Capitolo 21

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La gif non c'entra, l'ho messa solo per farvi bagnare😥

Harry's pov

Il motore si spegne con un sibilo basso quando giro più volte le chiavi nel cruscotto, fermando la vettura nel parcheggio dell'ospedale.
Tengo le mani serrate intorno al volante per qualche secondo e svuoto la mente da qualsiasi pensiero - solo quando sono certo di essermi calmato a sufficienza, mi passo una mano tra i capelli e tiro fuori le chiavi dal cruscotto per infilarle in tasca.

I miei movimenti sono meccanici e dettati dal nervosismo che, seppur nascosto, provo in larga misura: non mi preoccupo nemmeno di chiudere la macchina, ché quando ho tirato fuori Lily dall'auto, prendo subito ad incamminarmi verso l'enorme edificio ospedaliero.
Le avvolgo la schiena e il retro delle ginocchia con entrambe le braccia, premendola contro il mio addome e sentendo il suo corpo continuare a tremare.

Abbasso lo sguardo per incontrare il suo viso pallido e distorto in un'espressione di tormento, e pian piano le sue dita avvolgono le mie pur essendo incosciente.
Procedo a passo svelto e quando ormai sono di fronte all'ingresso, salgo due scalini alla volta.

Ho fretta di entrare solo per uscirne prima, che gli ospedali sono la mia angoscia più grande: ecco che mi investono luci fredde troppo forti, odore di disinfettante e di alcool etilico.
Mi fermo per un solo secondo e poi torno a guardarmi davanti e dietro, procedendo frettoloso col corpo collassato di Lily tra le braccia.
Il peso di questa ragazza è confortante, perché mi dà modo di credere che io sia ancora vivo e capace: dentro sento uno strano vuoto, una patina gelida di vetri rotti. Mi perdo nel ricordo del sorriso e del profumo e del grido mai emesso.

"Qualcuno può aiutarmi?" Alzo la voce, un'infermiera mi passa di fianco spingendo un carrello ospedaliero contenente pomate e siringhe. Distolgo lo sguardo.

"Questa ragazza ha bisogno di aiuto!"

Sto delirando, le parole mi escono biascicate e troppo frettolose: sembro trasmettere il mio nervosismo a Lily che sussulta e si abbandona contro la mia spalla.

Odio tutto questo. Odio i corridoi che si perdono allo sguardo, i camici bianchi, l'aria pulita ed immacolata, la luce troppo intensa e l'indifferenza di chi ti guarda.

"Puoi aiutarmi?" Chiedo in un ansimo sbottato quando raggiungo una giovane infermiera intenta a svoltare l'angolo, rincorrendo i miei passi uno dietro l'altro.

"Cos'è successo?" Mi domanda calma lei, fermandosi al suo posto e osservando Lily, abbandonata su di me.
Mi raggiunge, le tasta il polso e prende a sospingermi davanti a sé prima che possa risponderle.
"È svenuta." Dico col fiatone. "Penso abbia avuto un attacco di panico ma- io, io non lo so-"
Mi interrompe e "seguimi," ordina.

Che lo sto già facendo, non lo vedi?
Ti seguo, ti seguo.

"Pensi che sia grave?" Domando, improvvisamente irritato da una ciocca di capelli che mi è caduta sulla fronte. Sono costretto a scuotere la testa per spostarla e nel mentre sistemo meglio Lily contro il collo, che sentire il suo respiro mi mantiene aggrappato all'ultimo briciolo di lucidità rimasto.

"Da quanto tempo è incosciente?"

Accellero il passo per raggiungerla e rimango interdetto qualche secondo, allora lei ripete la domanda e svolta a sinistra con me che la tallono con la stessa velocità.
Le luci al neon mi portano ad assottigliare le palpebre.

"Un quarto d'ora? Venti minuti?" Provo tentennante, ma l'infermiera continua col domandarmi se Lily soffre di pressione bassa o attacchi di panico. E come pretende che lo sappia, io?
"Non ne ho idea, ma non mi hai ancora risposto."

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora