L'essere grigio

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A volte mi sembra di non essere me stessa, di non esistere davvero.
È come se stessi recitando una parte in diversi teatri.
Chi sei?
In base a chi sei tu deciderò chi essere io.

Non è qualcosa di organizzato, non sono una di quelli che fingono perché non deve far capire agli altri chi è.
Per me recitare una parte è istintivo, mi devo adattare se voglio sopravvivere.

Forse non è vero che fingo, forse è come se fossi un pezzo di pongo che per incastrarsi in un certo spazio deve assumere una determinata forma, è vero questo, tuttavia sarò sempre fatta della stessa materia, sarò sempre io, solo in diverse forme, vista da diversi punti di vista.

Credo che l'importante alla fine sia restare della stessa materia, restare se stessi. Va bene cambiare forma, adattarsi e modellarsi per conoscersi meglio, ma l'importante è non perdersi perché se diventiamo grigi diventiamo insignificanti e cupi.

Per me il grigio è il colore più insignificante del mondo perché mi comunica apatia, probabilmente è un controsenso dire che qualcosa di insignificante mi trasmette un messaggio, ma uso il termine perché per me ciò che trasmette è qualcosa di insignificante: l'apatia.

Il grigio, non le tenebre, non la luce, il grigio.
Dov'è il grigio? Tra oscurità e luce, cos'è? Cosa vuole comunicare?

Il grigio è quell'essere insulso che non prende parte alla vita e decide di lasciarsi trasportare dalla corrente del momento.
Il grigio è chi non sceglie, chi vuole restare nell'ignoto e a sua volta ignora il bianco e il nero.
Il grigio è un po' bianco e un po' nero ma solo perché non vuole esporsi. Non fa preferenze.

Non si nasce grigi, lo si diventa. Si scolorisce pian piano col tempo come qualcosa che fa muffa e va a male.

Il grigio è qualcuno che è andato a male.

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