"Sei ubriaco." Rispondo subito io, spingendolo piano indietro nel disperato tentativo di allontanarlo da me.

Eppure, sento una strana sensazione di calore agitarsi nel mio stomaco quando le sue labbra morbide baciano piano il punto in cui la mandibola incontra il collo. Avvolge nel loro calore il piccolo lembo di pelle, accennando una piccola carezza con la punta della lingua, mentre le sue ciglia svolazzano e mi accarezzano lo zigomo.
Il suo naso sfiora la mia pelle, e il respiro che vi esce è caldo e ardente come fuoco vivo.

"Harry." Lo richiamo urgentemente per l'ennesima volta, la mia voce si spezza leggermente dal panico.

Allora, solo allora, sento la tensione del suo corpo cambiare poco a poco, finché la presa sui miei fianchi si allenta e il suo viso si allontana dal mio.
Mi guarda intensamente, lui, e vedo un barlume di lucidità brillare nel suo sguardo annebbiato per la prima volta stasera.

Deglutisco, il suo tocco si allontana dalla mia pelle e il suo sorriso cade, trasformandosi in un'espressione neutra.

È così irrimediabilmente bello, in tutta la sua imponenza e pericolosità, che non posso fare a meno di distogliere lo sguardo dal suo, quasi vergognandomi di averlo rifiutato.
Ma non poteva andare altrimenti.

"Devo andare." Sussurro poi, nonostante sia ben consapevole di non poter essere udita a causa del fracasso.
Harry rimane impassibile di fronte a me, ma serra la mascella: vedo chiaramente il muscolo guizzare velocemente sotto la pelle abbronzata, mentre le sue sopracciglia si aggrottano in un'espressione che non sono in grado di decifrare.

Io muovo un passo indietro, quasi timidamente, deglutendo un enorme grumo di saliva.
Poi ne muovo un altro, mi volto e ne muovo altri due, tre, forse. Non li conto.
Perché, improvvisamente, percepisco il tessuto della gonna tirare, tirare piano piano.

E io non ho nemmeno il tempo di rendermene di conto, di capire, che lo sento strapparsi con uno strattone secco.

Rimango congelata al mio posto, perché sento il cuore salirmi in gola con un balzo e un sussulto lasciare le mie labbra.

Che dire?

Non saprei spiegarmi a sufficienza. Le parole sminuirebbero solamente quello che provo quando mi volto di nuovo, ruotando il mio corpo verso quello di Harry con i battiti alle stelle.

Il suo stivaletto è premuto con forza sul lembo della gonna che sfiora il pavimento--
l'ha tenuto attaccato a terra quel figlio di puttana, mentre io mi voltavo per andarmene.

E non ho il tempo di sentire gli occhi farsi lucidi che le lacrime già mi solcano le guance.
Mi piego a terra, strappo il tessuto dalla sua presa e singhiozzo con le mani che tremano quasi in preda alle convulsioni.

"No..." Mormoro con occhi spalancati.
È un disastro. È tutto un disastro, perché il tessuto è strappato irrimediabilmente, e non c'è niente che impedisca al mio cuore di bruciare di dolore.
Si strugge per mia madre, che per comprarmi un bel vestito mi ha dato un po' dei suoi soldi, quelli che ha guadagnato spaccandosi la schiena mattina e sera, da sola.

"Mamma..." Singhiozzo con la vista appannata dalle lacrime. Ho un nodo in gola che si stringe ogni secondo che passa, rendendomi difficile il compito di respirare correttamente.
Mi gira la testa.
Premo le unghie nei palmi con forza, stringendo il tessuto rovinato come se volessi polverizzarlo.

"Sei uno stronzo!" Urlo con tutte le mie forze quando torno a guardare Harry, fermo di fronte me a fissarmi in modo neutrale.
Mi rialzo, lo spingo con forza per le spalle e lascio che i singhiozzi mi facciano tremare con forza.
Sono così arrabbiata con lui che non mi interessa se le persone intorno a noi mi stanno fissando.
"Sei un viscido, sporco, infame..."

Dangerous [hs]Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin