La solitudine

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Non mi piace stare da sola, penso di avere una sorta di fobia ( a cui probabilmente hanno ormai anche affibiato un nome).
Ho spesso bisogno che intorno a me ci siano persone che conosco con le quali poter intraprendere futili conversazioni di cui venti minuti dopo già scordo l'argomento.

Da piccola ho sempre temuto di restare sola a casa o in macchina, le ragioni spiegarle ora sarebbe un po' come inventarsele, non ho più undici anni, tuttavia credo che l'idea di fondo fosse il fatto di rimanere sola con me stessa (paure per ladri o altre leggendarie malefiche entità, a parte).

Quando mi ritrovo con me stessa la mia mente inizia a creare ininterrottamente una serie di pensieri che possono andare dal: "Cosa diavolo mangio a pranzo?" Al: "Ma perché non c'è nessuno qui che parli con me di quanto sia tutto strano questo mondo? Perchè sento di essere l'unica a farsi tutti questi problemi?".
Ho paura spesso di restare sola con la mia mente perché è capace di fare di tutto se non c'è qualcuno intorno a me che le mette un freno (io non ne sono capace).

Io ho paura, è vero, ma è proprio quando mi ritrovo nella paura dei miei pensieri che nascono i miei contorti ragionamenti.
Ho paura di pensare perché ormai sembra così abitudinario non farlo e diventare una sorta di macchinetta che ripete gesti monotoni.
[Il pensiero è un'ancora di salvezza, è l'essenza della nostra vita, il Pensiero ci rende liberi.]
Allo stesso tempo odio la monotonia, è qualcosa che mi fa uscire fuori di testa, è un qualcosa al quale se dedico più di pochi minuti per ragionarci su inizio a dar di matto. È per questo che non voglio finire nella mia testa ad affogare.

Se pensassi di più e sempre di più inizierei a stancarmi di tutto o a impazzire per tutto. La mia testa e i miei pensieri mi fanno impazzire. A volte hanno così poco senso che mi metto le mani nei capelli e cerco di pensare alla scuola... ai soliti amici... solite azioni, solite cose. Ritorna la calma dopo la tempesta.

Non mi stancherò mai di citare "L'infinito" di Leopardi ogni qual volta io alluda a questa mia follia derivante dai miei contorti pensieri:

"Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura"

Ho paura di qualcosa che mi salva perché ci stanno abituando a diventare dei suicidi, è questo quello che stiamo diventando.
Dei suicidi cerebrali. La monotonia uccide la mente.
Noi ci adattiamo, cosa fare? Ribellarci a tutte le comodità che ormai abbiamo?
No. Pochi eroi e più realisti.
C'è un suicidio di massa in corso e ne siamo consapevoli,
ne siamo anche favorevoli.

Che cosa si prova davvero?Where stories live. Discover now