Capitolo 8

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OBBLIGATORIO ascoltare
Umbrella di Rihanna

Spero vi piaccia gioie xx

Lily's pov

Il viaggio di ritorno è carico di tensione.
Harry tiene il volante avvolto tra le mani con una forza tale da far sbiancare le nocche, già sporgenti e letali per loro natura.
Io lo osservo di sottecchi, cercando inutilmente di capirlo: sembra nel mezzo di una battaglia interna, eppure rimane a bocca chiusa.
Con le labbra e i denti serrati, continua a guidare concentrandosi sulla strada.

A spezzare il silenzio assordante è il leggero sibilo del motore, che fa da sottofondo al fracasso che entrambi abbiamo in testa, ma che rimane lì dove deve stare: nelle nostri menti.

Il ragazzo al mio fianco apre la bocca solo qualche minuto dopo, respirando profondamente e aggrottando le sopracciglia.

"Chi ti ha ridotta in questo stato?" La sua voce è strana: sembra calma, ma sento una punta di veleno scivolare in mezzo alle sue parole.

Io distolgo lo sguardo, puntandolo fuori dal finestrino e stringendomi le mani in grembo.
Non ho voglia di iniziare questa conversazione con lui: finirebbe male, e non ho abbastanza forza per discutere. O per scoprirmi.

"Ho bisogno che tu mi risponda."

"E per cosa?" Mormoro voltandomi verso di lui, sulla difensiva.
La mia voce esce strana, ovattata: la medicazione che porto al labbro non mi permette di fare altrimenti.

Harry respira profondamente, cercando di calmarsi per non alzare il tono di voce.

"Lily." Si passa una mano tra i capelli, tirandoli con una forza tale che temo se li strappi dalla cute.
"Voglio solo avere una conversazione civile con te. Per favore."

Io deglutisco, sentendo le lacrime pungermi gli occhi: finisce che inizio a tremare.

"I-io...non mi va di parlarne." Balbetto.

Allora il riccio fa una cosa che non mi sarei mai aspettata: accosta l'auto e si ferma al lato della strada sterrata che stiamo percorrendo.

"Cosa fai?" Domando, cominciando ad agitarmi.

Lui si volta verso di me, stringendo violentemente il volante.
"Chi cazzo è stato a riempirti di botte?" Alza la voce, non si preoccupa più di trattenersi: il mio silenzio lo irrita, ma lo infastidisce di più il fatto di non sapere come comportarsi.

Succede che abbasso lo sguardo e inizio a piangere, di nuovo.
È strano il fatto che lo trovi così umiliante, ma mi sento talmente debole che è diventato difficile da gestire, tutto questo dolore.

Lo sento imprecare tra i denti e sbattere i pugni contro la console, segno evidente della sua frustrazione.
Poi appoggia la fronte sul volante, sospirando con forza.

Lo spazio è diventato improvvisamente opprimente.

Mi sento soffocare dalla miriade di emozioni che lottano per uscire dal mio corpo, troppo piccolo e troppo sfinito per contenerle tutte.
E io vorrei disperatamente stare in silenzio, tenere la mia sofferenza solo per me, ma sento che non la lascerò uscire, non ci sarà più alcuna speranza di salvarmi dalle grinfie della disperazione.

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora