CAPITOLO 66

3.5K 187 119
                                    

KYLE

Anche Giugno è arrivato, questa è la prima settimana del mese e oggi è il giorno del diploma di Caroline e della mia piccola.
<Che ne pensi, va bene così?> chiedo guardandomi allo specchio. Mi liscio i pantaloni neri e la camicia bianca che ho comprato apposta per l'occasione.
<Kyle...> inizia Brandon <Non credi di essere un po' paranoico?>.
Lo guardo <Perché?>.
<Beh, per il fatto che siamo qui da più di mezz'ora e che sembri una ragazza al primo appuntamento> fa lui, sogghignando e con aria un po' scocciata.
Lui è già pronto da un'ora, ha indossato dei pantaloni neri, un maglione e sopra una giacca nera. Entrambi non ci siamo mai preoccupati del nostro abbigliamento, vuoi perché siamo due ragazzi, ma oggi devo essere impeccabile.
Continuo a guardare mio fratello, appoggiato al muro a braccia conserte. Fa un sospiro e dice <Ok, ok... stai benissimo>.
Scrollo un po' le braccia per scaricare la tensione. Ho cercato di non agitarmi troppo, ma ho bevuto lo stesso cinque caffè, ho mangiato mezzo sacchetto di biscotti e fatto avanti e indietro per la casa di mio padre come un pazzo.
Ho paura che la mia presenza non sia gradita, o meglio, so che Sam è felice di avermi accanto il giorno del suo diploma, ma non oso pensare cosa potrebbe succedere se Eva e Thomas dovessero accorgersi della mia presenza. Ne ho discusso anche con Tessa e secondo lei non dovrei andare, ma come posso restare a casa mentre la mia piccola si sta diplomando?
E poi, ci devo andare per forza, oggi non si diploma solo Sam, ma anche Caroline. Quindi è inevitabile che io oggi sia presente alla cerimonia. Tuttavia cercherò di restare il più in disparte possibile, in modo che Eva e Thomas non mi vedano.
In questi giorni, Sam ha avuto modo di riprendersi completamente da quello che è successo la settimana scorsa ed è tornata, più o meno, quella di sempre. È inutile dire che quell'episodio terribile l'ha segnata in un modo indescrivibile e sinceramente non potrò mai perdonarmi di non essere andato con lei a quella maledetta festa. L'importante però è che è tornata a sorridere e con mio grande stupore ho notato che alla fine lei e Lexi sono diventate molto amiche. In questi ultimi giorni infatti Sam, Caroline e Lexi hanno passato la maggior parte del loro tempo insieme e sinceramente, non potrei esserne più felice. Sembra che con il tempo, tutti i nostri problemi stiano finendo. Manca solo di affrontare la cosa più importante: dirlo a Eva e Thomas.
Questo mi spaventa terribilmente, perché se dovessero venire a sapere che esco con la loro figlia, nonostante non abbiano un buon rapporto con lei, sono sicuro che farebbero qualunque cosa per dividerci e che il fatto dell'incidente verrebbe inevitabilmente alla luce.
Qualcuno bussa alla porta, distogliendomi dai miei tormenti. Brandon apre la porta e nella stanza fa capolino mio padre.
<Ragazzi, non vorrei mettervi fretta, soprattutto a te Kyle, ma vi avverto che se non vi date una mossa arriveremo in ritardo>.
Lo guardo, girandomi di scatto verso di lui <Quanto manca?>.
<Se vogliamo arrivare in anticipo, dieci minuti> fa lui.
<Cazzo!> esclamo e Brandon mi imita aggiungendo <Dobbiamo pure passare a prendere Lexi>.
Mi siedo sul letto, infilandomi velocemente le scarpe nere tirate a lucido, anche queste comprate apposta per l'occasione. Credo di aver speso più soldi in vestiti questa settimana che in tutta la mia vita. Tutta questa roba, la camicia, i pantaloni e le scarpe, mi sono costati un occhio della testa. Fortunatamente però guadagno abbastanza bene alla Harper da potermelo permettere.
A proposito della Harper, ho ripreso a scrivere il mio libro. Avevo smesso di scriverlo durante il periodo in cui io e Sam ci eravamo lasciati, ma dopo essere tornati insieme ho ripreso. Tuttavia, la storia é diversa da quella che avevo iniziato tempo fa. Ho deciso di cambiarla la sera in cui e Sam abbiamo rischiato di farci scoprire dai suoi genitori, la sera in cui ho avuto quell'incubo terribile. È come se mi fosse venuta un'ispirazione improvvisa e se devo proprio dirla tutta, un certo scrittore emergente, Hardin Scott mi pare si chiami, mi ha aiutato molto in questa scelta.
<Sei pronto?> mi chiede mio padre, una volta che ho infilato le scarpe.
<Si> gli dico <Possiamo andare>.
Sospiro e tutti e tre usciamo di casa, dirigendoci alla macchina di mio padre.
Speriamo che tutto vada per il verso giusto.

Il Nostro Fantastico Errore (DISPONIBILE IN SELF SU AMAZON)Where stories live. Discover now