•Chapter number V•

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Mi sveglio per colpa di un raggio di sole che punta dritto verso il mio viso. Guardo l'ora e sono appena le 10 del 15 aprile, la colazione è già pronta sul tavolo e forse anche già fredda dato che la portano sempre alle 9 di mattina. Non ho per niente fame e ho anche un po' di nausea, forse per la cena di ieri sera, è da qualche settimana che non mangio più così tanto.
Mi alzo di malavoglia dal mio letto infilandomi le All Stars rosse alte, appoggiate di fianco al mio letto.
Mi lavo velocemente nel piccolo bagno della mia stanza e mi cambio. Afferro il libro appoggiato sul tavolo senza nemmeno degnare di uno sguardo la mia colazione, dirigendomi consecutivamente verso il solito albero del giardino.

'Quello che conta non sono i colpi che sferriamo, ma quelli che riceviamo e ai quali resistiamo per poter avanzare'

Incomincio a leggere il ventesimo capitolo de 'La ragazza di carta' e appena mi salta all'occhio questa citazione di Randy Pausch, penso che sia scritta per me, insomma, la mia non è una situazione facile, ho 17 anni e peso si e no...40kg? E dire che sono alta 1.71, aggravando ancor di più la situazione.
Sinceramente non so la ragione precisa per cui ho smesso di mangiare, forse per la forte assenza di mio padre, perché mi manca troppo, perché con lui mi trovavo meglio che con mia madre, lui mi capiva di più rispetto a mia madre, e ora è come se mi sentissi sola, anzi, forse lo sono.

'C'è posto?'

Una voce familiare mi sveglia dal mio stato di trance e un po' lo ringrazio dato che non avrei voluto piangere qui, non avrei voluto farmi vedere debole, io non lo sono.

'È già occupato da me.'

'Ma l'albero non è tuo'

'È quello che hai detto tu ieri sera e che ora sto ripetendo io'

Si butta per terra di fianco a me e dopo essersi sistemato, il suo sguardo ricade sulle mie mani contenenti ancora il libro aperto. Senza che potessi richiuderlo, me lo strappa di mano iniziando a leggere la trama.

'In piena crisi di ispirazione, solo e senza un soldo, lo scrittore Tom Boyd non riesce a completare il suo ultimo romanzo. Si sente in trappola, una trappola che rischia di distruggerlo. Finché una notte....no, non è il mio genere, assolutamente.'

Se lo rigira tra le mani osservando attentamente la copertina per poi riporlo di nuovo tra le mie mani ancora aperte e nella stessa posizione di prima.

'Mh, carina la ragazza della copertina però'

'Non il tuo genere eh..dimmi, che genere leggi, tu?'

'Semplicemente non leggo'

'Ah ecco, mi sembrava strano che una persona come te leggesse'

'Cosa intendi dire con questo?'

'Nulla, solo che sei già troppo intelligente per leggere libri così'

Ora che lo guardo per bene in faccia, mi accorgo che non ha più gli occhiali, finalmente, e i suoi occhi sono splendidi. Azzurri come i miei, ma molto molto più scuri, forse adesso preferisco i suoi ai miei.

'Che hai da guardare?'

'Niente, assolutamente niente'

'Mh, allora, mi vuoi rispondere?'

'Ti ho già risposto, ho detto niente.'

'No, non a quella domanda, ma alla domanda di ieri sera'

'Perché lo vuoi sapere?'

'Perché mi interessa'

'Secondo me solo perché vuoi farti i cazzi degli altri'

'Mh, forse anche per quello'

'Dai, dimmi cosa vuoi sapere'

'Perché sei qui'

'Sono malata. Ho risposto, contento?'

'Non...è quello che penso, vero?'

'Tu pensi?'

'Stupida'

'Comunque no, non per quello'

'E allora perché?'

'Tu non hai due fette di prosciutto sugli occhi, ma l'intero frigo. Guardandomi, non pensi che forse io sia troppo magra? No, eh?'

'Sinceramente non ci ho fatto mai caso, ma adesso che me l'hai fatto notare..'

'E tu? Perché sei qui?'

'Mia nonna Elizabeth è stata ricoverata, problemi di salute'

'Mi dispiace..'

'È anziana ormai, succede a tutti prima o poi'

Anche se questa frase è assolutamente vera, non so perché mi fa ridere, ma cerco di trattenermi dato che sembra davvero molto triste per questa situazione.

'Da quanto tempo sei qui?'

'Quasi tre settimane, e tua nonna?'

'Da 3 giorni. Come fai con la scuola?'

Quante domande, non smette più di parlare questo ragazzo.

'Seguo i corsi online, tu piuttosto, non dovresti essere a scuola?'

'Oh no, l'ho finita, ho 19 anni'

'Oh, okay'

'Te quanti anni hai?'

'17, a settembre 18'

'Sembri più piccola'

'Lo prenderò come un complimento allora'

In effetti tutti mi dicono che non dimostro mai la mia età, ma sembro sempre più piccola, e anche se molti lo prendono come un complimento, a me da fastidio, non mi piace sembrare una bambina.
Rimaniamo a parlare seduti e appoggiati al tronco del grande salice fino ad ora di pranzo, non c'è stato un solo minuto di silenzio, questo ragazzo è davvero troppo curioso e chiacchierone, quando inizia a parlare non smette più, anche se sinceramente non mi da fastidio, mi fa piacere che ho trovato qualcuno con cui parlare dentro a questo schifo.

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#spazioautrice
Ciao a tutte💓
Non sono riuscita ad aggiornare questa mattina perché ero a Parigi con i miei, anche se non mi piace tanto, preferisco la mia Italia, il Colosseo, la torre di Pisa.
Ma comunque sono gusti.
Grazie ancora a chi legge, un bacio🌸

Problems||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora