Capitolo 32

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LA GIF. LA FOTTUTA GIF.

Lily's pov

L'aria che ci circonda è satura di tensione e terrore malcelato. E tanta malinconia.
Stanza minuscola ma troppo affollata e troppi occhi che mi scorrono addosso, sebbene i miei siano puntati a terra. La vita è anche questa.

Il sole è ormai tramontato e tra dieci persone non ce n'è una che decida d'aprir bocca per parlare - io faccio scorrere i palmi sudati sul tessuto profumato dei pantaloni neri che Harry mi ha prestato, ma anche lui, appoggiato alla parete opposta della stanza, rimane in religioso silenzio.
E la vita è anche questa.

Momento intimo prosciugato, sembra non essere mai avvenuto. Seduta come sono sul divano del piccolo salotto (di un luogo che ripeto di non conoscere) osservo le espressioni affrante di Benjamin, Ryan, Josh, Michael, Harry, Thomas e tanti altri sconosciuti. La tristezza sembra strangolarmi.

Che poi, alla fine, è andata così: cos'è successo non si sa, ma quella che sarebbe dovuta essere una riunione di confronto si è trasformata in un silenzio terrificante. Io, ancora sconvolta, mi unisco all'assenza del suono tenendo le labbra incollate e rivolgendo gli occhi alle mie mani posate in grembo. Attendo che qualcuno parli e metta fine alla mia angoscia.

La stanza è piccola e povera di forniture, fatta eccezione per il divano sul quale sono seduta e per il tavolo in legno al centro del salotto. Dalla finestra la luce di un lampione illumina il profilo tagliente di Harry che, con entrambe le mani strette contro le labbra, osserva i nostri visi abbassarsi al passaggio del suo sguardo. Il buio ingoia tutto il resto.

Percepisco il battito del mio cuore come qualcosa di estraneo al mio corpo, come se non mi riguardasse e stessi lì a udirlo senza compiacermene. Perdo l'uso delle palpebre e resto a contemplare un punto fisso in attesa di qualcosa che tarda ad arrivare.

Sento la mancanza di Harry sebbene lui sia qui, con me. Sembra distante, lontano anni luce. È perso nella sua stessa confusione e vorrei solo aiutarlo, ma come posso io che non comprendo nemmeno la situazione in cui sono finita?

Ripiombo nel fossato del dolore con entrambe le gambe e nessuno è pronto a tendermi la mano.

Il silenzio viene poi improvvisamente spezzato dal profondo sospiro di Ryan, che preannuncia quello irritato di Harry stesso. Non mi guarda perché sa che il nostro momento già lo abbiamo avuto, ed è tempo che sia lui a prendere le redini della situazione - nonostante io legga il terrore nei suoi occhi.

"Quanti morti?" Domanda la voce gelida di Thomas, seduto sul bracciolo del divano che siamo anche io e Benjamin ad occupare.
Harry rimane immobile.
"Nessun morto ma molti feriti." Fa scorrere il pollice sulle nocche emaciate della mano destra. "Soprattutto dei loro. Il vostro intervento è stato decisivo."

È la sua freddezza a sorprendermi ogni volta, perché arriva inaspettata.
Il serio colosso appoggiato alla parete è lo stesso ragazzo che fino a pochi minuti fa mi stava supplicando di perdonarlo in deboli sussurri scoordinati - ma va bene così, la apprezzo. Adesso che è entrata a far parte della mia quotidianità, la sua sicurezza ne trasmette a me ed è in grado di regalarmi scorci di calma e tranquillità che poche volte mi sono stati concessi.

Tuttavia non mi sfugge lo sguardo intenso che mi rivolge per pochi secondi, prima di tornare a prestare la sua attenzione agli altri ragazzi presenti.

"E quindi è successo." Sussurra Ben al mio fianco, facendo scorrere le mani lungo le cosce e poi fino alle ginocchia, dove rimangono.

È successo.
Thomas lo ripete e si aliena da tutto ciò che potrebbe condizionarlo, passando le dita nelle ciocche scure dei suoi capelli.

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora