•Chapter number XII•

2.2K 158 1
                                    

'Papà dai, non fare lo stronzo'

Rido guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua. Ha sempre odiato sentirmi dire parolacce, ma alla fine mi lasciava fare, dato che quando si arrabbiava, in una frase di 7 parole, 5 di queste erano parolacce.

'Smarcami se ci riesci'

Mi urla papà da metà campo. Ha sempre amato il calcio e io l'ho sempre odiato, ma quando ci giocavo con lui, ero la ragazza più felice di questo mondo. Per un periodo, quando ero bambina, ho giocato in una squadra di calcio femminile, insomma, mio padre voleva un maschietto, ma sono uscita io, quindi almeno la passione per il calcio voleva trasmettermela, ma quando ha notato che incominciavo a mettere su muscoli alle gambe e sembravo un maschio, mi ha chiesto di smettere, e io non potevo non accettare.

'Non ci riuscirò mai papà, sei troppo forte'

'Provaci'

Con molta poca convinzione, inizio a correre andando contro a mio padre, fermo con la palla sotto il suo piede sinistro. Mi fermo di fronte a lui, mentre un sorriso splendido si forma sulle sue labbra.

'Papà, sei sporco di fango sulla guancia'

'Dove?'

Approfittando del momento, riesco a prendergli la palla da sotto il piede e inizio a correre come una pazza verso la sua porta, per poi tirare e fare goal.

'Gooooooooal'

Urlo entusiasta mentre lui mi raggiunge e per vendicarsi inizia a farmi il solletico, mai sopportato e sempre odiato.

'No papà'

Gli ripeto tra le risate.

Mi risveglio di colpo, facendo un movimento brusco con il collo che mi provoca una fitta che per fortuna passa dopo qualche secondo.
Mi guardo intorno e mi accorgo che ieri sera mi sono addormentata dietro il cespuglio, e ho tanto, troppo freddo.
Mi alzo a fatica dato che ho le gambe addormentate e che mi formicolano, aspetto qualche minuto per riprendere la sensibilità alle gambe e poi sempre a testa bassa, mi dirigo verso l'interno dell'ospedale. Decido di non prendere l'ascensore dato che c'è troppa gente ad attenderlo e opto per le scale.
Le salgo lentamente fino ad arrivare davanti alla mia stanza ed esito ad aprirla, ma dato che voglio solo infilarmi sotto le coperte e dormire, mi decido.
Entro senza guardare se dentro c'è qualcuno, tanto li avrei mandati via, e mi chiudo la porta alle spalle.

'Margaux'

L'unica voce che vorrei sentire in questo momento mi arriva alle orecchie, per poi ritrovarmi tra le braccia della Betty appoggiando la mia testa sulla sua spalla. Mi stringe forte e qualche lacrima ricomincia a scendere, ma non riesco a trattenere i singhiozzi, che rimbombano per le quattro mura.

'Ssh, non ci pensare, ci sono io qui ora, non piangere Gaux'

'Ti voglio bene'

Le dico per poi singhiozzare. Spero solo che qui dentro non ci sia Niall, non voglio farmi vedere così da lui, me ne vergognerei a vita.

'Anche io, ma ora smettila'

Cerco di tranquillizzarmi e dopo qualche minuto ci riesco, ci stacchiamo dall'abbraccio e la Betty mi porge un fazzoletto con cui mi asciugo le lacrime. Alzo lo sguardo verso il lettino notando Niall che mi guarda con aria triste. Arrossisco abbassando lo sguardo per poi dirigermi verso il mio borsone per prendere dei vestiti puliti e caldi.
Sotto lo sguardo attento dei due, mi dirigo verso il bagno chiudendomici dentro. Faccio una doccia veloce e calda lavandomi anche i capelli. Esco dopo una mezz'oretta e mi vesto, mi asciugo i capelli con l'asciugamano per poi raccoglierli in una coda di cavallo.
Mi guardo allo specchio notando il rossore eccessivo dei miei occhi. Mi sciacquo la faccia con acqua fredda e già mi sento meglio.
Esco dal bagno e subito lo sguardo dei due si posa su di me, e sorridono.
Accenno un sorriso e dato che loro sono seduti sul tavolo, io mi vado a distendere sotto le coperte, sentendo subito calore e un profumo di menta mischiato a quello di vaniglia, mi arriva prepotente alle narici, collegandolo poi al profumo di Niall.
Mi allungo verso il comodino per afferrare il telefono.
Leggo la data.
18 aprile.
Esattamente 7 mesi fa.
7 mesi che mio padre non c'è più, 7 mesi che mi sento uno schifo, 7 mesi che mi manca ogni giorno sempre di più, 7 mesi, 7 maledettissimi mesi.
Sento le lacrime ritornare a galla, la vista più appannata, il naso che mi pizzica, e un vuoto al cuore.
Appoggio di nuovo il cellulare sul comodino, prima di sentire i loro passi avvicinarsi verso il mio letto. Scaccio via velocemente le lacrime, per poi sentirmi schiacciare tra i loro corpi, la Betty al mio fianco sinistro mentre Niall al mio fianco destro.

'Ragazzi non ci stiamo'-rido

'Ssh, adesso vedi'

Dice Niall prima di tirarmi verso di lui cingendomi la vita con un braccio, così da farci stare anche la Betty.
Rabbrividisco a quel tocco e mi sento mancare l'aria.
Dopo essersi posizionati per bene, la Betty appoggia il suo viso sul mio petto mentre Niall il mento sulla mia testa.

'Dormi, ci siamo noi'

Dice Niall prima di lasciarmi un bacio tra i capelli.
È una sensazione strana ma piacevole. Ora sto bene, sono felice.
Attaccata al petto di Niall e con il suo braccio ancora a cingermi la vita, mi addormento.

--
#spazioautrice
So che questo capitolo è un po' corto e non proprio pieno di emozioni, ma devo far passare un po' di tempo prima.
Un beso🌟

Problems||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora