•Chapter number XIV•

2.2K 133 0
                                    

Sentiamo il rimbombo di passi che arrivano dal corridoio da cui siamo venuti noi, farsi sempre più vicino.

'A bordo piscina'

Bisbiglia Niall prima di correre verso il bordo piscina e abbassandoci in acqua fino a nascondere le nostre teste ma con la possibilità di respirare.
Sentiamo il maniglione della porta aprirsi e spaventata mi giro verso gli altri due.
La faccia della Betty è a dir poco terrorizzata mentre Niall cerca di tranquillizzarmi.
Insomma, se ci vedessero non succederebbe niente di così tanto grave, però ci sorveglierebbero di più, e non potremmo più uscire dall'edificio dell'ospedale.

'C'è qualcuno qui?'

Urla un dottore con voce abbastanza seria, il che mi spaventa ancor di più.
Anche se, diciamocelo, se ci fosse qualcuno, di sicuro non risponderebbe e si nasconderebbe.
Proprio come noi.
L'uomo però, non convinto, inizia a camminare avvicinandosi alla piscina, mentre noi ci facciamo ancor più piccoli.

'Quello stupido di Drake racconta solo stronzate e fa perdere tempo agli altri'

Dice incazzato prima di rigirarsi e uscire dalla piscina per poi sbattersi la porta dietro.
Rimaniamo qualche secondo fermi, fino a quando non sentiamo più i passi dell'uomo, per poi tirare un grande sospiro di sollievo.

'Io propongo di andarmene'

Dice la Betty ancora con il terrore negli occhi, il che mi fa ridere.
È una gran fifona, lo è sempre stata.

'Va bene dai, andiamo'

Annuncia con mia grande sorpresa Niall prima di uscire dalla piscina e aiutarci a salire.
Ci scrolliamo l'acqua di dosso per poi avvicinarci alla porta il più silenziosamente possibile.
Abbasso la maniglia in alluminio nero e tiro fuori la testa per controllare che non ci sia nessuno.
Esco per poi far segno agli altri di seguirmi, facendo lo stesso percorso di prima e rientrando nello spogliatoio maschile dove fortunatamente non c'è nessuno.
Spalanco la finestra per poi guardare giù.
È più alto di quanto ricordassi.

'Stai tranquilla, devi solo evitare di guardare giù'

Annuisco per poi sporgere all'infuori una gamba e appoggiandomi al muretto. Esco anche con l'altra gamba e quando trovo l'equilibrio, incomincio a camminare, arrivando sull'erba e buttandomici sopra, sporcandomi di erba e di terra.
Mi sa che non passeremo inosservati in ospedale, dato che siamo fradici.

'Per evitare di entrare dall'ingresso dato che siamo bagnati e non passeremmo inosservati, andiamo nel retro per poi arrampicarci e..'

'Niall sono al terzo piano, sei impazzito?'

'Stavo scherzando, cerchiamo di non farci vedere'

Sorride Niall per poi scompigliarmi i capelli e iniziando a camminare verso l'ospedale.
Lo seguiamo e appena entrati cerchiamo di non farci vedere troppo.

'Hey voi'

Ci urla l'infermiera di turno oggi.

'Correte'

Urla Niall prima di iniziare a correre come dei matti su per le scale, prendendo contro a qualche infermiere o paziente.
Percorriamo correndo il corridoio che porta alla mia stanza, per poi entrare e chiuderci dentro, dove l'unica cosa che si sente, sono i nostri respiri affannati.

'È stato bello però dai'

Ride Niall mentre io e la Betty cerchiamo ancora di regolarizzare il respiro.

'Mai più, davvero ho rischiato di morire'

'Betty, come la fai tragica'

Rido insieme a Niall guadagnandoci uno sguardo assassino da parte sua.
Veniamo interrotti dalla suoneria di un cellulare, quello della Betty, che di malavoglia afferra per poi rispondere.

'Cosa c'è mamma?
Si sono in ospedale ancora.
Ok, arrivo ma calmati e non urlare'

Chiude la chiamata per poi sbuffare rumorosamente e alzare gli occhi al cielo.

'Devo andare ad aiutare mia madre con le valige, come se lei non ne fosse capace da sola'

'Parte di nuovo?'

'Si in Svizzera, ritorna più o meno tra 2 settimane.
Dai vado sennò mi richiama di nuovo'

Mi lascia un bacio sulla guancia in segno di saluto per poi salutare anche Niall e uscire dalla stanza.
Avrei preferito che questo momento non arrivasse mai, ma come al solito, succede tutto il contrario di quello che desidero.
Mi vado a sedere sul letto mentre penso a cosa potrei dirgli, oppure come potrei iniziare.
Cioè, iniziare è il meno, è spiegare che è un po' difficile.
Anche troppo difficile.

'Margaux, ti dovrei parlare'

'Si, anche io'

Fortunatamente inizia lui, io davvero avrei balbettato solo come una deficiente.

'Quel bacio prima, non so perché te l'ho dato.
Insomma, in questo periodo sono davvero troppo confuso, non so nemmeno io cosa provo, ti chiedo solo di dimenticare quello che è successo, e scusa se per caso ti avesse dato fastidio'

Sentire quelle parole mi sta procurando un dolore profondo al petto, una pugnalata inflitta sempre più in profondità, ogni parola che esce dalla sua bocca.
Mi sento distrutta, inutile, buona a nulla, uno straccio.

'Si, anche io credo che dovremmo dimenticare quello che è successo, è stato solo un'errore, scusa'

Un'errore, un grosso errore, proprio come me.

'Allora..tutto sistemato, tutto come prima?'

'Si, non ti preoccupare.'

Sorrido provando a farlo tranquillizzare, mentre in questo momento vorrei solo scoppiare a piangere, perché mi sento inutile, e forse lo sono.
Ogni cosa che faccio è uno sbaglio, un'errore e io sono stanca di tutto questo, sono stanca di provare a lasciarmi andare, di provare a fidarmi delle persone, di legare con loro, per poi sentirmi dire che è tutto un'errore, un grosso enorme sbaglio.
Sono 7 mesi che è la stessa storia, ogni giorno, settimana, mese.
È tutto cambiato con la morte di papà, sono cambiata io, il mio carattere, il mio umore, il mio fisico, e inoltre sono cambiati anche gli altri.

'Vado un po' da mia nonna, ci vediamo domani, va bene?'

'Certo, a domani'

Mi lascia un ultimo sorriso prima di uscire da questa maledetta camera.
Odio tutto e tutti.
Voglio scomparire dalla faccia della terra perché tanto nessuno mai se ne accorgerebbe.
Mi alzo dal letto per prendere dei vestiti asciutti dato che inizio a sentire un po' di freddo e mi dirigo in bagno.
Mi tolgo i vestisti umidi mettendoli nel lavandino così da non bagnare per terra e appena il mio sguardo si sofferma sullo specchio di fronte a me che riflette il mio esile corpo, mi soffermo ad osservarlo.
Le scapole sono davvero tanto evidenti così come le costole, e le ossa dei fianchi.
Le mie braccia e le mie gambe sembrano due ramoscelli di legno, pronti a spezzarsi appena li colpisce un soffio di vento un po' più forte del solito.
Mi giro di schiena notando la spina dorsale in mezzo ad essa.
Rimango qualche secondo ad osservarla prima di scoppiare a piangere ponendo il viso tra le mie mani.
Giusto sette mesi fa, io non ero così, non mi si vedevano così tanto le ossa, e la spina dorsale non era così tanto evidente. Certo, sono sempre stata una ragazza davvero magra, quindi se mi piegavo, era facile intravedere la mia spina dorsale, ma non avevo problemi, ero felice, mangiavo e vivevo una vita normale come tutte le ragazzine di 17 anni fanno.
Se prima odiavo il mio corpo perché mi vedevo troppo grassa, ora lo odio perché mi vedo davvero troppo magra.
Ma non ho la forza di affrontare questo enorme problema da sola.
Ma con chi dovrei affrontarlo poi?
Io sono da sola, non ho nessuno al mio fianco a tenermi la mano e a combattere insieme a me.
Come faccio ad affrontare da sola me stessa?
È un obbiettivo irraggiungibile, almeno per me.

--
#spazioautrice
Eccovi un altro capito, spero vi piaccia.
Grazie a tutti quelli che leggono💞

Who's gonna be the first, to say goodbye?

Problems||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora