Christmas Compilation: Capitolo 1: Il Custode

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Riepilogo:

Come regalo per i lettori incredibilmente adorabili e devoti all'opera principale "All the Young Dudes" - alcuni capitoli dal punto di vista di diversi personaggi principali. Destinato a essere letto dopo il capitolo 123 di All the Young Dudes, prima del capitolo 124. Quindi vi consiglio di dare una riletta al capitolo 123 prima di leggere questo :) Vi avviso che della compilazione natalizia ci sono 5 capitoli, questo è il primo. Godetevelo <3

My perfect cousin

What I like to do he doesn't

He's his family's pride and joy,

His mother's little golden boy

James piombò in alto, le sue vesti rosse fluttuanti, la sua scopa dritta come una freccia, come un poster di Quidditch. Diede a Peter il solito sussulto di eccitazione, combinato con un malsano tocco di invidia. Era il settimo anno, se non fosse stato in squadra ormai, probabilmente non lo sarebbe mai stato. Ci aveva provato quasi ogni anno – tranne l'anno in cui Sirius era andato a battere, era meglio starne alla larga, poteva fare a meno delle prese in giro.

Rabbrividì dentro il suo mantello. Mancavano solo due giorni alle vacanze di Natale. Una parte di lui non vedeva l'ora: niente lezioni per due intere settimane. Regali. Tacchino. Le torte salate della signora Potter. Ma poi, non era nemmeno sicuro sarebbero tornati a casa; la luna piena cadeva la notte di Natale e per qualche motivo nessuno volle discuterne.

Remus non parlò mai di lune piene, mai, cosa che sembrava strana a Peter, ma Remus era sempre strano. James era di solito quello più pratico, ma ultimamente tutto il suo tempo era occpuato con Lily, quindi non aveva intenzione di dire loro cosa fare. Sirius era Sirius, e non potevi mai parlargli di niente a che fare con Moony, a meno che tu non volessi che ti staccassero la testa. Forse era solo un problema di Peter, però; diceva sempre la cosa sbagliata.

James ora era in possesso della pluffa, suonò il fischietto e la lanciò a un'altra cacciatrice; Emelia Eriksson. La prese e mirò ai pali della porta, ma li mancò. Peter fece schioccare la lingua, agitato. Li mancava sempre. L'ultima partita, aveva lasciato cadere la dannata cosa-salvata da James, che era piombata sotto di lei e l'aveva catturata abilmente prima che Corvonero potesse prenderne possesso. Se Peter avesse fatto a modo suo, lei sarebbe stat fuori dalla squadra.

James era convinto che Emilia sarebbe migliorata e non avrebbe ascoltato i consigli di Peter. Il che era abbastanza giusto. Non come se Peter potesse fare di meglio da solo.

Il problema era che l'unica posizione in cui Peter era mai stato bravo era il portiere. Aveva interpretato quel ruolo quasi esclusivamente per tutta la loro infanzia, quando c'erano solo lui e James ogni pomeriggio. Gli mancavano amaramente quei giorni; avere James tutto per sé. Peter aveva adorato James da quando aveva memoria. Ma il tempo che ci metti non conta molto--lui lo sapeva. Come la posizione del portiere. Peter era stato bravo, ma non abbastanza. James era stato molto gentile a riguardo, ma James era sempre gentile.

Non era abbastanza bravo. Una critica comune, e, ancora; giusto, pensò Peter. L'aveva sentito da sua madre fin dalla tenera età - e suo padre, (che se ne era andato poco dopo che Peter aveva sei anni, e da allora aveva fatto solo occasionalmente apparizioni nella vita di suo figlio). O non era abbastanza tranquillo, o anche troppo calmo; troppo lento o troppo goffo. Non leggeva abbastanza. Non faceva abbastanza pratica. La più grande vergogna di Peter era che non aveva mostrato alcun segno di magia fino all'età di quasi undici anni, mentre James ("il ragazzo dei Potter", come era conosciuto in casa Minus) era stato in grado di far levitare vari oggetti domestici all'età di due anni.

A Hogwarts le cose erano state più o meno le stesse: Peter raramente brillava nelle sue lezioni, tranne che per Astronomia, di cui aveva una buona memoria. Tuttavia, c'era meno pressione a scuola che a casa; quando i tuoi migliori amici erano i tre maghi più dotati dell'anno, nessuno si accorgeva veramente se non stavi al passo. Se fossi un purosangue, allora ancora meglio, specialmente di questi tempi. Ancora. Peter sapeva che se qualcuno si fosse preso la briga di guardare da vicino, sarebbe stato in grado di dirlo. Non era abbastanza bravo.

Dezzie l'aveva visto.

Peter si morse l'interno sulla guancia per distrarsi. Lo faceva spesso, specialmente quando Desdemona Lewis gli entrava in mente. Era stata una completa anomalia nella sua vita; l'eccezione che confermava la regola. Insolitamente carina, intelligente (una maledetta Corvonero!), gentile, divertente. E interessata a lui; il piccolo Peter Minus, noioso, scadente e paffuto. Gli mancava ogni giorno. Pensò che forse era stato innamorato di lei. Ma era impossibile, alla fine. Anche se non l'avesse scaricato, era una mezzosangue. La mamma non l'avrebbe permesso.

Tuttavia, sentiva la sua assenza. Non aveva mai dato un nome a quella sensazione prima, ma ora sapeva che era solitudine. Era lì da molto tempo, forse sempre. Peter ricordò le prime fitte quando Philomena se ne andò da scuola, e poi quando se ne andò per sempre. Ricordava di averlo sentito nel momento in cui James e Sirius si erano stretti la mano per la prima volta.

Aveva avuto meno importanza, quando c'era Dezzie. Peter si chiedeva spesso se quelli fossero stati i suoi anni di gloria: chi avrebbe mai pensato che sarebbe stato il primo dei Malandrini ad avere una ragazza? Il primo a ricevere un bacio, il primo sorpreso a palpeggiare in un armadio. Anche la McGranitt era rimasta scioccata, quando aveva dato loro la prima punizione per "comportamento indiscreto nei corridoi".

C'era stato il club degli scacchi, naturalmente. Black al secondo anno aveva pregato James di unirsi a lui, ma ovviamente James era troppo figo per quel genere di cose, e Sirius - che in realtà era fastidiosamente bravo a scacchi - aveva riso in faccia a Peter al solo pensiero dei Malandrini che facessero qualcosa di buono come un club di scacchi. (Nessuno prendeva in giro il gruppo di studio di Moony, però, com'era giusto quello?!) Comunque, Dezzie lo aveva convinto al quarto anno che avrebbe dovuto unirsi a lui se gli piacevano così tanto gli scacchi. Così l'aveva fatto.

Si scoprì che Peter poteva essere il Malandrino meno figo, ma era il ragazzo più figo del club di scacchi di Hogwarts. Erano ok - non il tipo di persone come James e Sirius, per lo più purosangue, e molti di loro anche Serpeverde. Piton si presentava anche occasionalmente, e (sebbene Peter non avrebbe mai osato dirlo a James) riuscirono a mettere da parte le loro divergenze per la maggior parte del tempo e a fare qualche bella partita. Beh, fino a quel disastro del quinto anno - e non era stata nemmeno colpa di Peter, incolpate Sirius se volete incolpare qualcuno. Incolpate Moony.

James fischiò e i giocatori ancora in aria iniziarono a scendere. Anche Peter si alzò e cominciò a scendere i gradini di legno fino a terra. Avrebbe potuto avere qualche minuto per parlare di tattiche con James prima che Lily si facesse vedere. Borbottò tra sé mentre raggiungeva i gradini più bassi. Maledetta Lily, era peggio di Sirius. James era quasi scomparso, da quando avevano iniziato a uscire.

Come sarebbe stato una volta finita la scuola? Peter sarebbe dovuto tornare a vivere con sua madre, e lei si aspettava che si unisse al Ministero; il suo patrigno potrebbe essere in grado di procurargli un lavoro di livello base nell'amministrazione o qualcosa del genere. Non pensava che sarebbe stato così male nel lavoro d'ufficio. Alcuni dei suoi amici nel club di scacchi avevano detto che erano in grado di aiutarlo. Molti di loro avevano delle ottime conoscenze. Avevano detto che uno bravo in tattica come lui non dovrebbe avere problemi ad inserirsi.

Ah, ecco che arriva Lily. Anche Mary. Peter sospirò, tirandosi indietro. Non lo avevano visto. Pensò di trasformarsi e di fare una facile fuga. Potrebbe andare a cercare Dorcas. Era un po' fastidiosa, ma almeno gli permetteva di toccarla a volte.

Oppure poteva andare a cercare Remus, che era sicuro di essere in biblioteca - doveva ancora iniziare il suo saggio di Incantesimi e aveva dimenticato di prendere appunti. Il buon vecchio Moony era generalmente piuttosto cortese, se lo corrompevi con abbastanza cioccolato.

Lily lo salutò da vicino agli spogliatoi. Alzò una mano e fece un cenno di rimando. Affondò le mani nelle tasche, appiccicò un sorriso gioviale e si diresse verso di lei. Chiacchierata veloce, saluta James, poi trova qualcos'altro da fare. Forse a qualcuno aveva voglia di una partita a scacchi.


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