"Posso farti una domanda?" Mormoro, spezzando la tensione con voce mielosa.

Piccoli baci sfiorano la pelle del mio polso, sotto la quale si scorgono venuzze blu e verdi.

"Ti va di insegnarmi a fare qualcosa? Nel senso-" e avvolgo con l'indice una ciocca dei suoi capelli, "come comportarmi se mai dovessi trovarmi in una situazione di pericolo. Come fai tu."

L'ultimo bacio copre le mie labbra. Harry si prende il suo tempo di coccolarmi - e coccolarsi - allontanandosi con un soffice schiocco e rivolgendomi uno sguardo confuso.

"Perché mi fai questa domanda?"

Faccio spallucce, tirandolo più vicino. Le sue braccia sono posate pigramente sulle mie cosce, ma il peso di esse appare confortante e non soffocante. Non fastidioso.

"Penso che mi sarebbe utile in ogni caso, no? Solo se ti va."

"Certo che mi va." Accarezza le nocche della mia mano con il pollice, sfiorando con l'altro il mio labbro inferiore e poi il mento.

"Del genere, tecniche per fuggire da un'aggressione? È questo che mi stai chiedendo?"

"Sì." Il mio viso si apre in una piccola smorfia divertita, ma questo per mascherare l'imbarazzo.
Me ne sono uscita così per ottenere la sua totale attenzione, per sentirmi meno succube di come appaio: i miei passi seguono i suoi quando Harry si alza e mi esorta a uscire dalla stanza insieme a lui.

Il piccolo salotto ci accoglie con calore. L'ampio divano è stato spostato nel lato sinistro della stanza per lasciar spazio a chi si muove, ma ad Harry non basta, ha bisogno di più: avvolge coi palmi i bordi del tavolino al centro per addossarlo alla parete.
Si guarda intorno con aria curiosa e io mi perdo ad osservare i muscoli della sua schiena contrarsi e rilassarsi sotto la pelle.

"Avvicinati." Mi afferra per i polsi, trascinandomi più vicina a lui - percepisce la mia confusione.

È che la presa di Harry mai è stata delicata. Non violenza, non crudeltà - per carità, mai, mai con me. Solo, tiene a far sentire la presenza ingombrante del proprio Io, vuole essere percepito nella sua totalità: afferra, stringe, avvolge, ed è sempre sicuro nei movimenti. Fa sentire d'esserci, d'esser presente.

"Subito?" Me ne esco in un balbettio divertito, mangiando la distanza con piccoli passi. Permane la sua aria selvaggia quando alza lo sguardo per guardarmi, lasciando scivolare i capelli sulla fronte. Sembra divertito dalla mia domanda; abbandona la presa intorno ai miei polsi e mantiene una distanza tra i nostri corpi frementi - il mio più del suo.

"Quando, allora?" Chiede a bassa voce. Sfuggo al suo sguardo invadente, posando il mio sui suoi morbidi pantaloni blu notte.

"Ma tipo, non dovrei riscaldarmi?"

"Dimmi, Lily," Harry invade il mio spazio vitale, abbassando il capo per farsi guardare nelle verdi sclere profonde. "se mai uno sconosciuto dovesse aggredirti - e preghiamo che ciò non accada mai - avresti mai il tempo di fare del riscaldamento?"

"Non usare quel tono da saputello con me!" Scoppio in una risata carica d'orgoglio, alzando il mento per lanciargli una silenziosa sfida.
"Iniziamo, allora. Come dici tu, no?"

"Non provocarmi, amore."

Il suo tono di voce è scherzoso, ma alle mie orecchie suona fin troppo intriso di fastidio: mi avvicino per coprire le sue labbra con le mie, allontanando le nostre bocche con un leggero schiocco.

"Non te la prendere." Sorrido. "Sei più carino senza smorfie."

Ignora la mia affermazione, indietreggiando lentamente e con una scintilla di sfida nello sguardo.

Dangerous [hs]Where stories live. Discover now