•Chapter number XXVII•

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NIALL'S POV
Non possono portarmela via, non devono, lei è tutto quello che ho oltre a mia nonna, è tutto quello che mi rimane e non voglio perdere anche lei.
Avevo 5 anni quando i miei genitori sono mancati.
Volevano festeggiare i loro 15 anni di matrimonio e hanno deciso di fare un viaggio in Spagna, alle Tenerife, dato che era il loro sogno da sempre e prima non potevano permetterselo perché avevano pochi soldi ed erano ancora giovani.
Da New York alla Spagna sono più o meno 15 ore di volo. All'andata non ci sono stati problemi, quando li ho chiamati dopo il viaggio sembravano tranquilli e rilassati, contando il fatto che mia madre aveva davvero troppa paura di volare, e pensavo che anche il viaggio di ritorno fosse così tranquillo, insomma, è così che succede, no?
Le persone partono ma poi ritornano sempre.
I miei no.
I miei hanno trascorso 16 ore nell'aereo, stavano per arrivare, meno di un'ora e sarei stato di nuovo tra le loro calorose braccia, e invece una turbolenza li ha colpiti veramente forte, facendo perdere il controllo dell'aereo al pilota.
Hanno cercato in tutti i modi di ritornare stabili, ma i danni provocati alle ali dell'aereo, non ha permesso loro di salvare 135 passeggeri tra cui i miei genitori.
Non voglio nemmeno pensare a quello che hanno passato in quei minuti prima dell'impatto al suolo.
Mi mancano così tanto.

'Niall? Niall, cos'hai?'

La voce dolce di Margaux mi fa ritornare sulla terra, salvandomi fortunatamente dai miei pensieri a volte troppi dolorosi.
Abbasso lo sguardo su di lei notando solo ora le lacrime accumulate nei miei occhi.
Cazzo.

'Hey'

Le sorrido per poi distogliere lo sguardo da lei cercando di cacciare via le lacrime asciugandomele con i palmi delle mani.

'Niall, perché piangi?'

Dice lei togliendo le mie mani per sostituirle con le sue e iniziare ad asciugare lei le mie lacrime.
Dovrei dirglielo dei miei genitori, ma non sono ancora pronto, nessuno lo sa, pensano tutti che i miei genitori lavorano in Italia e che quindi ci vediamo davvero poco.

'Niente, non voglio perderti, tutto qui'

Le dico la prima scusa che mi viene in mente, anche se non è una scusa ma è la verità.
Non la voglio perdere, tutto qui.

'Niall ho scelto te, non mi perderai, ma anche se avessi scelto mia mamma, non mi avresti persa comunque'

Ha scelto me.
Non doveva scegliermi, doveva dare ascolto a sua madre, è più importante lei di me e non lo accetterei se la perdesse o rovinasse i rapporti con lei.
Anche se vedo che non sono mai stati buoni dato che ogni volta, litigano.
Ma succede a tutti.

'Promettimelo'

Le dico appoggiando la testa sulla sua spalla sentendo poi le sue piccole e magre mani, infilarsi tra i miei capelli accarezzandomi la testa dolcemente.
In troppi mi hanno detto che sarebbero rimasti con me a qualunque costo, ma alla fine nessuno l'ha mai fatto veramente.
Puoi trascorrerci i momenti più belli, più felici, più pazzi, più tristi, più difficili, con una persona, ma alla fine, prima o poi, questa se ne andrà.
Ti lascerà solo ad affrontare le tue difficoltà, le tue paure, i tuoi sbagli.
E tu ti senti così solo e inutile, che ti riprometti di non affezionarti più a nessun'altra persona che conoscerai in futuro.
Ma alla fine succede sempre il contrario, ti affezioni ogni giorno sempre di più, e ci rimani ancor di più male se essa se ne va.

'Ti prometto, che qualunque cosa succeda, ovunque vada, io sceglierò sempre te, sarò sempre con te, non ti lascerò mai, solo se sarai tu il primo a cedere.
Anche se non ti disferai così facilmente di me'

Bisbiglia velocemente e ridacchiando l'ultima frase.
Anche se è un momento in cui non c'è niente da scherzare, lei lo fa.
Le esce naturale, e amo questo suo particolare, riesce a rendere meno pesante l'atmosfera, a smorzare l'aria pesante che si crea.

Problems||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora