Arretro a causa della sorpresa, posando entrambe le mani sulle sue spalle forti e aggrottando profondamente le sopracciglia. Nella sua stretta è presente una terrificante disperazione, tale da farmi tremare contro il suo petto ampio. I suoi palmi coprono le mie scapole, talmente piccole che le sue dita tremanti si sfiorano tra di loro.
Segue un abbraccio possessivo e per certi versi incupito da una forte aggressività.

Ho l'occasione di guardarlo negli occhi solo quando riesco ad allontanarlo, incrociando le braccia al petto e muovendo pochi passi all'indietro.

"Ma che ti prende?" Domando, e il battito del mio cuore si fa irregolare.
Il verde delle sue iridi lucide è pretenzioso e totalitario.

Si limita a porgermi una mano - un implicito invito a seguirlo, ovunque lui voglia portarmi. Osservo le sue dita e il suo polso con occhi incerti, quasi spaventata dal suo silenzio.

"Dimmi cosa sta succedendo." Mormoro. "O non verrò da nessuna parte."

Le braccia gli crollano lungo i fianchi. Mi sembra di avere di fronte il ragazzo silenzioso, arrabbiato e violento che ho conosciuto mesi fa, perché al mio rifiuto i suoi lineamenti vengono distorti da un'irritazione profonda. Lo osservo senza timore, avendo ormai imparato a cogliere ogni segnale che il suo corpo decide di donarmi.

Per questo mi avvicino e poso il capo sul suo petto e avvolgo le braccia intorno ai suoi fianchi, parlando con voce attutita e intrisa di ruffianeria: "dimmelo e io ti seguirò."

I suoi muscoli sono tesi e letali, pronti a scattare. E il suo cuore batte selvaggio contro la mia tempia.
Solo allora, lentamente, coi miei respiri ad accarezzare la sua pelle e il silenzio a sussurrare nelle nostre orecchie, le sue mani grandi si fanno spazio tra le ciocche scure dei miei capelli, e avvolgono il retro del mio collo con infinita delicatezza.
È questo che mi rende facile affrontarlo: basta un niente per sciogliere la sua gelida corazza.

"Ti chiedo solo di venire con me." Sussurra, affiancando le sue labbra al mio orecchio. "Voglio passare questa notte con te. Me lo permetterai?"

Finisco nella sua trappola con entrambe le gambe. Mi lascio baciare e guidare verso la sua auto, mi crogiolo nella necessità di ricevere calore e di portar via l'oscurità che gli incupisce gli occhi luminosi, per riportarvi la purezza.

Il viaggio si rivela più triste di quanto previsto. Harry mantiene una mano avvolta intorno al mio ginocchio per l'intero tragitto, eppure la consapevolezza che ci sia qualcosa di  tremendamente sbagliato nascosto nei suoi occhi mi impedisce di rilassarmi contro il sedile. C'è qualcosa di diverso nell'aria che ci circonda, nell'incertezza che respiriamo.

Parcheggia di fianco al suo palazzo che sono l'una passate.
Il motore dell'auto si spegne con un sibilo basso, e il suo ruggito si trasforma presto in silenzio.

"Vieni." Mi esorta Harry mentre saliamo frettolosamente le scale del condominio. Tiene le sue dita strette tra le mie e non smette mai di guardarmi negli occhi, come se fosse terrorizzato dall'idea di vedermi scomparire. Come se avesse paura.

L'appartamento è buio quando vi vengo accolta. Mi volto poiché sento Harry chiudersi la porta alle spalle e gettare le chiavi con noncuranza sulla sedia di fianco all'ingresso, insieme al cappotto scuro che gli cingeva le braccia e il busto.

"Harry?" Sussurro, immediatamente al perso. Lui si avvicina a me e avvolge i palmi intorno alle mie braccia, posando la sua fronte sulla mia e costringendomi ad indietreggiare quando inizia a muovere lenti passi avanti.

"Lil..." le sue labbra soffiano contro la mia guancia. "Ti prego."

"Cosa?" Ho il cuore in gola e le dita strette nei passanti dei suoi jeans - e infine la schiena premuta contro la porta della sua stanza. E il respiro rotto e l'emozione che mi fa contorcere tutta quando Harry traccia sul mio collo una sottile linea bagnata con la punta della lingua.

"Con me..." farfuglia, mentre la sua mano destra si muove per abbassare lentamente la maniglia della porta alle mie spalle.
"Per favore." Ho capito cos'è che vuole chiedermi, eppure non ha il coraggio di esplicarlo ad alta voce.

Stranamente ho ancora difficoltà ad approcciarmi con il sesso sebbene io già sappia di cosa si tratta - è che, come ha detto Harry, mi serve solo un po' più d'abitudine.
Per questo poso le mani sul suo petto e arraffo un respiro profondo quando lui mi aiuta a sedermi sul bordo del letto, e mi accarezza i capelli e le labbra.

"Harry." Ripeto contro le sue dita, cercando con occhi acquosi il suo sguardo acceso di inquietudine profonda. Mi esorta silenziosamente a sdraiarmi sotto al suo corpo che prende a stendersi sul mio, tremante per la troppa emozione.

Le sue mani mi accarezzano i capelli quando poso il capo sul cuscino, e gli sorrido di rimando per ricevere in cambio un piccolo sussurro - non sono però in grado di comprendere ciò che dice. Mi bacia come se fosse la prima volta che le nostre labbra hanno la possibilità di incontrarsi, e la sua lingua sinuosa scorre lungo il mio palato.

"Fai l'amore con me."

Un po' più vicino, coi battiti più accelerati e folli nel rincorrersi, col desiderio infinito di sentire pelli e mani sfiorarsi. Accolgo il corpo scottante di Harry, il quale sembra aver più paura di me. Mi guarda, bacia le mie labbra e tiene gli occhi aperti quando affonda gentilmente i fianchi nei miei, quando sussulta al mio piccolo gemito di sorpresa, quando mormora "ti faccio male?" e io nego con uno strano groppo in gola. Accolgo la necessità di piangere e verso lacrime silenziose contro la sua spalla, graffiando la sua schiena arcuata con i polpastrelli e percependo con un brivido il peso delle sue cosce sulle mie, del suo ventre sul mio, delle sue braccia intorno a me. Ti amo, sussurro. Supplica a cui lui risponde con un singhiozzo soffocato dalla chioma dei miei scuri capelli - ché lui, addolorato, mi aiuta a mettere da parte il resto del mondo solo per fare l'amore.

E percepisco il male che si avvicina nel modo in cui Harry nasconde le sue lacrime alle mie, per paura della mia stessa paura.
Questo è il suo modo di chiedermi scusa: scusa per ciò che succederà e per ciò che è già successo e che io gli ho perdonato. Perdonami, dicono le sue dita strette tra le mie, e i suoi gemiti contro la pelle sensibile del mio collo, e i suoi ricci che sfiorano delicatamente il mio viso.

Perdonami.





Ok adesso vi confesso due cose: non vedo l'ora di finire sta storia per pubblicarne un'altra (sempre su Harry) che sarà breve e si chiamerà Alienatio. In seguito ce ne sarà un'altra, forse anche meglio di Dangerous. L'ispirazione mi acceca. Sto dando vita ai personaggi, poi stenderò la trama e inizierò a scrivere. Ho bisogno di chiudere questa storia. Amo Dangerous, ma è un capitolo della mia vita che deve finire in fretta.

Comunque volevo ricordare a tearsofDrew che le voglio bene

Dangerous [hs]Where stories live. Discover now