Capitolo 18: Primo Anno: Ripasso

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Il tempo sembrò scorrere veloce dopo il compleanno di Remus. Le giornate avevano cominciato ad allungarsi e la primavera aveva invaso il castello, inondandolo di luce e aria fresca, dopo quello che era stato un lungo inverno. Gli esami erano alle porte, e finalmente Remus era riuscito a superare l'ansia di leggere in pubblico, trascorrendo sempre più tempo in biblioteca. Al posto di escogitare attacchi e scherzi, i malandrini avevano cominciato, diligentemente, a passare le sere a far pratica con gli incantesimi o ad interrogarsi a vicenda sugli ingredienti delle varie pozioni.

Sirius e James prendevano gli esami molto seriamente. Per loro, era una vera e propria competizione. Anche se nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso, Remus sospettava che provassero il desiderio di difendere il loro onore da purosangue - era un atteggiamento radicato in tutta la scuola, persino tra i professori. La cosa non infastidiva Remus - anche se non aveva il massimo dei voti in tutte le materie, se la stava cavando meglio di quanto avesse mai fatto in vita sua. Per una volta, era grato di non avere nessuna famiglia a fargli pressione.

La pressione subita da Peter, invece, era più che evidente. Non era affatto un cattivo studente - riusciva persino ad eccellere in materie come Erbologia e Astronomia, spesso superando anche James. Ma era ansioso, e questo tendeva a ritorcersi sui suoi movimenti con la bacchetta, e rendeva i suoi incantesimi approssimativi. Peter non parlava spesso della sua famiglia, ma riceveva sempre molte lettere da casa e, come Remus aveva notato, persino James cercava di evitare l'argomento.

«Quant' è il minimo per passare quest'anno?» chiedeva Peter disperatamente, almeno quattro volte al giorno.

«Peter, rilassati» lo tranquillizzava James. «Andrai alla grande. Ormai sai tutta la teoria a memoria, devi solo metterla in pratica.»

«Non posso biasimarlo se è nervoso» sussurrò Sirius a Remus, un giorno, quando gli altri due ragazzi furono fuori portata d'orecchio. «Ci saranno almeno dodici Magonò nella famiglia Minus - e ti parlo solo di questo secolo.»

«Magonò?»

«Maghi senza magia» spiegò Sirius, pazientemente. «Sai come le coppie babbane a volte hanno dei figli con poteri magici? Succede anche il contrario - anche se a nessuno piace parlarne. Il mio pro prozio aveva questa folle teoria secondo la quale i babbani scambiavano i loro figli con i nostri per infiltrarsi nel mondo magico. Era fuori di testa, ovviamente.»

«Già» ripose Remus, sperando di sembrare sicuro di sé, come se avesse effettivamente capito tutto quello che aveva appena detto Sirius. «Quindi è per questo che la magia di Peter è un po'... inaffidabile?»

«Non saprei.» Sirius fece spallucce. «Forse. Non so se si possa effettivamente provare che l'essere un Magonò sia una cosa di famiglia. Ma è la ragione per cui i Minus non fanno parte delle sacre ventotto.»

Remus sospirò rumorosamente, fulminando Sirius con lo sguardo.

«Sai benissimo che non so cosa siano.»

Le labbra di Sirius si incurvarono in un ghigno.

«Be' ma io come faccio ad esserne sicuro, Lupin? Con tutti i libri che leggi ultimamente. Bello sapere che ci sono ancora cose che io so e tu no.»

Per tutta risposta, Remus emise un suono tra una risata e uno sbuffo e tornò a concentrarsi sui suoi compiti. Sirius ricominciò subito a parlare, come se non volesse perdere l'attenzione del ragazzo.

«Le sacre ventotto sono le più pure delle famiglie purosangue. Le ultime famiglie rimaste "incontaminate".»

Remus rivolse a Sirius un altro sguardo glaciale. Il ragazzo dai capelli scuri alzò le mani e si affrettò a chiarire.

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