•Chapter number IV•

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'La tua cioccolata?'

'L'avevo presa, poi l'ho rovesciata tutta sul petto di un ragazzo...e...sono di nuovo a mani vuote'

'Che disastro che sei, ne combini sempre una'

'Sono pur sempre tua figlia, o no?'

A quelle parole le scappa una leggera risata, in effetti io e mia madre non ci assomigliamo per niente. Lei ha i capelli nero corvino mentre io marroni cioccolato, gli occhi verdi smeraldo ma che possono cambiare in base al tempo, infatti quando piove le diventano grigi mentre quando c'è il sole ha varie sfumature verso l'azzurro, io invece ho gli occhi azzurro chiaro, molte persone rimangono impressionate dal colore dei miei occhi ma infondo a me piace.

'Ti ricordo che da ragazza ero identica a te'

'È impossibile, hai sempre avuto i capelli neri, mentre papà mori. Proprio come i miei'

'Ma devi ammettere che gli occhi più belli li ho io'

'Mi piacciono solo quando ti diventano grigi, non mi piacciono gli occhi verdi'

'Dispettosa'

Mi fa una smorfia in segno di disapprovazione mentre io la guardo sorridendo, questa è una tra le rare volte in cui ridiamo e scherziamo come se fossimo in una situazione normale, in una vita normale, ma per colpa mia, purtroppo non è così.

'Stasera vai in reparto maternità?'

'Si, te a che ora devi andare?'

'Verso le 20'

'Cioè fra 20 minuti'

'Esatto'

'Quando lo mollerai?'

'Margaux smettila.'

Sbuffo rumorosamente così che lei mi possa sentire. Non lo posso sopportare Gil, il suo fidanzato. È insopportabile, ha un carattere di merda, ma ovviamente solo con me, mentre con mia madre sembra un angelo. Mi detesta e io detesto lui, siamo due caratteri opposti, e ve lo assicuro, gli opposti NON si attraggono, per lo meno, non con me, e io non con loro.
Passiamo i 20 minuti successivi a parlare di come sta andando la scuola, ci tiene molto, e anche io, ma mi da fastidio quando non mi si da molta fiducia, insomma, lo so che è una cosa importante.

'Ciao tesoro, ci vediamo domani dopo che torno da lavoro'

'Ciao mà'

Questa volta prima di uscire mi lascia un delicato bacio sulla guancia.
Dato che è ancora abbastanza chiaro, decido di andare giù in giardino, in un certo senso mi rilassa stare seduta tra l'erba a pensare, e poi a quest'ora non c'è mai nessuno.
Scendo per poi arrivare fuori dall'edificio, dirigendomi nel retro dell'ospedale dove c'è il giardino.
È composto da due grandi salici piangenti posti ai lati del giardino, mentre in mezzo ci sono varie panchine, giochi per bambini e manici in acciaio che servono agli anziani per poggiarsi mentre camminano.
Come d'abitudine mi dirigo verso l'albero a sinistra, è lì dove mi sono nascosta la prima volta che sono venuta qui in ospedale, semplicemente perché non volevo rimanerci un solo minuto di più, ma alla fine come sempre, mia madre è riuscita a convincermi, e lo faccio più per lei che per me stessa.
Quando arrivo all'albero però, noto che è già occupato dal ragazzo di prima, e dalla sua posizione che io trovo leggermente scomoda, sembra che stia dormendo, ma non ne sono sicura, dato che gli occhiali coprono ancora i suoi occhi. Ha le braccia incrociate appoggiate al petto, ed è disteso per terra mentre la testa è appoggiata al tronco. Scommetto che quando si sveglia gli viene un torcicollo assurdo.

'Sono sveglio'

Mi spavento sentendo la sua voce, pensavo stesse dormendo, e invece era sveglio, e in più ho le guance in fiamme per l'imbarazzo.

'Scusa, pensavo stessi dormendo'

'No.'

Ma sempre così acido è questo ragazzo? Bhe, in fondo sono anche io così.
Alzo le spalle al cielo in segno di noncuranza e mi vado ad appoggiare al tronco dalla parte opposta di dov'è lui.
Il prato intorno a me è tutto colorato, i fiori primaverili stanno incominciando ad uscire e io adoro la primavera. Fortunatamente non sono allergica alle graminacee come molti su questo pianeta, non l'avrei sopportato.

'Quest'albero è occupato da me, non puoi stare qui'

'Che cosa? Non è tuo'

'Ma sono arrivato prima io'

'Ma non me ne frega un cazzo'

'Sempre così acida?'

'Non sembra che quella acida sia solo io qui.'

'Come ti chiami?'

'Non ti interessa'

'Non te l'avrei chiesto, no?'

Non rispondo alla sua domanda, ignorandolo completamente, ma con mia grande sfortuna, me lo ritrovo di fianco.

'Io sono Niall'

'Piacere'

'Bhe, ora dovresti dirmi il tuo nome, di solito è così che funziona'

'Margaux'-sbuffo

'Mh, bel nome'

'Grazie, del tuo non posso dire lo stesso'

'Sei sempre così stronza?'

'Solo con chi non conosco'

'Sei qui per un tuo parente o amico, o sei una paziente?'

'La seconda'

'E perché?'

'E tu? Sei un paziente, o sei venuto qui a trovare un tuo parente o amico?'

'La seconda, ma non hai risposto alla mia domanda'

'Forse perché non voglio risponderti?'

Mi alzo da terra e mi pulisco i pantaloni pieni di pezzetti d'erba con la mano, mentre mi dirigo verso l'interno dell'ospedale, intenta ad andare in reparto maternità.

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#spazioautrice
Cucu🙈
Ecco il 4º capitolo, spero vi piaccia🎀
Grazie ancora a chi sta leggendo💘
In questa settimana aggiornerò spesso dato che sono in vacanza, mentre dalla prossima ci sarò un po' meno perché inizia la scuola, di nuovo.😒
Un beso💓

Problems||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora