Inadatti

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Man mano che la mia vita procede mi rendo conto di un mucchio di cose.
Mi accorgo che i fatidici anni gloriosi del liceo stanno per terminare; e io me li sono goduti?
Non lo so.
Sicuramente non mi sono integrata completamente nella mia classe, tuttavia questa è stata principalmente una mia scelta. Avrei potuto benissimo fingere e calarmi nei panni di una semplice ragazza frivola che ha sempre voglia di ridere e divertirsi come fanno "i ragazzi d'oggi", ma non l'ho fatto.
Le motivazioni sono una mera conseguenza dei miei principi morali, principi che non ho scritti da nessuna parte, nemmeno nella mia mente. I miei principi morali sono le sensazioni che provo quando compio determinate azioni.
Se è giusta o sbagliata una cosa me lo dice l'istinto
E rinnegare me stessa per integrarmi con una massa di persone che non stimo e con la quale probabilmente passerei più cattivo tempo che buono, sicuramente non rientra in quella top di azioni che hanno esito positivo alle mie sensazioni.

Come più volte ribadito, però, spesso mi sento di fingere e non essere realmente me stessa. Non vorrei essere contraddittoria (anche se ormai fa parte di me esserlo), per cui ci tengo a precisare che nella mia "finzione" non c'è altro che una sorta di copertura o minima distorsione della mia vera persona. Certo a volte ritengo sia del tutto necessario fingere ma solo per la mia sopravvivenza.
È infatti vero che se io non tentassi in qualche modo di rendermi più "piacente" agli occhi altrui, oggi sarei sola come un cane ( che poi i cani sono proprio gli ultimi animali che considero solitari).

Ed ecco insomma che, sì, non sono un'emarginata ma, no, non sono una "popolare".
Sono felice di rimanere sempre e comunque Me, soprattutto dopo che una persona particolare mi ha lodata per questa mia "coraggiosa caratteristica" (così l'ha chiamata),
Ma
Mi sento un pezzo malfunzionante di un ingranaggio apparentemente perfetto.
Sono zoppa, sono deformata e non mi incastro mai realmente bene.
Ho cercato altri incastri fatti apposta per me ma sembrano non esserci, non esistere.
Per cui, per non rimanere in un angolo a fare la muffa, cerco di infilarmi in quello spazio inadatto a me e, mentre mi stringo tra quelle pareti, il mio angolo arrotondato sbatte e tintinna contro quello spigoloso degli altri, la mia massa troppo grande si appiattisce per rientrare in quei jeans che diamine, sono una solo una trentasei e non mi andrà mai bene perdessi anche dieci chili; io rimango sempre il pezzo sbagliato e deformato che mentre tenta di adattarsi all'ambiente circostante soffre, però ci prova.
È questo che intendo quando dico che se non mi sforzassi nemmeno sarei sola, perché sicuramente starei meglio a non infilarmi in quegli stretti incavi.
Però a volte il semplice bisogno di contatto ha la meglio e non importa se non è il mio posto perché ho bisogno di sentirmi in qualche modo vicino agli altri.
L'unico incastro che sembra giusto per me è quello della mia famiglia, ma non mi basta più.
Non posso vivere con il minimo, non pretendo il massimo
ma ho bisogno di altro affetto.

//yee 50 capitoli di depressione e riflessione conclusi.
Capitoli insensati e rigettati, come fossero pappetta per neonati, direttamente dalle mie mani;
l'arte.
La mia arte, mai compresa e mai accettata, spinta ad essere odiata anche da me stessa ormai.

Che cosa si prova davvero?Where stories live. Discover now