Capitolo 56

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Lily's pov

E con esso arriva il momento giusto, quello che ho atteso col cuore in gola nel pieno della notte e all'inizio del giorno nuovo. L'aria di pace è stata permeata. Le carte sono state scoperte. Tutto è pronto.

Harry è qui. Non si tratta di un semplice quesito, né di una vana speranza. Là fuori è lui a creare scompiglio. Quel caos preannunciato, quel sottile spago argenteo che separa la pace dalla guerra, quella spietatezza cieca che si percepisce nell'aria...lui è nato per questo.
Mi sembra addirittura di respirare la sua rabbia, che puzza di terra bruciata. Puro veleno scorre nelle sue vene bluastre.

Quindi rimango in ascolto, e, lentamente, l'aria che mi accarezza la pelle si dipinge di grida che sanno di disperazione. Di follia. Le pareti si sciolgono, il sangue viene versato, il mio corpo cede al panico.

"Harry!" Raggiungo la piccola inferriata coi muscoli atrofizzati e le ossa molli, finendo per abbandonarmi contro i mattoni freddi scossa da urla dilanianti. "Harry! Sono qua!" Le mie mani si aggrappano alle sbarre di ferro. Fuori il sole è sul punto di sorgere, e il cielo assume sfumature color pianto. Tutto pare ridimensionarsi...ma nessuno è in ascolto, e le mie ginocchia crollano.

"Harry!"

Inizio a strapparmi i capelli, mangiata viva dall'impazienza, dall'odio, dal panico, dall'uragano che mi divora dall'interno. E questo letale cocktail di emozioni - emozioni che si prendono a pugni - si porta dietro i peggiori scenari che vedono persa la battaglia. Ho bisogno di sapere, di sentire, di vedere...ogni cosa.

Eppure le grida continuano a sbattere contro le pareti, e i proiettili attraversano l'aria lasciandosi dietro tracce di sangue bollente.

Succede tutto così in fretta...l'equilibrio è crepato dal vento che lo frusta. Così veloce. Silenzio e poi caos, e nel caos che ne segue il silenzio è l'unico elemento che bramo come linfa vitale. Così veloce. Uno scoppio fugace! E la corrente si ritira.

Così come i proiettili hanno permeato la bolla di pace nella quale ero rinchiusa, ecco che il fischio lontano che preannunciava il loro arrivo si affievolisce, e l'assenza totale del suono mi si appiccica addosso. Di nuovo.

Non trovo conforto in esso. Al contrario, è come se finissi ad osservare me stessa con gli occhi di qualcun'altro - e mi vedo persa, congelata così contro la parete. In attesa di qualcosa...un qualcosa che però arriva, veloce e inaspettato, scoppiettante come un sorso di champagne. Una voce.

Inizialmente le emozioni mi giocano un brutto scherzo: immagino che sia Harry a chiamarmi, e così la mia schiena inizia lentamente ad inarcarsi contro i gelidi mattoni. Quando però odo la porta in metallo spalancarsi di botto e sbattere contro la parete, i passi che si precipitano giù per le scale sono quelli di Kendall. Sta chiamando me.

Ma io, eterna dannata, vengo pervasa da un'imperiale, selvaggia, potente scarica di adrenalina pura. E, sempre io, -eterna dannata- mi lascio sopraffare da essa, così che guidi il mio corpo tremante contro la parete di fianco alla rampa di scale.
È per questo che Kendall non mi vede: precipitasosi qui furente, inizia ad urlare il mio nome dandomi le spalle.

Non recepisco l'accenno di apprensione nella sua voce profonda (o meglio, lo ignoro) perché quando lui si volta, sospinto dall'ira e dal terrore del momento, la punta del chiodo arrugginito che stringo tra il palmo e le dita della mano destra sta già scavando nella pelle del suo petto. Veloce. Non sono io a spingerlo con violenza lontano da me, poi: è la paura a farlo. Lui, con la bocca piena di urla e bestemmie, si lascia crollare contro la parete. Mi guarda con occhi che rilucono di lacrime e di rabbia, eppure non faccio in tempo a pentirmi di nessuna delle mie azioni: sto già correndo su per la rampa di scale. E Kendall urla! Urla ancora più forte. Richiama il mio nome, mi supplica di ascoltarlo -ascoltare cosa?- ma la sua voce è rotta dal dolore.

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora