Capitolo 7

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OBBLIGATORIO leggere il capitolo ascoltando una di queste canzoni:

Dusk Till Dawn, Zayn & Sia

Give me Love, Ed Sheeran

It ain't me, Selena Gomez & Kigo

So Cold, Ben Cocks

Lily's pov


Parole, sono tante le parole che mi servirebbero adesso, ma che per qualche scherzo del destino non riesco a trovare - sono bloccate in gola, non sono in grado di uscirvi.

"Allora?" Insiste, digrignando i denti come farebbe un animale chiuso in gabbia.

Allora cosa, eh, Lily?
Allora cosa?

"Non è stata colpa mia." Ripeto, stringendo convulsamente il tessuto dei miei pantaloncini con le dita tremanti.
Non ricordo quante volte l'ho detto - ma sono tante. E fin'ora, ho ripetuto solo questo. Non è stata colpa mia.

Sto pregando adesso, perché sento il cuore battermi nelle orecchie: è un tumulto crescente, talmente forte da annebbiarmi la vista.
Vorrei fermarlo, ma quello aumenta e mi fa girare la testa.

L'uomo di fronte a me arriccia le labbra e annuisce lentamente, ha lo sguardo basso e le sopracciglia aggrottate - conosco questo movimento.
Non è ubriaco, ma è forse peggio. Ogni botta farà più male.

"E quindi, solo perché non è stata colpa tua, dovrei passare sopra al fatto che ogni singola finestra della casa è stata distrutta?"

Decido di essere coraggiosa e annuisco, ma il corpo mi tradisce cominciando a tremare.
Perché tremo?

"Sì, Alexander."

Non l'ho mai chiamato papà. O meglio, ho smesso di farlo tanti anni fa: perché dovrei definirlo tale, se mi sembra di non conoscerlo nemmeno?
Mamma mi ha sempre detto di fare quello che sento. E lui, per me, non è altro che un nemico.

"Vieni qui, Lily." Si agita, muove le mani in aria incitandomi ad avvicinarmi.
Conosco anche questo movimento- non voglio andare da lui.

Rimango ferma, due lacrimoni (i primi di un'infinita serie) mi scorrono sulle guance arrossate dal timore.
"Non prendertela con me."

"Ti ho detto di venire qui."

"Alex-"

"Vieni."

"No." E la voce mi trema.

"Vuoi costringermi a prenderti per i capelli?"

"Ti odio."

Allora lui digrigna i denti e le vene sul suo collo iniziano a pulsare forte: l'ho sfidato.

"VIENI QUI!"

Sono ripetitiva, perché mi tocca sottolineare di nuovo che non sono e non sarò mai razionale- io faccio l'opposto che mi viene detto: il mio corpo viene attraversato da una scossa di adrenalina senza precendenti, per cui sono quasi costretta a fuggire.
Il tremore che essa mi provoca è troppo forte per essere fermato.

E sto urlando quando corro su per le scale, perché Alexander si è lanciato dietro di me con un grido di rabbia: ti ammazzo, mi ha detto.

E sto anche piangendo mentre i miei passi si rincorrono con furia, nel disperato tentativo di allontanarmi dal mio incubo peggiore.

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora