtà e vedo Jade dormire. Quanto vorrei dormire anch'io, ma sono terrorizzata. Se dovesse avere problemi l'aereo o addirittura dovesse addormentarsi il pilota?
Sì, mi sto cagando addosso.
Dopo un ora Jade dorme ancora, io ascolto musica e l'aereo non è crollato.. per il momento.
Nelle cuffie è appena iniziata 'all of me' ed è indescrivibile quanta serenità mi trasmette questa canzone, sento le palpebre farsi pesanti e non posso fare a meno di chiuderle.
.POCO DOPO.
《Ale. Ale. Aleeex. Alex svegliati. Daiii. Merda Alex l'aereo sveglia》 mi chiama ripetutamente Jade ed in quel momento mi viene spontaneo gridare 《siamo ancora vivi?》.
Mi guardo intorno impaurita trovando tutti i passeggeri che mi fissano, per poi tornare a fare le proprio cose dopo avermi guardata male. Mi sono addormentata, ce l'ho fatta!
Tiro un pugno sul braccio a Jade e lei scoppia a ridere.
《 Ale, davvero siamo arrivati. Scendiamo》mi dice ancora ridendo.
Stiamo scendendo dalle scale mobili quando due signori arritano la nostra attenzione. Sono uomini di mezz'età vestiti con giacca e cravatta, ognuno con in mano un cartellone con scritto "BENVENUTE A NEW YORK. ALEX E JADE".
Io e Jade ci guardiamo un attimo leggermente scosse per poi dirigersi verso di loro.
Non hanno detto una parola, hanno preso le valige e le stanno portando all' esterno dell' aeroporto dove ci attende una limousine nera.
Lo zio di Jade ci aveva avvertito del fatto che è un ricco sfondato praticamente. Ma non mi sarei mai immaginata una macchina del genere. Dopo aver caricato le valige, questi uomini sempre in silenzio si dirigono in un posto a noi sconosciuto. Io e la mia amica ci guardiamo alzando le spalle contemporaneamente sia per la limousine che per il comportamento di questi due uomini. Dovremmo fidarci?
Non lo so, ma non voglio spaventare Jade senza motivo, così cerco di autoconvincere anche me che tutto questo sia normale.
Esattamente quindici minuti dopo arriviamo davanti ad un cancello che si apre automaticamente dando ai nostri occhi una vista mozzafiato. Un giardino con delle siepi che formano un labirinto con delle fontane sia a destra che a sinistra.
Quando penso di aver visto tanta bellezza in un solo giardino, i miei occhi vengono abbagliati da una villa in stile barocco.. inutile spiegare quanto bella sia.
L'autista ci viene ad aprire mentre l'altro si mette di fianco porgendomi una mano per aiutarmi a scendere. Guardo prima la mano, poi lui è dopo ancora l'altro uomo per poi sorpassarli dandogli poca importanza. Aspetto che Jade scenda e come previsto non li calcola anche lei.
Ok, loro verranno anche pagati per far questo, ma non siamo mai state le ragazze che vogliono stare al centro dell' attenzione.
Iniziamo a camminare verso l'ingresso fino a quando due pitbull iniziano ad abbaiare. Saltiamo all'aria per lo spavento ma scoppiamo subito a ridere. Veniamo interrotte da un signore che tossisce e nell arco di un secondo Jade è al collo di costui. Anche lui è un uomo di mezz'età con gli occhi azzurri e i capelli bianchi e una folta barba anch'essa bianca. Anche lui è vestito con giacca e cravatta e notandolo bene è un bell'uomo. Mente sono ancora abbracciati a lui spunta un sorriso sincero che fa sorridere anche me. L'abbraccio viene sciolto e lui diventa immediatamente autoritario. Ora che ci penso non so neanche il suo nome e prima di fare qualche brutta figura devo chiedere a Jade.
Mi porge una mano per poi parlare 《salve, piacere di conoscerti》.
《Il piacere è mio》dico cercando di essere più convincente possibile, mi intimorisce un po' il suo sguardo.
《Nick e Paul vi accompagneranno nella vostra casa, ma domani sera per le 20.00 vi voglio qui. Non arrivate in ritardo, perché è una delle cose che più odio》.
Fa il saluto del militare e si volta per entrare in casa.
Io e la mia amica ci voltiamo a nostra volta per andarcene ma la voce di poco fa ci richiama.
《Ah, quasi dimenticavo..sapete guidare vero?》
《Io sì, lei no》 gli dice Jade.
Lo zio mi guarda come per sapere se quello che ha appena sentito sia vero e io annuisco per confermare.
《Allora saranno tutte tue le auto che troverai a casa》.
Jade esulta e io la guardo male. Prendere la patente è una delle prime cose che ho sulla lista delle cose da fare dopo i 18 anni. Lo zio accenna un sorriso per la scena ma torna subito serio.
《Anch'io volevo chiederti una cosa》 annuncia Jade.
《Cosa?》 Chiede lui.
《Ci abbiamo pensato molto e siamo arrivati alla conclusione che qualunque sia il lavoro non vogliamo che gli altri pensano che siamo avantagiate solo perché sono tua nipote e quindi posso permettermi di fare ciò che voglio. Quindi se per te non è un problema vorrei evitare di dire a lavoro che siamo parenti》 dice tutto d'un fiato come per paura della sua risposta.
Lo zio si limita a sorridere.
《Non fa ridere》 dice infastidita
《Nono》 alza le mani in segno di resa ma comunque sempre ridendo 《comunque per me va bene, non è un problema》.
Ci salutiamo un ultima volta e ci dirigiamo alla macchina.
《Che figata che è mio zio》 dice una volta in macchina.
《Già. E poi mi ci volevano proprio quei dieci minuti di sonno》 dico più a me stessa che a lei infatti mi fa segno che non ha capito, ma alzo le spalle facendo calare il silenzio.

SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutti. Dopo la lettura voglio dire un paio di cose..
Premetto che è la mia prima storia, quindi accetto critiche e non (ovviamente non pesanti) per quanto riguarda la storia, il modo in cui è scritta e per eventuali errori.
Comunque nonostante tutto spero vi piaccia.
Un bacio.

Oltre ogni promessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora