Da sola

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Caro diario,
Sono in stanza, nel letto.
Ormai sono le 00:33, è tardi. Ero stanca per andare di là dagli altri, dovevo andare in bagno e far la doccia.

Sto aspettando che tornino perché è triste andare a dormire da sola, ma se non tornassero?
È sempre questa la mia più grande fobia: l'abbandono.
Cerco di evitarlo in qualsiasi modo, non importa come, io devo fuggirgli.
Mi adatto come riesco e faccio la mia parte in questo mondo pur di non ritrovarmi una sola ombra alle spalle.

Ho capito chi dice di non voler ricevere compassione, non so come io l'abbia compreso, so solo che mi sono resa conto di non volere che gli altri mi vedessero come una "sfigata" per il dolore che provo o per come mi comporto.

Forse non dovrei aspettarle, forse dovrei solo smetterla di aspettare qualcosa che non so quando o se arriverà.

Ora mi infilerò sotto le coperte, dopo aver riletto qualche tua pagina, e farò finta di non sentirmi abbandonata.

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Erano le sei del mattino circa, una fastidiosa zanzara mi torturava il timpano da tutta la notte ormai.
Ero assonnata ma nonostante ciò aprii comunque gli occhi per poi incontrare la forte luce del mattino.
Quando il mio sguardo percorse la stanza vidi i letti accanto al mio vuoti, constatai poco dopo che non erano tornate.
Il mio cuore sembrò cadere dalle scale, sprofondare da qualche parte.
Non erano tornate.

Guardai le tende, il tavolo, la tv, la porta leggermente aperta della stanza dove lei aveva deciso di riporre tutti i trucchi su un piccolo ripiano.
Riguardai i letti, bianchi e immacolati, vuoti e grigi.

Ero sola.

//22-03-17

Che cosa si prova davvero?Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz