Mancanza

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Mi piace il suo sorriso.

Mi sono convinta come una povera illusa di provare odio e astio nei suoi confronti.

Ho fatto finta, pian piano, che non esistesse, anche se più o meno per come mi tratta (o dovrei dire per come Non mi tratta?) non è stato qualcosa di difficile da fare. Dopo  quattro mesi ho imparato.

Così ho messo su queste finte radici di odio, le ho cresciute anche se non possono realmente farlo perché sono di plastica.

Un odio di plastica.

Radici che al minimo contatto si tendono e subito dopo si sciolgono, perché sono troppo arrendevole e troppo debole.

E mentre il mio odio di plastica si scioglie inizio ad avere voglia di piangere.

Inutile corazza, non sono capace di difendermi.

Ho voglia di piangere perché mi sento così stupida e mi sono trasformata in un essere insulso ai suoi occhi.
Ho voglia di piangere perché ho perso qualsiasi valore e ora non mi vuole più.
Ho voglia di piangere perché sono stata rimpiazzata come un giocattolo rotto e ho voglia di piangere perché l'unica che ha sofferto per tutto ciò e tuttora soffre, sono io. Sempre e solo maledettamente io.
Ho voglia di piangere perché un pezzo del mio cuore è finito dentro la tasca di qualcuno che nemmeno si accorge di averlo.
Finché fai finta di non aver mai avuto quella parte mancante un po' sopravvivi, ma quando sei vicino a colui che, ignaro, te l'ha portata via ingiustamente e senza poi prendersene cura, senti un'improvvisa attrazione che parte proprio dal cuore, che, come una calamita rotta, reclama i suoi pezzi mancanti.

Ho voglia di piangere ma non posso permettermi più nemmeno quello,  allora sorrido, con gli occhi tristi, malinconici, nostalgici e tremendamente vuoti;

Con le radici di plastica sciolte del mio finto odio
E con il cuore che, zoppo, scalpita e batte reclamando, di diritto, ciò che un tempo gli appartenne.

Allora sorrido.
Ancora

Che cosa si prova davvero?Where stories live. Discover now