Capitolo 36

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Amo la gif più della mia stessa vita.

Lily's pov

Quando Harry mi parla la mia mente è ricondotta all'immagine della neve che si scioglie e del caramello salato che si appiccica alle labbra.
Lui mi guarda sempre, quando mi parla. Mi regala la certezza di avermi come totale centro delle sue attenzioni; ogni tanto si sistema i capelli, sorride e poi torna serio, magari si passa la lingua agli angoli della bocca per stuzzicarmi e sentirmi ridacchiare.

Diventa la colonna portante della mia vita. Lui è sempre lì, si porta sulla schiena il peso del pericolo senza immischiarmi in tutto ciò che potrebbe ferirmi, lo nasconde, maschera tutto con un sorriso. Soffre? Non lo so. Non me ne parla, preferisce ascoltarmi. E io amo parlare con Harry, perché mi capisce senza giudicarmi. Comprende i miei timori, le mie ansie, i miei desideri. Li assorbe e li custodisce per il futuro. Stranamente il fatto che lui conosca ormai ogni mia sfaccettatura non mi spaventa come avrebbe fatto in passato, perché ho imparato a fidarmi delle sue parole.

Mi sono abituata anche al suo veleno. Ogni tanto accade che lui sbotti qualche parola offensiva nella mia direzione, ma solo quando è stanco e nervoso - finiscila, per Dio!
Oppure, ma ci stai mai zitta, tu?
E ancora, chiudi quella bocca, cazzo.
Ho imparato a prendere tutto alla leggera, perché lui è fuoco e fiamme. Impulsivo. Non lo sbatto al varco perché lui dietro gli attimi di debolezza nasconde la preoccupazione per la sicurezza di entrambi.

Hey, tu. Si avvicina con un sospiro, ogni singola volta. Mi sposta i capelli dietro le spalle e mi bacia la tempia, sussurrando scusami, lo sai che sono nervoso.
E io, dannazione, mi sciolgo ad ogni parola. È inevitabile farlo con Harry, che sa esattamente cosa dirmi e come farlo.

"Vieni qui." Mi dice, camminandomi a fianco e afferrando il mio zaino. Se lo issa in spalla e mi sorride. "Andiamo, ti porto a casa."

Le lezioni sono finite anche per oggi, e per fortuna è venerdì. Harry sembra particolarmente rilassato. I suoi occhi brillano di una strana lucentezza. E mentre i nostri passi in corridoio si fanno frettolosi, i miei occhi non possono fare a meno di ammirare il suo profilo tagliente, i ricci intorno alle orecchie, il leggero sorriso che gli incide le guance.

L'unico timore che mi impedisce di intrecciare le nostre dita è quello di apparire soffocante. Spesso me lo fa notare con voce confusa, mi dice che sembro fredda. Non lo sono, Harry, ridacchio per smorzare la tensione, poi lo bacio.

"Ah, senti un po'." Fa lui con atteggiamento cospiratore - non mi guarda, ma posa una mano sul fondo della mia schiena per incitarmi ad accelerare il passo.
"Mi dicono che c'è ancora quel tizio che ti viene dietro."

"Che fai, mi spii?" Trovo il coraggio di sorridergli e posare il capo sulla sua spalla, lasciandomi stringere contro il suo fianco.

"No, certo che no." Mi provoca. "Ma quello non mi piace."

"Se parli di Kendall stai tranquillo, che non piace neanche a me."

Raggiungiamo in fretta la sua auto. Mentre prendo posto sul sedile del passeggero Harry sistema i nostri oggetti nel portabagagli, sbattendo la portiera con forza per raggiungermi velocemente. "Cintura." Mi ricorda con un sorrisetto, mettendosi comodo e cercando le chiavi dell'auto in tasca.
Mi sporgo per lasciargli un bacio sulla mascella, ma lui è lesto a ruotare il viso per far sì che ad essere toccate siano le sue labbra.

"Maledetto."

Mugugna parole confuse, mi mostra un ghigno mentre mette in moto la vettura. Il viaggio si prospetta tranquillo, per cui mi perdo nei miei pensieri.
Questi diventano presto cupi, perché si indirizzano tutti in una direzione ben precisa: Snake Scott.
Sono passate due settimane, lui non si è più fatto vivo e io non mi sono mai sentita oppressa; Harry mi tiene all'oscuro di tutto, ma qualcosa sembra bollire in pentola.
Un boccone amaro mi chiude la gola al ricordo di quelle ore confuse, della disperazione di entrambi, delle urla sguaiate che strappavano il cuore di chi le pronunciava e di chi era costretto ad ascoltarle.
Sono questi pensieri che spesso mi rovinano le giornate, perché dietro i miei sorrisi si è sempre nascosta la consapevolezza di non poter vivere una vita come quella di chiunque altro.

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora