CAPITOLO 13

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KYLE

<Allora, so già che hai diciannove anni, quindi passiamo oltre> le dico, ma Sam mi ferma all'improvviso.
<Come fai a sapere che ho diciannove anni?> mi dice incuriosita.
Cazzo! Devo fare attenzione, un passo falso e potrei rovinare quello che sto cercando di aggiustare.
<Beh...frequenti l'ultimo anno dell'high school e in autunno andrai all'università immagino, quindi... hai diciannove anni>.
<Già, hai ragione> mi sorride, chiedendomi ancora scusa. È così dolce quando mi chiede scusa.
Decido di andare avanti con le domande, ma poi è lei che me ne fa una.
<Ma allora, se sei più grande, come mai sei venuto al ballo?>.
<Diciamo che gli ultimi anni di scuola li ho trascorsi in un altro modo e il ballo me lo sono perso. Quindi, quando mia sorella è andata al ballo ieri sera, sono venuto anch'io. Volevo vivere l'esperienza magica del ballo di fine anno. Il resto lo sai già>.
<E quell'esperienza magica... l'hai vissuta?> mi chiede con un sorriso timido.
Le prendo una mano e intreccio le mie dita alle sue, dicendogli <Direi proprio di si>.
A queste parole, vedo che i suoi occhi brillano. Ma come fa ad essere così bella? Dovrebbe essere vietato guardarla, crea dipendenza. Infatti non riesco a smettere di fissarla.
<Vivi con i tuoi genitori?> mi chiede poi.
<Non ero io quello che doveva fare le domande ora?> le chiedo in tono sarcastico.
Lei rimane un silenzio qualche secondo e mi dice <Scusa>. Ancora.
Le faccio uno sguardo di rimprovero per essersi scusata di nuovo e lei portandosi una mano al petto e alzando l'altra in aria esclama <Ok, non ti chiederò più scusa!>. Non riesco a non sorridere.
<Dai, fammi tutte le domande che vuoi> mi dice poi.
<Ok, e comunque... vivo solo. Ho una sorella più piccola di nome Caroline e un fratello maggiore che si chiama Brandon. Mia madre... è morta due anni fa e così loro, sono rimasti con mio padre.>.
La vedo indugiare un momento, ma poi dice <Mi dispiace per tua madre>.
<Si beh, è stata dura all'inizio, ma poi con il tempo, le cose sono migliorate>.
<È curioso quanto siamo simili> mi dice <Entrambi abbiamo perso una persona cara>.
So a cosa, o meglio, a chi si riferisce, ma le chiedo lo stesso <Cosa intendi?>.
<Qualche anno fa, ho perso mio fratello, aveva diciassette anni> dice e vedo nei suoi occhi la tristezza.
<Come è successo?> le chiedo.
Sam fissa un punto nel vuoto e inizia a raccontare.
<È stato un incidente d'auto. Era tardi, non ricordo bene come è successo. Ricordo solo che era venuto a prendermi ad una festa, credo avesse bevuto e si è scontrato con un pazzo che è passato col rosso. C'ero anche io in macchina con lui>.
<Eravate solo tu e lui in macchina?>e chiedo spiazzato dalla sua affermazione.
<Credo di si, non ricordo altro, solo che mi sono risvegliata in una stanza d'ospedale, con la spalla fasciata>.
Ma come è possibile?
<Mi dispiace tanto piccola>.
Lei continua a fissare il vuoto e dice <È stata colpa mia. Se non gli avessi chiesto di venirmi a prendere a quella maledetta festa, non sarebbe successo niente>
<No Sam, non è colpa tua> le dico accarezzandogli la guancia.
Lei torna a guardarmi e dice <I miei genitori non la pensano così. Quasi non mi parlano più>
<Per quale motivo?> le chiedo incredulo.
<È iniziato tutto quando Trent è morto. Da quella sera non mi hanno più parlato molto, specialmente mio padre>. Cosa?
<E tua madre?>. Mi guarda con aria sarcastica e triste allo stesso tempo.
<Mia madre. Mia madre ha sempre avuto il dono di far sentire le persone che la circondano delle nullità e da quando è morto mio fratello lo fa anche con me. Anzi, soprattutto con me>. Povera Sam, non riesco ad accettarlo.
<Ma perché si comportano così?> le chiedo arrabbiato.
<Mi incolpano della morte di mio fratello. E non posso dargli torto> afferma.
Che cosa? No, non può sentirsi responsabile della morte di Trent. Non può!
Vedo che si è rattristata un pò, quindi cerco di sdrammatizzare e le dico <Non devi sentirti in colpa piccola. Sono sicuro che non è stata colpa tua. I tuoi genitori sono pazzi se credono una cosa del genere. Sei una persona molto speciale Sam>.
Vedo che accenna un sorriso e mi dice <Grazie Kyle>.
Le sorrido a mia volta e torno a stringerle la mano.
<Prima mi hai detto che Balto è uno dei tuoi cinque film preferiti...> continuo cambiando immediatamente discorso. Non fa bene a nessuno dei due ricordare quello che è successo quella notte.
<Si. E a quanto ho capito anche per te vale lo stesso> mi dice, tornando a sorridere come prima. Sorrido anche io e le dico <Già, e gli altri quattro?>.
<Vediamo...mmh... Ghost, Titanic, Romeo e Giulietta e La Leggenda di un amore>.
Sorrido.
<Che c'è> mi chiede, mentre continuo a intrecciare le mie dita alle sue, si incastrano perfettamente.
<Ti piacciono le storie d'amore eh?> le dico io.
<Direi di si> esclama e sfodera il sorriso più luminoso che abbia mai visto.
<Kyle?>. All'improvviso una voce famigliare rompe il nostro momento magico e quando mi giro vorrei che la persona che mi trovo davanti scomparisse immediatamente.
Capelli neri come la pece, fisico da modella. Non può essere davvero lei! Gli occhi, dello stesso colore dei capelli, scrutano con aria incredula le mie dita intrecciate a quelle di Sam.
Non promette bene, ne sono sicuro.
Guardo per un istante Sam e capisco subito che si starà chiedendo chi sia questa ragazza decisamente troppo truccata.
<Sei davvero tu?> mi chiede la ragazza.
Non so che fare. Riesco solo a dire <Laurel?>.

Il Nostro Fantastico Errore (DISPONIBILE IN SELF SU AMAZON)Where stories live. Discover now