Capitolo 28

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ALLERTA!
Sconsiglio la lettura del capitolo a persone particolarmente sensibili.

Tanto so che leggete comunque, volevo solo mettervi ansia.

Lily's pov

Ho avuto il tempo di battere le palpebre che il Natale è già arrivato.
Cioè, che oggi si festeggia la nascita di Cristo è il calendario a dirmelo, ma decido di restare ancora un po' a crogiolarmi nelle lenzuola profumate che mi avvolgono.

Reduce da un sonno profondo e non tormentato, porto pigramente le mani al viso per sfregarmi le palpebre chiuse e sbadigliare. Si muore di freddo ma fuori non è nuvoloso. L'orologio segna le nove del mattino, di sotto sento la televisione essere accesa. Mia madre è già in piedi e io allora sorrido.

Sembra essere passato un giorno dallo scorso anno, eppure è corso il tempo di un sospiro e siamo di nuovo a punto e a capo. La nostalgia mi mangia viva.
Portandomi le lenzuola sotto il mento i miei occhi corrono al soffitto e le palpebre si fanno lentamente pesanti.

In teoria il programma per oggi sarebbe scendere, fingere un sorriso, mettermi a tavola col capo basso nella speranza che, almeno per questo giorno di festa, mio padre non si presenti a casa.
In pratica Alexander Johnson è morto, e a pranzo saremo da Sarah e la sua famiglia per festeggiare tutti insieme.

Strane sensazioni piacevoli si agitano nel mio ventre, ma la rilassatezza sembra più somigliare ad una forte remissività nei confronti della vita.
Giorni fa sono tornata dal dottor. Thompson per alcuni controlli riguardo la mia salute, e la situazione sembra essere leggermente migliorata rispetto a poco tempo addietro.

Sta di fatto che io non starò mai bene. Ci sarà sempre qualcosa dentro di me che mi porterà a torturarmi a forza di pensieri negativi: mi sciupano, disse una volta Benjamin. Tutte queste ansie.

Sospiro e scosto le lenzuola con mano pigra, trascinandomi oziosamente i capelli oltre le spalle.
Stanotte ho sognato Harry.
Nulla di troppo eclatante ma sufficiente a farmi palpitare al mio risveglio, desiderosa di incontrare quello sguardo smeraldino ancora e ancora. Di sentire le giunture delle sue dita arricciarsi intorno ai miei polsi, al mio viso, ai miei capelli:

guardami, ascoltami e ascoltati, rilassati e lasciati andare. vivi.

E ho finito per coprirmi il viso in modo da nascondere a me stessa il sorriso che premeva per nascere.

Mi vesto con movimenti lenti e meccanici, ché c'ho la mente intossicata dal ricordo: avevo trovato la mia routine, mi ero minuziosamente costruita da capo le mie abitudini. E poi è arrivato Harry e io vorrei solo averlo qui accanto a me, perché non penso ad altro e mi sento patetica, nel farlo.

Mi lego i capelli e infilo un pesante maglione grigio a collo alto, aprendo la porta della mia camera e producendo un leggero scricchiolio marcio.
L'aria profuma di muffin e latte. Scendo le scale lentamente, spalancando le braccia alla vista di mia madre venirmi in contro con un sorrisone aperto sul viso. Segue un lungo abbraccio e un buon Natale quasi sussurrato.

"Ma', lo sai che io e Harry ci siamo baciati di nuovo?" Faccio poi, sedendo sullo sgabello in cucina per osservare mia mamma riscaldare il latte.
Una ghirlanda decorata è appesa vicina al frigo.

"Ah sì? E quando?"

Stringo le mani tra le gambe per scaldarle.

"Tipo qualche giorno fa. È stato lui a fare il primo passo."

Il sorriso furbo che mi mostra successivamente non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, perché parla da sé. "Che ti aveva detto tua madre? Tornano tutti come cagnolini, prima o poi."

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora